Vivere a 360 gradi la dinamica realtà radiofonica. Una fantastica opportunità on the job messa a disposizione degli studenti incoming presso l’Università Suor Orsola Benincasa. RunRadio, la web-radio ufficiale di Ateneo, diventa infatti il nodo di raccordo tra didattica e pratica sul campo per ragazzi Erasmus provenienti da ogni angolo d’Europa, il tutto ravvivato dalle note musicali e da sprazzi di puro divertimento, come solo può accadere in un team cosmopolita. Il progetto, nato tre anni fa, è aperto a tutti e cammina su due binari: lezioni frontali e tirocinio negli studi. Quest’ultima l’esperienza più accattivante a detta degli ‘ospiti’ stranieri che sognano di diventare nuovi protagonisti del mondo radiofonico. “I ragazzi Erasmus vengono qui per studiare circa sei mesi e possono approfittare delle nostre numerose possibilità di tirocinio – spiega Antonio D’Amore, Direttore artistico di RunRadio – Quelli interessati alla radio cominciano con me un corso composito sul ‘saper fare’, dalla teoria alla sperimentazione”. Speaker, programmatore musicale, autore, regista, redattore web e responsabile delle pubbliche relazioni: vastissimo è il range di profili professionali attivi nel settore che il laboratorio si propone di formare. Uno solo, invece, il filo che tiene insieme queste professioni: la passione per la musica. “Sono tutti ragazzi che possiedono già una certa propensione al dialogo e all’ascolto. Hanno in genere ottime doti comunicative. Sanno
parlare bene l’inglese e in molti casi masticano già l’italiano”. Per cui la radio diventa il bacino naturale di confluenza per questi giovani che attraverso la cultura, l’intrattenimento e l’informazione esplorano le potenzialità della radio in quanto mezzo di comunicazione e allo stesso tempo strumento formativo. Durante il percorso gli stagisti sono affiancati dagli stessi studenti del Suor Orsola, che diventano tutor sul fronte delle tecniche di conduzione, regia e programmazione. “Spesso ci capitano studenti brillanti. Per esempio, l’anno scorso un ragazzo spagnolo venuto da Minorca ha imparato in pochissimo tempo a fare radio. Dopodiché ha realizzato un cortometraggio sui Quartieri Spagnoli e gli è stato assegnato un premio dal Sole 24 Ore. Attualmente sta lavorando
presso un’emittente televisiva”. Quest’anno invece in occasione della ‘Giornata della matricola’, “ho presentato la possibilità di tirocinio attraverso uno shooting. E lì una dozzina di studenti stranieri ha fatto presente il proprio interesse per il lavoro in radio, ai microfoni e dietro le quinte: partecipano infatti alle dirette – in onda dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 14 – ed entrano nel merito dei contenuti delle trasmissioni”. Tra questi spicca una studentessa di Lingue di nome Gitte, proveniente dall’Università di Gand e in Italia da circa un mese, che condurrà prossimamente un programma tutto suo insieme agli altri colleghi incoming. “Mi sto trovando veramente bene. E la cosa più bella è condividere quest’esperienza con gli altri studenti italiani e osservare modi di vivere completamente diversi dalla cultura a cui appartengo. Ma soprattutto non mancano mai le risate, il divertimento. È magnifico poter collaborare con altri in un ambiente così stimolante”. È la testimonianza della ragazza belga, che si tratterrà a Napoli fino al mese di febbraio, dove racconta di aver finalmente coronato un sogno nel cassetto da diversi anni. “La musica è sempre stata importante, per me. Non potrei vivere senza. Ho l’abitudine di ascoltare la radio ogni giorno. E ora mi stupisco di stare dall’altro lato. Adoro parlare, fare la speaker ma non mi dispiacciono altri ruoli. Uno tra tutti, la programmazione musicale, che per me vuol dire comunicare attraverso le canzoni”. Le sue preferite quelle degli anni ‘80-’90, ma non solo. “Essere qui, in un luogo specifico, e far sì contemporaneamente che le parole superino le barriere – linguistiche, nazionali, culturali – e arrivino lontano, a tutti: amo questo della radio, che sia un linguaggio universale in grado di trasmettere
emozioni”.
parlare bene l’inglese e in molti casi masticano già l’italiano”. Per cui la radio diventa il bacino naturale di confluenza per questi giovani che attraverso la cultura, l’intrattenimento e l’informazione esplorano le potenzialità della radio in quanto mezzo di comunicazione e allo stesso tempo strumento formativo. Durante il percorso gli stagisti sono affiancati dagli stessi studenti del Suor Orsola, che diventano tutor sul fronte delle tecniche di conduzione, regia e programmazione. “Spesso ci capitano studenti brillanti. Per esempio, l’anno scorso un ragazzo spagnolo venuto da Minorca ha imparato in pochissimo tempo a fare radio. Dopodiché ha realizzato un cortometraggio sui Quartieri Spagnoli e gli è stato assegnato un premio dal Sole 24 Ore. Attualmente sta lavorando
presso un’emittente televisiva”. Quest’anno invece in occasione della ‘Giornata della matricola’, “ho presentato la possibilità di tirocinio attraverso uno shooting. E lì una dozzina di studenti stranieri ha fatto presente il proprio interesse per il lavoro in radio, ai microfoni e dietro le quinte: partecipano infatti alle dirette – in onda dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 14 – ed entrano nel merito dei contenuti delle trasmissioni”. Tra questi spicca una studentessa di Lingue di nome Gitte, proveniente dall’Università di Gand e in Italia da circa un mese, che condurrà prossimamente un programma tutto suo insieme agli altri colleghi incoming. “Mi sto trovando veramente bene. E la cosa più bella è condividere quest’esperienza con gli altri studenti italiani e osservare modi di vivere completamente diversi dalla cultura a cui appartengo. Ma soprattutto non mancano mai le risate, il divertimento. È magnifico poter collaborare con altri in un ambiente così stimolante”. È la testimonianza della ragazza belga, che si tratterrà a Napoli fino al mese di febbraio, dove racconta di aver finalmente coronato un sogno nel cassetto da diversi anni. “La musica è sempre stata importante, per me. Non potrei vivere senza. Ho l’abitudine di ascoltare la radio ogni giorno. E ora mi stupisco di stare dall’altro lato. Adoro parlare, fare la speaker ma non mi dispiacciono altri ruoli. Uno tra tutti, la programmazione musicale, che per me vuol dire comunicare attraverso le canzoni”. Le sue preferite quelle degli anni ‘80-’90, ma non solo. “Essere qui, in un luogo specifico, e far sì contemporaneamente che le parole superino le barriere – linguistiche, nazionali, culturali – e arrivino lontano, a tutti: amo questo della radio, che sia un linguaggio universale in grado di trasmettere
emozioni”.