Sognando il futuro a ritmo di musica

L’Aulario di via Perla accoglie gli studenti a suon di musica e premi. Tra una presentazione in aula e una visita agli stand, ragazzi e ragazze ballano e si intrattengono con i mini quiz proposti dal dj e speaker Guido Ruffo Scaletta. “Ma il dj all’università c’è tutti i giorni?”, chiede qualche ragazza. Purtroppo no: “L’obiettivo dell’Università Vanvitelli e delle giornate V:Orienta è quello di avvicinarsi ai giovani studenti del quarto e quinto anno delle scuole superiori. Spesso i ragazzi sono disinformati e non hanno idea di che scelte fare. L’orientamento vuole comprendere quali siano le loro inclinazioni – spiega il dj Guido indicando uno stand poco lontano dalla consolle con il motto dell’università “Vicina agli studenti, connessa con il futuro” – e in questo contesto nasce questo momento di dj set e speakeraggio. Stiamo proponendo agli studenti dei mini quiz, chiediamo, ad esempio, a quale Dipartimento appartenga un determinato Corso di Laurea e diamo gadget con il logo dell’università”. Molti studenti tendono a considerare l’università soltanto come un luogo dove seguire lezioni e sostenere esami, ma non è così. All’università si può stare bene: “Questo momento è una festa della consapevolezza e della conoscenza e gli studi vanno vissuti con questo spirito. L’università è l’agorà della conoscenza, oltre che dello studio, senza la quale si è limitati nel mondo del lavoro. È, per antonomasia, il punto di incontro degli studenti e anche un luogo di confronto quotidiano. Seguire i corsi e stare insieme prepara, un domani, a fare gruppo nel mondo del lavoro”.
Quali sono, dunque, le inclinazioni delle future matricole? Materie scientifiche? Materie letterarie? Un studio in lingua straniera? Tra innovazione e tradizione la scelta è molto ampia e, forse per questo, non sempre facile. Segna il primo punto l’ambito medico grazie a Paolo Romano (Liceo “Salvatore Cantone” di Pomigliano d’Arco, indirizzo Scienze Umane): “Vorrei studiare Fisioterapia, ma mi interessano le Professioni sanitarie in genere. In famiglia ho un cugino che è nutrizionista e tutto il settore mi attrae. Mi interessa conoscere il nostro corpo e poi mi rende orgoglioso l’idea di poter aiutare gli altri. A Fisioterapia ho due alternative: Dietologia e Radiologia”. Molti studenti sembrano inclini a ricercare un valore umano nelle discipline da loro prescelte: “Credo che aiutare gli altri sia un dovere che si può compiere comprendendo il loro stato psicologico – dice Immacolata Parente (Liceo “Salvatore Pizzi” di Capua) – Siamo un liceo scientifico-tecnologico. Credo che, se potessi tornare indietro, non rifarei questa scelta e mi iscriverei ad un indirizzo di Scienze Umane. Crescendo ho capito di essere più predisposta verso queste discipline”. Italia o estero? “Siamo realisti, qui al Sud c’è poco per noi e se dovessimo iniziare una nostra attività rischieremmo di non guadagnarci nulla”. È di altro avviso la sua amica Luana De Rosa (Liceo “Salvatore Pizzi” di Capua) che, invece, conta di rimanere: “Confesso che una piccola percentuale di preoccupazione in me c’è. Ma sono legata alla mia terra. Mi interessa la psicologia, la strada della criminologia in particolare. Mi sembra una disciplina molto moderna e attuale, forse sono un po’ influenzata dalla televisione”, ammette. 
