Mettere in pratica le conoscenze acquisite durante il percorso di studio, tenendo conto della fattibilità dei progetti proposti. Questo lo spirito del workshop “Sant’Elmo: Il castello sulla città”, che si è tenuto dal 29 maggio al primo giugno ed ha visto come protagonisti gli studenti dell’ultimo anno di Ingegneria Edile ed Edile-Architettura. I ragazzi si sono cimentati nell’elaborazione di proposte per la valorizzazione di Castel Sant’Elmo. “Attività di questo tipo – spiega la prof.ssa Marina Fumo, organizzatrice dell’evento, nonché Direttrice del CITTAM (CentromInterdipartimentale di ricerca per lo studio delle Tecniche Tradizionali dell’Area Mediterranea) – sonomolto formative per i ragazzi, in quanto si allenano a confrontarsi con progetti reali e a lavorare in
gruppi dalla composizione casuale. Nell’ottica di lasciare un’esperienza pratica agli studenti, ogni anno organizzo più di un workshop, all’interno
dell’insegnamento Progetto di recupero edilizio”. Per intervenire in maniera saggia ed oculata nella progettazione, non poteva di certo mancare una prima fase di conoscenza del luogo preso in esame. “In apertura del workshop – riferisce la prof.ssa Fumo – c’è stato un seminario, nel quale sono stati analizzati i vari aspetti che caratterizzano Castel Sant’Elmo, seguito da un sopralluogo nelle aree di progetto. A conclusione della fase di analisi, mediante delle interviste, si è data la parola a cittadini e turisti, per comprendere quali erano le loro esigenze. Gli studenti partecipanti all’iniziativa hanno, poi, avuto due giorni di full immersion nella progettazione. Questo format caratterizza tutti i workshop che organizzo”. Al termine dell’iniziativa, gli elaborati sono stati presentati al pubblico e sottoposti alla valutazione di una giuria. In tutto sono state proposte diciassette idee, una per ciascun gruppo. Tra i progetti più innovativi, quello di collegare Castel Sant’Elmo con altri luoghi d’interesse della città attraverso un tour in mongolfiera. “Facendo una ricerca tra le guide turistiche – spiega Chrystel Troncone – abbiamo notato che questo Castello non rientra tra i dieci posti più interessanti da visitare a Napoli. È un peccato data la sua importanza storica. Per ovviare a questo problema abbiamo pensato di proporre un pacchetto turistico che prevede il tour della città volando da un castello all’altro. Il programma comprende l’accoglienza dei turisti da parte di associazioni napoletane, una visita guidata, l’assaggio di piatti tipici, una passeggiata panoramica e lo shopping. Per gli spazi esterni, invece, abbiamo pensato ad un labirinto botanico, fonte di intrattenimento e relax. Infine, ci siamo concentrati sugli ingressi principali, realizzando un percorso per i turisti ed uno per gli addetti”. Poi, c’è chi ha proposto interventi semplici ma facilmente attuabili. “La mission del nostro progetto – riferisce Alessandra Varuni – è valorizzare il Castello inserendolo in un circuito commerciale ed economico, fondamentale per il suo mantenimento, lasciando, però, inalterata l’identità originaria. Inoltre, data la sua posizione strategica, che lo rende visibile da tutta la città e parte della provincia, abbiamo pensato di trasformare il Castello in un enorme cartellone che sponsorizzi eventi e manifestazioni della città. L’idea è di usare luci a led che proiettino i luoghi degli eventi creando una programmazione visiva”. Un commento di Alessandra sul valore dell’esperienza: “queste attività sono formative, oltre ad essere un’occasione di confronto”. Soddisfatto dell’iniziativa si dichiara, anche, Andrea Miele, il quale racconta: “L’esperienza di un workshop è fantastica, ti permette di lavorare con gente che non hai mai visto prima e, spesso, non parla nemmeno la tua lingua. In pochi giorni, cresci sia come persona che culturalmente”. Poi descrive il lavoro del suo gruppo: “il nostro principio guida è stato far diventare i cittadini parte attiva della vita del Castello, ponendo l’attenzione soprattutto sui giovani. Abbiamo deciso di attrarli tramite lo sport: free climbing, tiro con l’arco e, soprattutto, la X-Line between castles, una struttura che permette un’adrenalinica traversata acrobatica tra Castel Sant’Elmo e il Castel Nuovo attraverso un cavo di acciaio. Certo, l’ultima idea è un po’ rivoluzionaria, ma se non siamo noi ragazzi a dare un pizzico di follia, chi può farlo!?”.
