Sbocchi professionali, qualcosa si muove

L’equipollenza della laurea in Scienze Motorie e di quella in Fisioterapia resta una chimera. Attuare il decreto che la sanciva avrebbe significato non tenere conto di tutta una serie di esigenze alla base della disciplina della professione di fisioterapista, come spiega Salvatore Compagnone, laureato in Scienze Motorie e presidente del comitato scientifico P.A.S.S.I. (Professionisti Associati Scienze Motorie e Sportive Italiane). “L’equipollenza avrebbe ad esempio cozzato con la regola del numero chiuso per accedere al corso di laurea in Fisioterapia, che risponde all’esigenza di formare un numero di professionisti della riabilitazione adeguato all’effettivo fabbisogno sul territorio nazionale”, dice. Sul decreto che ammetteva l’equipollenza sono stati espressi indirizzi precisi nel senso dell’abrogazione da parte dei Ministeri dell’Università e della Salute. Tuttavia, la contiguità, e spesso addirittura l’identità, di numerose discipline studiate a Scienze Motorie con quelle del corso in Fisioterapia continuano ad alimentare il dibattito, che si intreccia con quello sul riconoscimento generale delle professionalità del laureato in Scienze Motorie e sulle prospettive occupazionali. Lo scorso 24 gennaio il comitato ristretto della Commissione Cultura della Camera dei Deputati ha licenziato un testo base in cui viene affrontata la questione e che, mentre da un lato abroga l’equipollenza, dall’altro annuncia un decreto del Ministro per disciplinare il riconoscimento dei crediti formativi acquisiti da studenti e laureati di Scienze Motorie che hanno sostenuto esami previsti anche a Fisioterapia. Siccome però i loro percorsi possono essere anche del tutto estranei a quelli di Fisioterapia, i curricula vanno valutati individualmente, come avviene quando si verifica il passaggio da un corso di laurea all’altro. In pratica, se i laureati in Scienze Motorie intendono lavorare come fisioterapisti, dovrebbero laurearsi anche in Fisioterapia. 
Compagnone sottolinea comunque che qualcosa si sta muovendo a favore dell’inserimento professionale dei laureati in Scienze Motorie. “Si sta avviando un progetto pilota per l’inserimento di docenti delle attività motorie nelle scuole primarie. Attualmente coinvolge sei scuole in ogni provincia d’Italia, si tratterà poi di monitorarne i risultati e trovare i fondi necessari per mantenere queste figure nella scuola. Altra idea significativa è quella della Regione Liguria, che nel piano sanitario ha collocato i laureati in Scienze Motorie tra i soggetti che si occupano di sanità attraverso l’attività motoria preventiva in centri specializzati e possibilmente anche nelle Asl”. 
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