La domanda più diffusa in forum, gruppi facebook, Dipartimenti, specialmente per gli studenti del terzo anno della Triennale è: “come si scrive la tesi?”. Il prof. Salvatore Domenico, di Management delle Imprese Internazionali, dà una risposta chiara ed esauriente sul suo sito, aggiungendovi i criteri per chiederla a lui: “accetto solo richieste da parte di studenti che hanno sostenuto almeno un esame con me, chi è interessato può discuterne a ricevimento”. A scanso di equivoci, pubblica un file con le ‘indicazioni per il processo di stesura del lavoro finale’. Ne spiega la motivazione: “gli studenti di Economia tendono a concentrarsi su materie aziendali e scelgono il relatore in base a diverse variabili, una tra queste la chiarezza del processo organizzativo di stesura della tesi e la rapidità dello stesso, una volta apprese le nozioni base. Io richiedo due mesi di lavoro”. Sono molti gli studenti a rivolgersi al professore, per cui è necessaria una cernita. La tesi Triennale per il docente non è altro che un riassunto sull’argomento scientifico scelto a partire dalla letteratura a disposizione. La discussione della relazione non necessita di caratteri di originalità. Le fasi del processo: ricerca bibliografica, indice da discutere col tutor, invio dei capitoli al docente di riferimento (apportando le modifiche o suggerimenti discussi) accordo sui punti chiave della presentazione. “Affrontando un lavoro del genere per la prima volta, molti iniziano a scrivere senza aver chiari gli argomenti da trattare o senza aver steso un indice, per cui è necessario precisarlo”. Sulla ricerca bibliografica avverte: “è meglio non cercare su motori generalisti come Google o Bing perché è difficile valutare se gli autori siano preparati sul tema o abbiano interessi commerciali a presentarlo in un determinato modo. La bibliografia va inviata in un formato in cui siano chiari: autore, titolo, anno, editore”. Per quanto riguarda la scrittura: “è richiesta una sintesi organica della letteratura su di un tema, senza carattere di originalità, pertanto non bisogna nascondere l’aver consultato il materiale indicato dal docente. Non si deve però copiare e incollare, bensì dare coerenza alla relazione e applicare la teoria ad un particolare caso, fornendo considerazioni finali”. Non rimandare a domani miglioramenti che puoi fare oggi: “il tutor deve guidare il laureando sulle modalità di stesura e giudicare il suo operato. Non è possibile fargli rileggere e correggere il lavoro un numero indefinito di volte, con piccoli miglioramenti successivi ad ogni invio. Non esistono limiti minimi al numero di pagine o di capitoli del lavoro finale, la qualità non è correlata alla sua lunghezza”. Avere redatto un buon lavoro finale è una condizione necessaria ma non sufficiente a una buona discussione: “pochi giorni prima della seduta si discute con il docente il discorso che si intende fare. Il tutor può avanzare alla commissione una proposta in termini di punteggio da assegnare al candidato in base a: diligenza durante il processo di stesura, rispetto delle indicazioni ricevute e della forma nelle relazioni col docente, interesse e impegno dimostrati sul tema, completezza, qualità della ricerca bibliografica, varietà delle fonti, chiarezza di presentazione, eventuale applicazione della teoria ad un caso reale”. Particolare attenzione a quest’ultimo aspetto, curato dal docente ai corsi: “dove organizzo simulazioni di casi, ad esempio dopo lezioni sulla negoziazione, divido la classe in gruppi quali sindacato e azienda, che devono negoziare un contratto. Dopo si ragiona insieme sugli errori commessi o meno”. Applicazione pratica di teorie trattate a lezione si riscontra anche nei ‘Laboratori’, in cui si prevedono testimonianze aziendali aperte agli studenti: “La prof.ssa Ferrara guida un raggruppamento di docenti che creano occasioni di incontro con le aziende durante seminari. Alla Parthenope si ragiona in maniera unitaria, insieme. Un gruppo di docenti di Economia si riunisce, ad esempio, per preparare il materiale utile alle simulazioni in aula e agli stessi Laboratori”.
Allegra Taglialatela
Allegra Taglialatela