Una vita per l’insegnamento: il prof. Vincenzo Sarracino

“Ci è voluto più tempo di quanto mi aspettassi! Contrariamente a quanto si possa pensare, un saggio scientifico ha bisogno di molto meno lavoro rispetto a un racconto personale, perché questo va permeato di attenzione sentimentale, intimistica… è venuto fuori un po’ alla volta”, afferma il prof. Vincenzo Sarracino, decano della Pedagogia, docente di lungo corso al Suor Orsola Benincasa e prima alla Seconda Università (oggi Università della Campania Luigi Vanvitelli) come ordinatore della Facoltà di Lettere e Filosofia di cui è stato VicePreside, co-fondatore della Facoltà di Psicologia di cui è stato anche decano, Direttore di Dipartimento e Preside, e Coordinatore SICSI (Scuola Interuniversitaria Campana di Specializzazione all’Insegnamento) per l’Università del Sannio. Il riferimento è al suo libro “Una vita per l’insegnamento. Tra ricordi certi e altri vaghi”. Come tutte le migliori idee, anche la nascita di questo libro è avvenuta per caso. Dopo aver consegnato un saggio sul leggere e scrivere, l’editore ha chiesto al professore di scriverlo in chiave autobiografica. Così le pagine del suo  volume affondano le radici nella lunga vita dedicata all’insegnamento, all’educazione e alla pedagogia, con una forte base epistemologica fondata sul suo modello di vita. Nato in una famiglia appartenente alla classe operaia – “una delle culture più forti del nostro Paese”, come diceva la sua carissima amica e collega per 47 anni Elisa Frauenfelder – il giovane Vincenzo è sempre stato sostenuto nei suoi studi dai genitori, ed è vivida ancora oggi nell’anziano professore la forte esperienza dell’entrare nel 1945 in un’aula elementare fascistizzata, lui che proveniva da una famiglia fortemente antifascista… però quanto gli piaceva quel fazzoletto celeste dei Figli della Lupa! Più volte laureato, prima in Lingue, letterature e istituzioni dell’Europa occidentale nell’allora Istituto Universitario Orientale, poi in Lettere con lode alla Federico II, il background familiare è stato senz’altro indispensabile per la buona riuscita sia della formazione che della carriera, portandolo ad insegnare non solo presso Federico II, SUN e Suor Orsola, ma anche alle università di Chieti-Pescara, Palermo, Lecce e Bolzano. Come si evince dal titolo, non tutti i ricordi sono così nitidi… anzi! Il libro è un insieme di flash e ricordi più o meno intensi cuciti insieme con il filo della memoria, ma rievocare i giorni in cui il professore, da grande tifoso, portava il figlio allo stadio a vedere Maradona ha dato vita ad un capitolo particolare, “strano” come lo definisce il docente, dedicato alla diseducazione sportiva. Pubblicato alla vigilia dello scoppio dell’emergenza pandemica, la pubblicizzazione del libro è stata pressoché impossibile, ma è all’interno del ciclo di 13 incontri intitolato “Seminari d’Autore”, promosso dal Dipartimento di Scienze Formative, Psicologiche e della Comunicazione del Suor Orsola Benincasa dal 3 al 30 giugno, che il libro “Una vita per l’insegnamento. Tra ricordi certi e altri vaghi” troverà la giusta cassa di risonanza proprio nella prima giornata.
Maria Cristina Actis
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