Il comico Filippo Caccamo in cattedra a Studi Umanistici

Filippo Caccamo diverte e coinvolge anche alla Federico II. L’attore, ospite lo scorso 10 febbraio nell’Aula Ottagono della sede centrale su iniziativa di Ateneapoli e del Dipartimento di Studi Umanistici, ha raccontato di sé, del suo passato da docente e della sua carriera artistica, che lo sta portando sui palcoscenici di tutta Italia a registrare sold-out e repliche. Dopo il saluto del prof. Andrea Mazzucchi, Direttore del Dipartimento, parola al comico, che si è aperto al pubblico parlando degli inizi – “ho sempre avuto dentro di me la passione per il teatro”, ha risposto ad uno studente che gli chiedeva quando tutto fosse cominciato – della doppia laurea in Beni culturali e della sua esperienza da insegnante, sulla quale tuttora fonda i suoi video e monologhi. Una grande capacità di cogliere le contraddizioni di un mondo, quello della scuola, che evoca parecchi ricordi, positivi e negativi. “C’è stato un giorno preciso, era l’8 gennaio di qualche anno fa, in cui ho capito che quello non era il mio posto. Per qualche anno ho provato a conciliare i due lavori (di attore e docente, ndr) e per un po’ l’ho fatto. Il ritmo non era più sostenibile e quindi, per dare pieno sfogo alla mia passione e al tempo stesso consentire ai miei ex alunni di avere continuità nell’insegnamento, ho deciso di lasciare”. Eppure, non manca, nelle sue parole, una certa nostalgia del rapporto con colleghi e ragazzi. Caccamo ha poi allargato il discorso al rapporto con la famiglia, una componente fondamentale nella vita di un adolescente. “La mia – ha aggiunto – non mi ha mai sostenuto né ostacolato nelle mie scelte”. Padre dirigente scolastico e madre medico: “i genitori vedono nei nostri occhi se siamo felici o no. Se stiamo bene con noi stessi ne sono contenti anche loro”. Con Tel chi Filippo, lo spettacolo portato anche a Napoli, l’influencer mette a nudo con grande ironia tutte le complessità di una scuola troppo burocratica, ancorata al passato e soprattutto bistrattata. Non solo, perché il pubblico di Caccamo, oltre che da insegnanti, è composto da tantissimi giovani. A questi, sono dedicati molti video certamente ironici, ma anche altri di aperto sostegno rispetto alle problematiche tipiche dell’età. Per esempio l’ansia, attorno alla quale si è aperto un dibattito assai interessante e partecipato da parte del pubblico. Risate, battute, riflessioni più approfondite, ‘l’insegnante disperato’ ha dato prova della sua abilità nel tenere il palco e nell’interazione con la platea da vero one-man-show. Non sono mancate infatti, dopo un po’ di timidezza iniziale, le domande da parte dei presenti. Ne è emerso un messaggio chiaro e forte da parte dell’attore: “le passioni, prima o poi, emergono sempre, bisogna farci i conti”. Un invito all’essere se stessi, ad ascoltarsi. Al termine dell’incontro, foto di rito con il proprio beniamino e un annuncio sul futuro prossimo. “Ad agosto scriverò un nuovo spettacolo”. Il pubblico è avvisato.

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