I ragazzi “devono
essere educati
al cambiamento”
È vero che la televisione influenza le scelte dei giovani d’oggi? Risponde Michele Scognamiglio, docente di Scienze Motorie all’Istituto “Amaldi-Nevio” di Santa Maria Capua Vetere: “Il mondo della comunicazione e dei media è stato affiancato dalla rete Internet con cui i ragazzi convivono quotidianamente. Sicuramente se ne lasciano influenzare nelle loro scelte di vita. Un altro problema, poi, è che sono bombardati dalle informazioni e questo può confonderli”. Allora come bisogna acquisire le giuste competenze per entrare nel mondo del lavoro? “La prima cosa è stare sempre al passo con i tempi perché le richieste del mondo del lavoro si evolvono continuamente e i ragazzi devono essere educati al cambiamento. I tecnici dicono ‘retraining di vita’. Gli studenti devono imparare ad essere duttili”. Cosa ne pensano i suoi studenti? Ha le idee chiare Zumrud Dzhafarova che conta di fondere le sue esperienze di vita e di studio: “Voglio studiare lingua e letteratura russa per diventare un’interprete. Io sono ucraina e il russo lì è una seconda lingua. Ai corsi non partirei affatto da zero, anzi mi troverei avvantaggiata. Noto che tra la Russia e l’Italia, da un punto di vista commerciale, politico e culturale, c’è una vicinanza. Potrei fare l’interprete per economisti o politici”. “Non mi piace moltissimo la scuola – ammette Celeste Frecentese – ma frequenterò ugualmente l’università. Non mi piace neanche l’indirizzo di Scienze Umane che frequento. I miei genitori volevano che frequentassi il Classico e Scienze Umane è stato un compromesso. Mia madre è laureata in Giurisprudenza e mi consiglia questa strada, ma a me piace la matematica. Potrei pensare ad Economia e Medicina o magari anche alle lingue”. È, invece, molto interessata alle materie umanistiche Tiara Operno: “Mi piacciono Lettere, Scienze della Comunicazione e anche il giornalismo. Amo scrivere e penso che il giornalismo abbia una componente letteraria più dinamica e moderna”. Il giornalismo è una questione di responsabilità: “Permette di formarsi una propria visione della vita, una propria opinione sulle cose, trasmetterla agli altri e renderla utile per la società. Mi piacerebbe andare a Milano, un giorno, ma è troppo lontana. Anche Roma va bene. Cerco una città che sia dinamica”. 
Ad accogliere i maturandi, agli stand ci sono anche alcune studentesse part-time del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Ambientali, Biologiche e Farmaceutiche (Distabif) che studiano Scienze Biologiche. Cosa direbbero ad uno studente che volesse intraprendere questo Corso di studi? “Questo Corso è per chi ama un mondo in cui ci sono sempre cose nuove da scoprire, per chi non demorde e cerca sempre novità. L’ambito scientifico è in continua evoluzione e noi lavoriamo per scoprire qualcosa che ancora non si conosce”, risponde Arianna Storace. Le fa eco la sua collega Marianna Caturano: “Scienze Biologiche è un Corso che apre molte porte nello studio, sia per la Magistrale che per la Specialistica. Non è limitato. Dopo la Triennale si può proseguire in molteplici campi”. 
Gli studenti spesso danno alla scuola la grave colpa di dare soltanto nozioni teoriche e non fornire, invece, quelle competenze e soft skills che permettono l’adattamento al mondo del lavoro. “Cerchiamo di proiettarli fuori dalla scuola nel modo migliore possibile – afferma il prof. Alfredo Ruffo, del Liceo Scientifico “Leonardo da Vinci” di Trentola-Ducenta – Dall’anno prossimo avremo anche gli indirizzi Biotecnico e di Scienze Umane. I nostri ragazzi hanno le idee chiare, quando escono dalla scuola sanno cosa vogliono e portano avanti dei discorsi indipendenti. Per lo più sono proiettati verso il settore biomedico, ortodontico e infermieristico”. La parola ad alcuni studenti dell’istituto. Conferma questo orientamento Luisana di Lauro: “Mia sorella ha studiato al liceo scientifico, ma poi ha scelto Scienze della Formazione Primaria. Io, invece, vorrei studiare Medicina o Ingegneria Gestionale. Preferirei lavorare in un’azienda. La realtà privata mi interessa più di quella statale. Ancora meglio crearsi qualcosa da sé”. Assunta Gallo, invece, vorrebbe studiare proprio Scienze della Formazione Primaria: “Il campo dell’insegnamento mi attira sin da bambina, spero che il mio sogno si avveri. Mi piacerebbe molto stare a contatto con i bambini, trasmettere loro i valori importanti della società. Vorrei anche essere in grado di aiutare i bambini con delle difficoltà o handicap, quindi potrei anche diventare insegnante di sostegno”. L’insegnamento, però, al momento non è un settore molto aperto: “No, ma nel contesto Scienze della Formazione Primaria è quella che va di più”. L’indeciso del gruppo è Gianfredo Golino che ripropone il tradizionale binomio Economia-Giurisprudenza: “Mi piace l’ambiente del tribunale, forse anche per come lo vedo in televisione. Invece l’economia ha moltissimi sbocchi lavorativi. Mi piacerebbe lavorare all’estero per cambiare tenore di vita, ma anche perché vorrei fare nuove esperienze e nuove conoscenze”.
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Carol Simeoli
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