Partire o non partire? Ad Ingegneria Industriale le risposte arrivano dall’Erasmus Day

“Fatevi apostoli di Erasmus”. È con questo appello che il prof. Furio Cascetta, Direttore del Dipartimento di Ingegneria Industriale e dell’Informazione (DIII), ha dato il via all’Erasmus Day, andato in scena il primo dicembre nella Sala del Consiglio della Scuola Politecnica e delle Scienze di base di Aversa. Rivolgendosi a una ventina di studenti, il Direttore ha poi aggiunto: “le attività internazionali sono importanti per diventare cittadini europei. Hanno un peso per voi e per il nostro Ateneo”. Al prof. Alessandro Formisano, delegato Erasmus del DIII, è spettato il compito di introdurre il programma, partendo da alcuni dati: “cosa succede a chi fa l’Erasmus? Statistiche dicono che il 40% di chi è partito si è poi trasferito all’estero, contro il 23% di chi invece è rimasto qui”. Sulla stessa linea: “il 93% dei partenti ha affermato che non avrebbe difficoltà a vivere all’estero, contro il 73% di chi non ha mai lasciato l’Italia, mentre il 33% ha dichiarato che sceglierebbe una compagna di vita di un altro paese, quota che scende al 13% per gli altri”. Si è arrivati così a cifre più appetibili: “l’85% di chi ha vissuto un’esperienza all’estero l’ha ritenuta utile per migliorare le proprie prospettive di impiego”. Focus quindi sui dettagli: “la mobilità di studio va dai tre ai dodici mesi e può iniziare dal secondo anno di corso. Prima di partire è necessario redigere il learning agreement, che stabilisce il piano di studi che seguirete all’estero. È importante anche comunicare eventuali variazioni”. Conclusa l’esperienza, “l’università che vi ha ospitati deve consegnarvi il transcript of record”, che attesta le attività svolte. Per la meta c’è l’imbarazzo della scelta: “potete andare dove volete. Abbiamo convenzioni con Atenei di Spagna, Portogallo, Turchia, Svizzera, Polonia, Romania, Svezia, Norvegia e tanti altri paesi. Non è mai capitato che chi volesse andare in un posto non sia stato accontentato”. E se non bastasse, si potrebbero aggiungere ulteriori destinazioni: “se siete convinti che un posto in particolare possa garantirvi delle possibilità, vi basta comunicarcelo e cercheremo di stabilire un accordo con l’Ateneo locale. Ovviamente per farlo ci serve un po’ di tempo”. Con una precisazione giunta dalla dott.ssa Antonia Pennino, responsabile del Programma Erasmus +: “è possibile cambiare sede in itinere, quindi potreste partire e poi trasferirvi altrove dopo che i docenti hanno stipulato l’accordo”. A completare il team che ha risposto alle domande dei ragazzi, il dott. Alessandro Lo Castro, responsabile Erasmus del DIII, e Pasquale Iavarone, che ha raccontato la sua recente esperienza di studio a Madrid. Proprio a quest’ultimo è stato chiesto quanto tempo…
 
Articolo pubblicato sul nuovo numero di Ateneapoli in edicola (n. 20/2015)
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