Maria Maio
gruppi dalla composizione casuale. Nell’ottica di lasciare un’esperienza pratica agli studenti, ogni anno organizzo più di un workshop, all’interno
dell’insegnamento Progetto di recupero edilizio”. Per intervenire in maniera saggia ed oculata nella progettazione, non poteva di certo mancare una prima fase di conoscenza del luogo preso in esame. “In apertura del workshop – riferisce la prof.ssa Fumo – c’è stato un seminario, nel quale sono stati analizzati i vari aspetti che caratterizzano Castel Sant’Elmo, seguito da un sopralluogo nelle aree di progetto. A conclusione della fase di analisi, mediante delle interviste, si è data la parola a cittadini e turisti, per comprendere quali erano le loro esigenze. Gli studenti partecipanti all’iniziativa hanno, poi, avuto due giorni di full immersion nella progettazione. Questo format caratterizza tutti i workshop che organizzo”. Al termine dell’iniziativa, gli elaborati sono stati presentati al pubblico e sottoposti alla valutazione di una giuria. In tutto sono state proposte diciassette idee, una per ciascun gruppo. Tra i progetti più innovativi, quello di collegare Castel Sant’Elmo con altri luoghi d’interesse della città attraverso un tour in mongolfiera. “Facendo una ricerca tra le guide turistiche – spiega Chrystel Troncone – abbiamo notato che questo Castello non rientra tra i dieci posti più interessanti da visitare a Napoli. È un peccato data la sua importanza storica. Per ovviare a questo problema abbiamo pensato di proporre un pacchetto turistico che prevede il tour della città volando da un castello all’altro. Il programma comprende l’accoglienza dei turisti da parte di associazioni napoletane, una visita guidata, l’assaggio di piatti tipici, una passeggiata panoramica e lo shopping. Per gli spazi esterni, invece, abbiamo pensato ad un labirinto botanico, fonte di intrattenimento e relax. Infine, ci siamo concentrati sugli ingressi principali, realizzando un percorso per i turisti ed uno per gli addetti”. Poi, c’è chi ha proposto interventi semplici ma facilmente attuabili. “La mission del nostro progetto – riferisce Alessandra Varuni – è valorizzare il Castello inserendolo in un circuito commerciale ed economico, fondamentale per il suo mantenimento, lasciando, però, inalterata l’identità originaria. Inoltre, data la sua posizione strategica, che lo rende visibile da tutta la città e parte della provincia, abbiamo pensato di trasformare il Castello in un enorme cartellone che sponsorizzi eventi e manifestazioni della città. L’idea è di usare luci a led che proiettino i luoghi degli eventi creando una programmazione visiva”. Un commento di Alessandra sul valore dell’esperienza: “queste attività sono formative, oltre ad essere un’occasione di confronto”. Soddisfatto dell’iniziativa si dichiara, anche, Andrea Miele, il quale racconta: “L’esperienza di un workshop è fantastica, ti permette di lavorare con gente che non hai mai visto prima e, spesso, non parla nemmeno la tua lingua. In pochi giorni, cresci sia come persona che culturalmente”. Poi descrive il lavoro del suo gruppo: “il nostro principio guida è stato far diventare i cittadini parte attiva della vita del Castello, ponendo l’attenzione soprattutto sui giovani. Abbiamo deciso di attrarli tramite lo sport: free climbing, tiro con l’arco e, soprattutto, la X-Line between castles, una struttura che permette un’adrenalinica traversata acrobatica tra Castel Sant’Elmo e il Castel Nuovo attraverso un cavo di acciaio. Certo, l’ultima idea è un po’ rivoluzionaria, ma se non siamo noi ragazzi a dare un pizzico di follia, chi può farlo!?”.
Maria Maio