Alla Seconda Università inizia il conto alla rovescia per le elezioni del nuovo rettore. Unico candidato il prof. Francesco Rossi, Preside della Facoltà di Medicina, personalità scientifica ed accademica di spicco che ha saputo conquistare i Presidi di tutte le Facoltà con un programma forte e innovativo. Soprattutto, a quel programma stampato su carta ha accompagnato una testimonianza viva, in prima persona, nei luoghi di ciascuna facoltà. Ce lo raccontano i Presidi, che dal nuovo rettore si aspettano…
Un pro-rettore
giurista
giurista
Lorenzo Chieffi. “Non posso che apprezzare il programma che è l’esito di una serie di incontri nei quali abbiamo avuto modo di dialogare con il candidato e di presentargli le nostre istanze”. Il prof. Lorenzo Chieffi, Preside della Facoltà di Giurisprudenza, commenta così, brevemente, il documento presentato da Rossi. E’ il frutto di un’intesa, di un percorso di conoscenza. Assolutamente condivisibili i punti cardine del programma: la centralità dello studente, l’internazionalizzazione, l’informatizzazione, il nuovo modo di intendere l’azione di governance accademica, affidata a una pluralità di soggetti anche di nuova istituzione, come ad esempio i pro-rettori funzionali, che nel progetto del candidato rettore dovrebbero affiancarlo nella gestione di settori strategici. “Sono particolarmente d’accordo su quest’ultimo punto – dice il prof. Chieffi- Anzi, mi sono battuto perché nel suo staff fosse prevista la presenza di un pro-rettore giurista che dia un contributo sul piano delle questioni amministrative”. Altro punto su cui il Preside si dice particolarmente in accordo è quello che riguarda il riequilibrio tra le facoltà. “Giurisprudenza ha risolto i suoi problemi di edilizia, siamo nella fase dei piccoli ritocchi. Adesso è il momento di pensare al personale docente. Siamo in 60 tra professori ordinari, associati e ricercatori, mentre il numero degli studenti cresce: abbiamo raggiunto quota 8000 iscritti e, secondo un nostro sondaggio, su 6000 studenti 1400 provengono da fuori la provincia di Caserta. Ciò che chiediamo al prossimo rettorato è di riequilibrare le risorse tra le diverse facoltà, ce ne sono alcune sovradimensionate e ce ne sono altre, come la nostra, che non riescono a far fronte allo sviluppo della popolazione studentesca”.
Stefania Gigli Quilici. Lettere attende la visita del candidato il 9 maggio. Ma si tratta di un ritorno, poiché nelle settimane passate ha già avuto modo di fare visita alle strutture guidate dalla prof.ssa Stefania Gigli Quilici. “Ho molto apprezzato il metodo adottato dal candidato rettore – dice la Preside- E’ venuto in Facoltà per prendere direttamente coscienza di quelle che sono le problematiche con cui ci confrontiamo quotidianamente. Per il futuro ci aspettiamo molto perché abbiamo bisogno di svilupparci. Sia sul versante delle strutture, per le quali esiste già un progetto da portare ad attuazione, sia per quel che concerne l’attivazione di nuovi corsi di laurea, che vuol dire non solo l’iter burocratico ma anche un sostegno attraverso l’incremento del personale docente”. Poche, chiare parole sulle qualità del prof. Rossi: “il fatto che sia l’unico candidato è di per sé un riconoscimento del suo valore. E’ un uomo equilibrato, capace di dialogo con tutti e dotato di un grande senso dell’ateneo”.
