Aule, spazi studio, organizzazione didattica: il punto

Il 30 ottobre si è svolta l’ultima riunione della Commissione Paritetica di Giurisprudenza. Composto in egual numero da studenti (eletti tra i componenti del Consiglio di Dipartimento) e professori e ricercatori (almeno uno per categoria), quest’organo ha il compito di monitorare l’offerta formativa e la qualità della didattica e dei servizi erogati agli studenti nei singoli Dipartimenti. Durante la seduta, è stata approvata la relazione finale: un documento che fa il punto sul lavoro svolto fino ad oggi, relativamente allo scorso anno accademico, e quali obiettivi perseguire per il 2024/25.
Dunque, cos’è cambiato nell’anno 2023/24? Innanzitutto, le aule: per fronteggiare l’ondata di sovraffollamento che aveva travolto il Dipartimento nel settembre 2023, diversi spazi sono stati suddivisi così da creare, al posto di una sola aula molto capiente, due aule di media grandezza (soprattutto nella sede di Porta di Massa). Comunque, è stata mantenuta la possibilità di ripristinare l’originaria dimensione di questi locali, qualora necessario. Alla mancanza di spazi per le lezioni si aggiunge, tuttora, la carenza di aule studio, in più occasioni lamentata dai ragazzi. Sono stati allora individuati alcuni spazi, ad oggi inutilizzati, da convertire a questo scopo, come l’Aula polifunzionale al secondo piano di Porta di Massa e l’ex bar sottostante allo Scalone della Minerva.
Per quanto concerne l’organizzazione della didattica, il ritorno ai corsi semestrali per gli insegnamenti al di sotto di 12 crediti è stato, senza dubbio, l’avanzamento più importante.
In più, la decisione di ripartire con i corsi annuali, dopo la pausa natalizia e della sessione invernale, a fine gennaio anziché a marzo: una scelta che accoglie le preoccupazioni di docenti e studenti sull’utilità di una pausa così lunga che, nel mezzo di un insegnamento annuale, può addirittura rivelarsi controproducente, sottolineando piuttosto la “necessità di mantenere un contatto”. A spiegare questo punto è il prof. Carlo Longobardo, Presidente della Commissione, che continua con la necessità di creare delle opportunità, in accordo con i docenti, per gli studenti che si devono laureare e non hanno ancora acquisito i CFU extra – 3 o 4, a seconda dell’ordinamento di appartenenza – “così che possano acquisirli, attraverso convegni o seminari, in date compatibili con le sessioni di laurea”.
Restando in tema esame di laurea: è condivisa l’idea di aggiungere al punto bonus per le esperienze all’estero anche ulteriori riconoscimenti: esperienze formative sul territorio, partecipazione alle attività extracurriculari, quali visite in tribunale o in carcere, e valorizzazione del programma Erasmus+.
È stata, poi, riscontrata una risposta positiva ad alcuni interventi messi in campo a sostegno degli studenti, quali il potenziamento delle attività di tutorato e ricevimento e, soprattutto, gli appelli straordinari di dicembre e aprile. Ancora tanto da fare, però, rispetto ai fuoricorso, per i quali ci si è riproposti di immaginare misure ad hoc.
Ultimo, un servizio di job placement che sembra funzionare in maniera efficace, ma rispetto al quale si può fare ancora tanto: alle nuove convenzioni istituite nell’anno 2023/24, infatti, dovranno seguirne ancora di più nel 2025. Soprattutto per l’indirizzo Triennale, che si trova ad affrontare il problema del posizionamento del mondo del lavoro non solo molto prima, ma anche in maniera più stringente, dal momento che il Corso è stato pensato proprio per coloro che vogliono iniziare a ‘darsi da fare’ quanto prima. Rispetto al primo anno, invece, avanza sempre di più la necessità di introdurre attività di avviamento non obbligatorie, anche prima dell’inizio dei corsi, per instradare le matricole al linguaggio giuridico e alle nozioni fondamentali, così come all’impostazione del metodo di studio.
Questi sono i punti generali del dibattito. Ma la comunità studentesca è soddisfatta? Lo abbiamo chiesto ai suoi rappresentanti in Commissione. Sulla nuova organizzazione della didattica a parlare è Pierpaolo Cacciapuoti (US): “La rimodulazione del sistema annuale di corsi ed esami e il tema delle date d’esame di dicembre e febbraio sono questioni chiave, sulle quali l’impegno della rappresentanza US ha portato ai suoi frutti”.
Sulla questione ‘appelli’, infatti, c’è un’importante novità: dicembre, da oggi, oltre ad essere sessione straordinaria per gli esami arretrati è anche anticipata per gli esami del primo semestre. Per primo, secondo e terzo anno: resta l’appello di gennaio, a cui se ne aggiungerà un altro in date tra la metà di febbraio e la metà di marzo. Gli esami si terranno sempre di giovedì o venerdì, per non interferire con le lezioni. Per ora non sono previste date ad aprile, ma cercheremo di farle aggiungere”.
A spiegarlo è la collega Fortuna Pia Cecere (US), rappresentante della Triennale appena passata al Corso Magistrale, che aggiunge: “l’eliminazione dell’annualità è la conquista più grande: l’opinione degli studenti al riguardo era tendenzialmente negativa e siamo contenti di essere riusciti a riformulare l’organizzazione”. Per il Corso Triennale, invece, si insiste sul tema dei tirocini: “Bisognava implementarli per consentirci di trovare la nostra strada e capire meglio cosa fosse un consulente del lavoro o un giurista d’impresa. Tutte le persone che lo hanno svolto sono riuscite poi ad aprirsi diverse porte: dal continuare con la Magistrale a scegliere un biennio presso un altro Dipartimento o focalizzarsi su una specifica professione”.
Sul tema delle aule, interviene Emanuele Esposito di IUS: “Al mio primo anno, l’aula polifunzionale di Porta di Massa era aperta ma poi, per alcune infiltrazioni d’acqua, fu chiusa e riaperta solo per l’elezione dei rappresentanti di Dipartimento. A quel punto, però, ci siamo detti: se l’abbiamo riaperta oggi, perché non sempre? All’epoca stavano eseguendo dei lavori, quindi speriamo di vederla riaperta presto”. Sulla caccia ai crediti formativi extra per la laurea, commenta così: “Oggi questi crediti non sono più acquisibili attraverso la partecipazione a convegni. Stiamo facendo di tutto perché siano programmate attività che possano far laureare gli studenti in tempo. I convegni sono momenti formativi. Sia i docenti che noi associazioni ci mettiamo tanto impegno per organizzarli; quindi non comprendo perché non dovrebbero essere valorizzati”.
Giulia Cioffi
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Ateneapoli – n.18 – 2024 – Pagina 20

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