Docenti: promozione a pieni voti

Sono circa 10.000 in tutto l’Ateneo. Si muovono ogni giorno dalle piccole stanze prese in affitto in centro a prezzo ormai altissimo – se sono fuorisede – oppure da comuni di provincia spesso sprovvisti di un’adeguata rete di mezzi di trasporto, verso una delle sedi dell’università, tutte immerse nel cuore di Napoli. Per dare esami – come in quest’ultimo periodo, sempre delicato – o per seguire seminari, lettorati, lezioni di letteratura, archeologia; o semplicemente per approfittare degli spazi comuni e respirare a pieno la vita accademica stando in compagnia di amici.
Si tratta proprio di loro: le studentesse e gli studenti de L’Orientale. Alcune e alcuni di loro hanno raccontato la propria esperienza universitaria ad Ateneapoli, tra passioni per le lettere, grande stima per i docenti e la gestione difficile del calendario delle lezioni a causa di accavallamenti degli orari. Seduta su una delle panchine del piano inframmezzato di Palazzo Porta Coeli, a via Duomo – sede di Studi Letterari – Marica Panca, che frequenta la Magistrale di Letterature e Culture comparate e studia l’arabo.
“Sulla didattica de L’Orientale ho solo parole positive – spiega – Dopo la Triennale non ho avuto dubbi e ho tirato dritto perché il servizio è impeccabile: i docenti sono preparatissimi e molto disponibili dal punto di vista umano, tant’è che non ho mai avuto l’impressione di essere un numero. Lungo il percorso ho sviluppato un approccio molto critico e una grande autonomia di pensiero grazie a lezioni ed esami, e infatti faccio fatica a scegliere un insegnamento che mi abbia dato più degli altri”.
La studentessa non fa troppi drammi sull’accavallamento degli orari dei corsi, ammettendo che il motivo è semplice: “l’offerta è molto ampia e noi abbiamo libertà di scelta, sarebbe impossibile per il Polo didattico soddisfare le esigenze di tutti”. L’esperienza accumulata negli anni è una buona spia anche per rendersi conto di quanto siano effettivamente difficili i famosi scritti di Lingua, tanto temuti dagli iscritti de L’Orientale. Da studiosa dell’arabo, ha detto: “io ho avuto la fortuna di frequentare sempre le lezioni, soprattutto durante la Triennale: sono arrivata preparata agli esami. Se si ha costanza e si riesce a stare dietro alle lezioni, non vedo quali problemi si debbano incontrare. È impossibile pensare di imparare una lingua straniera, magari anche difficile, da soli”.
I problemi per Marica, forse, stanno fuori dall’università. Fuorisede, originaria della Basilicata, spiega che “fino al 2020 era tutto nella norma, sia per affitti che per vivibilità. Dalla riapertura post Covid una stanza singola la si paga dai 350, 400 euro in su, mentre prima si riusciva a trovarne a 200 o 300 euro”. Sulla panchina opposta è intenta a ripetere in compagnia di un’amica Martina Pisa, iscritta alla Triennale in Mediazione linguistica – uno dei Corsi più apprezzati dell’Ateneo – dove studia inglese, francese – che sta pensando di sostituire con l’arabo – e olandese come esame a scelta.
Mancano poco meno di due ore all’esame di Linguistica inglese 1 ma non sembra molto preoccupata: “avendo già una certificazione di C1, mi sento abbastanza tranquilla, ieri e l’altro ieri ho sostenuto le parti di grammatica e quella relativa al lettorato, siamo passati in 33 su 100. E lo ammetto, ho frequentato pochissimo le lezioni”. Ad averla rapita, in realtà, è stato il corso di Letteratura inglese del prof. Sarti: “non ho mai saltato un appuntamento. Sono appassionata di lettere e lui è stato sempre molto stimolante”.
A differenze di Marica, a Martina non va giù la disorganizzazione del calendario delle lezioni: “in questo secondo semestre ho dovuto seguire solo sei ore a settimana, che mi sarei augurata di avere tutte in una sola giornata. Invece ne ho avute due al giorno e per questo motivo spesso non ho seguito, dovendo arrivare da Fuorigrotta non è molto agevole”.
Nonostante sia pomeriggio inoltrato, spostandosi a Piazza San Domenico Maggiore, dove ha sede Asia, Africa e Mediterraneo (Daam) – il Dipartimento cenerentola, perché il più piccolo – ci sono ancora gruppi nutriti di studenti che approfittano delle aule studio del cortile ancora aperte.
Una di loro è Antonella Pandiscia, al terzo anno della Triennale in Culture e civiltà antiche. Che esalta senza esitazioni tanto il Corso quanto i professori: “li ammiro a tal punto che ambisco a diventare come loro”, dice. “Alle lezioni per fortuna siamo sempre pochi e molto coesi, questo ci permette di partecipare attivamente alle lezioni e anche alle attività extracurriculari, tirocini e soprattutto di scavo, dove noto che ci impegniamo davvero per un interesse forte, e non perché necessitiamo di cfu da inserire nelle varie caselle. A chi stia pensando di iscriversi consiglierei proprio questo: bisogna avere tanta voglia di studiare, certo, ma serve tanto anche crearsi una rete di contatti tramite tutte le manifestazioni culturali ed eventi a latere che organizza l’Ateneo. Si impara e si cresce anche in quelle situazioni”.
A voler trovare un difetto, già fatto presente al Coordinatore prof. Antonio Rollo, “si potrebbe fare meglio nel dosaggio delle attività tra primo e secondo semestre, sono un po’ sbilanciate”.
Come per Marica, anche per Antonella, lucana di origine, il caro affitti è un problema non trascurabile: “pur restando Napoli ancora accessibile rispetto ad altre città, gli aumenti sono spropositati. Io pago attualmente 350 euro, ma è emblematico il caso del mio coinquilino. La ragazza che occupava prima la sua stanza pagava 390, mentre lui, subentrato da poco, paga addirittura 450 euro”. Le testimonianze di Flavio e Aurora, tutti e due studenti dello stesso Corso di Laurea, si concentrano sulla qualità dell’offerta didattica. “L’Orientale offre programmi completi e penso sia l’Ateneo da preferire in questi ambiti sul territorio napoletano” – spiega il primo – che menziona gli esami di Geografia ed Economia, “devo dire che mi hanno colpito molto”. “Io aggiungo che noi del Daam siamo fortunati, perché questa è la nostra unica sede, non dobbiamo mai spostarci, continua la collega.
L’ultima battuta è di Rosa, collega degli altri due, che risponde con convinzione a chi pone dubbi sulla scelta di iscriversi ad un qualsiasi Corso di Laurea umanistico per mancanza di lavoro: “certamente la prospettiva spaventa, che si tratti di psicologia, lettere o storia. Io però me ne sono fregata e rifarei di nuovo questa scelta, perché l’archeologia mi piace, mi appassiona tanto e ho preferito non farmi influenzare dalla paura”.
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Guida Universitaria – Pagina 126-127

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