Michele Di Natale. “Nei confronti del nuovo rettore ci poniamo in un’ottica favorevole ma ricca di attese”, dice il Preside della Facoltà di Ingegneria, come a sottolineare che le premesse, anche se buone, sono soltanto l’inizio di un viaggio faticoso. Perché da fare c’è davvero tanto. E una Facoltà come quella di Ingegneria, che ha “oggettivamente delle potenzialità elevatissime” e che “nella ricerca lavora tanto e bene, come evidenziato dai risultati della valutazione Civr”, si aspetta molto. “Anzitutto, l’attuazione e il completamento del progetto per l’edilizia già avviato. Si sta terminando un primo lotto di lavori, si sta realizzando un nuovo aulario, ma abbiamo bisogno di completare. Poi c’è la questione del radicamento territoriale, che si presenta sotto un duplice aspetto, ossia: noi ci mettiamo il nostro, ma anche le istituzioni esterne devono venirci incontro. Speriamo che il nuovo rettorato sappia essere un elemento di traino per costruire relazioni che ci consentano di interagire con le istituzioni e il mondo produttivo locali”. Anche il prof. Di Natale afferma di apprezzare particolarmente l’idea di un’azione di governo dell’ateneo la cui titolarità sia allargata a una fascia più ampia di soggetti: “mettere una squadra alla guida dell’ateneo può essere la chiave di volta per la soluzione di numerosi problemi”.
Vincenzo Maggioni. “Il programma del prof. Rossi è soddisfacente ma va completato – afferma il prof. Vincenzo Maggioni, preside della Facoltà di Economia- Il candidato vuole far comprendere quale filosofia di università ha in mente, ed esprime una serie di princìpi, tutti condivisibili. Tuttavia non è entrato nel dettaglio di alcuni aspetti operativi. Questo è probabilmente giustificato dal fatto che per molte cose c’è bisogno di una conoscenza approfondita, pensiamo ad esempio alle voci di cassa. A volte certi caratteri dell’organizzazione delle facoltà non sono perfettamente noti neppure ai Presidi”. Dunque sono necessarie delle integrazioni, ma è normale che sia così perché “questo programma è, come tutti i programmi, un punto di partenza”. Economia soffre di carenza di organico. “Una situazione che finisce col metterci un po’ in difficoltà rispetto ai requisiti minimi. Vengono compresse le nostre potenzialità fisiche in termini di personale docente e quindi rischiamo di perdere competitività”. Mai diminuire l’attenzione per le strutture, anche quando sono nuove: “si deve provvedere costantemente alla manutenzione edilizia, magari costituendo un apposito staff o rivolgendosi a società di global service”. Il giudizio sulla persona: “è un uomo dalla forte capacità di interazione con gli altri. Sono d’accordo con le linee strategiche del suo programma e mi auguro che siano successivamente confermate da un comportamento reale”.
Stefania Gigli Quilici. Lettere attende la visita del candidato il 9 maggio. Ma si tratta di un ritorno, poiché nelle settimane passate ha già avuto modo di fare visita alle strutture guidate dalla prof.ssa Stefania Gigli Quilici. “Ho molto apprezzato il metodo adottato dal candidato rettore – dice la Preside- E’ venuto in Facoltà per prendere direttamente coscienza di quelle che sono le problematiche con cui ci confrontiamo quotidianamente. Per il futuro ci aspettiamo molto perché abbiamo bisogno di svilupparci. Sia sul versante delle strutture, per le quali esiste già un progetto da portare ad attuazione, sia per quel che concerne l’attivazione di nuovi corsi di laurea, che vuol dire non solo l’iter burocratico ma anche un sostegno attraverso l’incremento del personale docente”. Poche, chiare parole sulle qualità del prof. Rossi: “il fatto che sia l’unico candidato è di per sé un riconoscimento del suo valore. E’ un uomo equilibrato, capace di dialogo con tutti e dotato di un grande senso dell’ateneo”.
Michele Di Natale. “Nei confronti del nuovo rettore ci poniamo in un’ottica favorevole ma ricca di attese”, dice il Preside della Facoltà di Ingegneria, come a sottolineare che le premesse, anche se buone, sono soltanto l’inizio di un viaggio faticoso. Perché da fare c’è davvero tanto. E una Facoltà come quella di Ingegneria, che ha “oggettivamente delle potenzialità elevatissime” e che “nella ricerca lavora tanto e bene, come evidenziato dai risultati della valutazione Civr”, si aspetta molto. “Anzitutto, l’attuazione e il completamento del progetto per l’edilizia già avviato. Si sta terminando un primo lotto di lavori, si sta realizzando un nuovo aulario, ma abbiamo bisogno di completare. Poi c’è la questione del radicamento territoriale, che si presenta sotto un duplice aspetto, ossia: noi ci mettiamo il nostro, ma anche le istituzioni esterne devono venirci incontro. Speriamo che il nuovo rettorato sappia essere un elemento di traino per costruire relazioni che ci consentano di interagire con le istituzioni e il mondo produttivo locali”. Anche il prof. Di Natale afferma di apprezzare particolarmente l’idea di un’azione di governo dell’ateneo la cui titolarità sia allargata a una fascia più ampia di soggetti: “mettere una squadra alla guida dell’ateneo può essere la chiave di volta per la soluzione di numerosi problemi”.
Vincenzo Maggioni. “Il programma del prof. Rossi è soddisfacente ma va completato – afferma il prof. Vincenzo Maggioni, preside della Facoltà di Economia- Il candidato vuole far comprendere quale filosofia di università ha in mente, ed esprime una serie di princìpi, tutti condivisibili. Tuttavia non è entrato nel dettaglio di alcuni aspetti operativi. Questo è probabilmente giustificato dal fatto che per molte cose c’è bisogno di una conoscenza approfondita, pensiamo ad esempio alle voci di cassa. A volte certi caratteri dell’organizzazione delle facoltà non sono perfettamente noti neppure ai Presidi”. Dunque sono necessarie delle integrazioni, ma è normale che sia così perché “questo programma è, come tutti i programmi, un punto di partenza”. Economia soffre di carenza di organico. “Una situazione che finisce col metterci un po’ in difficoltà rispetto ai requisiti minimi. Vengono compresse le nostre potenzialità fisiche in termini di personale docente e quindi rischiamo di perdere competitività”. Mai diminuire l’attenzione per le strutture, anche quando sono nuove: “si deve provvedere costantemente alla manutenzione edilizia, magari costituendo un apposito staff o rivolgendosi a società di global service”. Il giudizio sulla persona: “è un uomo dalla forte capacità di interazione con gli altri. Sono d’accordo con le linee strategiche del suo programma e mi auguro che siano successivamente confermate da un comportamento reale”.
Psicologia: una
riserva di danaro
per l’Ateneo
riserva di danaro
per l’Ateneo
Alida Labella. La prof. Alida Labella è alla guida della Facoltà notoriamente più disagiata del Secondo Ateneo: Psicologia. Una facoltà in sofferenza, con i suoi 5000 iscritti a fronte di 29 docenti di ruolo strutturati. Una facoltà senza fissa dimora, potremmo dire, con gli studenti che si ritrovano a fare lezione qua e là. Un progetto di edilizia esiste, ma ancora non si entra nel vivo della sua attuazione. Per ora è stato acquistato un edificio a Caserta, quello delle ex poste, che dovrebbe domani ospitare la sede definitiva di Psicologia. La prof. Labella è doverosamente ottimista. “La nostra è una delle Facoltà che dal punto di vista dei contributi vivi, di danaro, costituisce una vera e propria riserva. Abbiamo migliaia di iscritti. Ha molto da offrire all’ateneo in termini di ricerca, di formazione e di idee, e penso che debba essere al primo posto dei piani attuativi per quanto riguarda l’organizzazione edilizia e strutturale”. Psicologia, nonostante tutto, ha conseguito un risultato eccellente nella valutazione del Civr sulla qualità della ricerca. “Io la definisco facoltà virtuosa – dice la Preside- Devo ammettere che mi sento in debito con gli studenti, perché per gestire la situazione devo costringerli a notevoli sacrifici”. Del programma del candidato, la prof. Labella apprezza soprattutto l’apertura a una gestione collettiva dell’ateneo. Il suggerimento è quello di agire nel prossimo futuro rispettando particolarmente l’aspetto logistico della Seconda Università, che è collocata su più poli territoriali. “E’ fondamentale mantenere coesione pur nel rispetto delle differenze di ciascuna realtà. La Sun dovrebbe arrivare a coordinare tanti diversi campus. L’esigenza di ognuno nel difendere l’identità della propria facoltà va coniugata con la necessità di portare avanti una politica di condivisione per tutto l’ateneo. Io sogno per Psicologia un vero campus nell’ex Palazzo delle Poste, una cittadella degli studenti, ricca di servizi e luoghi di aggregazione”.
Gli studenti
al centro del
programma
al centro del
programma
Nicola Melone. “La vera novità del programma del prof. Rossi è che per la prima volta si parla dello studente come di una risorsa fondamentale per la crescita dell’università”, afferma il Preside della Facoltà di Scienze il quale apprezza il ‘metodo Rossi’: “un metodo sperimentale, da vero studioso. Prima di cominciare a progettare un sogno, il candidato rettore ha voluto vedere bene da dove si parte, per questo ha personalmente incontrato i presidi, recandosi fisicamente presso le diverse facoltà”. Melone, soddisfatto per come in questi anni si è pensato a risolvere i problemi strutturali e di edilizia, ritiene che ora sia giunto il momento di consolidare la didattica e la ricerca. “Ovunque si è fatto e si sta facendo per l’edilizia. Il polo casertano, quelli di Capua, Aversa, Santa Maria: dove le strutture non sono ancora complete, si è almeno in fase di ultimazione o di avanzamento dei progetti. A noi di Scienze sta per essere consegnato un aulario di 1700 posti. Il vero problema adesso è un organico ridotto rispetto alle esigenze della didattica. Paradossalmente, il nostro successo formativo, con il numero di iscritti che aumenta, ci ha creato dei problemi. Docenti e ricercatori sono sovraccarichi”. Il Preside si dice moderatamente ottimista: “occorrono i finanziamenti, che al contrario negli ultimi anni sono diminuiti. Rossi parla di un impegno finanziario che si può sostenere utilizzando le risorse che si liberano dal turn over, ossia dai pensionamenti”.
Benedetto Di Blasio. Il Preside della Facoltà di Scienze Ambientali, vorrebbe più docenti, soprattutto giovani. Condivide i principi espressi dal candidato rettore nel suo programma, ricco di “spunti che devono essere sviluppati in tempi rapidi”, ma sottolinea che la prima cosa da fare per ridare sollievo alla sua come ad altre facoltà dell’ateneo è individuare nuove modalità di distribuzione delle risorse interne, per consentire un adeguamento del personale docente alle reali esigenze della didattica. “Abbiamo già dato degli indirizzi particolari, indicando delle strategie da seguire. Il prof. Rossi è una persona molto aperta al dialogo, una caratteristica importante, che gli ha permesso di articolare un programma largamente condiviso, in cui si tiene conto anzitutto di problemi culturali vitali sia per il territorio che per l’accademia”.
Gianmaria Piccinelli. La Facoltà di Studi Politici ed Alta Formazione Europea e Mediterranea Jean Monnet è guidata da un docente, il prof. Gianmaria Piccinelli, che si dice grande amico del candidato. Inutile chiedergli un giudizio sull’aspirante rettore. “Si può parlar male degli amici?”. No, ma se una cosetta proprio la si deve dire, allora si può esprimere un augurio, quello che il prof. Rossi diventi il rettore di tutto l’ateneo, “nel senso che l’esperienza di Preside della Facoltà di Medicina non lo vincoli troppo…”. Un giudizio sul programma? “Ottimo e per certi aspetti ambizioso. Innovativo anche: si pensi all’internazionalizzazione, all’informatizzazione. La sua realizzazione richiederà grandi energie”. Per quest’ultimo motivo occorre collegialità ed è positivo che sia già inserita nel programma la previsione di nuove figure istituzionali di governo. Jean Monnet ha fatto passi importanti durante il rettorato Grella, la speranza del Preside è che il progetto possa essere portato con successo a compimento attraverso l’acquisizione di ulteriori spazi operativi, oltre a quelli di San Leucio, sul territorio di Caserta.
Cettina Lenza. “Ogni fase della vita ha le sue caratteristiche. Alla Sun, dopo la significativa fase della costruzione di una piattaforma per il decollo, deve iniziare quella del salto di qualità. Mi pare che il prof. Rossi sia orientato a esprimere la volontà di compiere questo salto”. Parla la prof. Cettina Lenza, Preside della Facoltà di Architettura. E dice che ciò che la rende ottimista per il futuro è il fatto che il candidato rettore è “un uomo di forte idealità”. Lo dimostra il cuore del suo programma: lo studente al centro. Non è scontato che sia così? “Sì, ma ribadirlo fa bene – dice la Lenza- E’ giusto ricordare a tutti qual è il compito istituzionale dell’università: la formazione e la cura dello studente. Se si scavalcasse quest’obiettivo l’università diventerebbe a tutto campo un’azienda in competizione con le altre”. Ciò che in particolare si aspetta Architettura dal prossimo rettorato: “vorremmo essere accompagnati in un percorso di espansione dell’offerta formativa, di rafforzamento della docenza e di completamento della logistica”.
Sara Pepe
Benedetto Di Blasio. Il Preside della Facoltà di Scienze Ambientali, vorrebbe più docenti, soprattutto giovani. Condivide i principi espressi dal candidato rettore nel suo programma, ricco di “spunti che devono essere sviluppati in tempi rapidi”, ma sottolinea che la prima cosa da fare per ridare sollievo alla sua come ad altre facoltà dell’ateneo è individuare nuove modalità di distribuzione delle risorse interne, per consentire un adeguamento del personale docente alle reali esigenze della didattica. “Abbiamo già dato degli indirizzi particolari, indicando delle strategie da seguire. Il prof. Rossi è una persona molto aperta al dialogo, una caratteristica importante, che gli ha permesso di articolare un programma largamente condiviso, in cui si tiene conto anzitutto di problemi culturali vitali sia per il territorio che per l’accademia”.
Gianmaria Piccinelli. La Facoltà di Studi Politici ed Alta Formazione Europea e Mediterranea Jean Monnet è guidata da un docente, il prof. Gianmaria Piccinelli, che si dice grande amico del candidato. Inutile chiedergli un giudizio sull’aspirante rettore. “Si può parlar male degli amici?”. No, ma se una cosetta proprio la si deve dire, allora si può esprimere un augurio, quello che il prof. Rossi diventi il rettore di tutto l’ateneo, “nel senso che l’esperienza di Preside della Facoltà di Medicina non lo vincoli troppo…”. Un giudizio sul programma? “Ottimo e per certi aspetti ambizioso. Innovativo anche: si pensi all’internazionalizzazione, all’informatizzazione. La sua realizzazione richiederà grandi energie”. Per quest’ultimo motivo occorre collegialità ed è positivo che sia già inserita nel programma la previsione di nuove figure istituzionali di governo. Jean Monnet ha fatto passi importanti durante il rettorato Grella, la speranza del Preside è che il progetto possa essere portato con successo a compimento attraverso l’acquisizione di ulteriori spazi operativi, oltre a quelli di San Leucio, sul territorio di Caserta.
Cettina Lenza. “Ogni fase della vita ha le sue caratteristiche. Alla Sun, dopo la significativa fase della costruzione di una piattaforma per il decollo, deve iniziare quella del salto di qualità. Mi pare che il prof. Rossi sia orientato a esprimere la volontà di compiere questo salto”. Parla la prof. Cettina Lenza, Preside della Facoltà di Architettura. E dice che ciò che la rende ottimista per il futuro è il fatto che il candidato rettore è “un uomo di forte idealità”. Lo dimostra il cuore del suo programma: lo studente al centro. Non è scontato che sia così? “Sì, ma ribadirlo fa bene – dice la Lenza- E’ giusto ricordare a tutti qual è il compito istituzionale dell’università: la formazione e la cura dello studente. Se si scavalcasse quest’obiettivo l’università diventerebbe a tutto campo un’azienda in competizione con le altre”. Ciò che in particolare si aspetta Architettura dal prossimo rettorato: “vorremmo essere accompagnati in un percorso di espansione dell’offerta formativa, di rafforzamento della docenza e di completamento della logistica”.
Sara Pepe