“L’Orientale ha questa capacità incredibile di movimentare saperi culturali a tutto campo sia dal punto di vista geografico che storico, partendo dall’archeologia per arrivare all’intelligenza artificiale”. L’università non può essere solo ore di lezione nelle aule e lunghe esercitazioni linguistiche. E infatti L’Orientale ci prova. Attraverso quella proposta culturale alla quale fa riferimento il prof. Fabio Amato, docente di Geografia urbana e delle migrazioni internazionali e di Geografia sociale e culturale, delegato alla Comunicazione di Ateneo, che prova ad andare oltre lo star seduti tra i banchi e il dare esami.
Il tentativo di arricchire il percorso di studentesse e studenti per formare cittadini consapevoli passa anche dalle manifestazioni e dagli eventi culturali organizzati durante l’anno accademico. Esempi per eccellenza, tre appuntamenti del 2023: la presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nella Basilica di San Giovanni Maggiore in occasione dell’80° anniversario delle Quattro giornate di Napoli; il conferimento della Laurea Magistrale Honoris causa in ‘Lingue e Comunicazione Interculturale in Area Euromediterranea’ a Vinicio Capossela; la prima edizione del ‘Festival delle lingue, voci dal mondo’ e la Notte europea dei Ricercatori.
E si potrebbe continuare ancora, citando manifestazioni più recenti come i festeggiamenti per il Capodanno cinese dello scorso febbraio – evento che periodicamente alimenta il legame storico con il Paese del Dragone – e, da ultimo, la conferenza tenuta dalla dott.ssa Francesca Albanese sulla guerra in atto a Gaza a maggio, per un approccio critico sui fatti del mondo. “Durante il percorso formativo universitario – che non è obbligatorio, ma una scelta – bisogna essere protagonisti del proprio progetto di vita essendo interattivi. Confrontarsi con realtà altre e, cosa più importante, costruendo un senso dell’essere cittadini del mondo. Se prendo tutti 30 ma non riesco a rendermi conto di cosa ho intorno, probabilmente ho fallito scelta universitaria”.
Un discorso di carattere generale, quello del docente, che vuole essere un suggerimento per una maggiore partecipazione alla vita accademica – “purtroppo la riforma Gelmini ha reso le università degli esamifici”, ha poi aggiunto. Quanto all’offerta – davvero ampia – di manifestazioni culturali, la linea programmatica del delegato alla Comunicazione è provare a mettere tutto a sistema così da orientare meglio gli studenti e far arrivare loro proposte congeniali ai progetti di studio – anche tramite l’ultima novità, il canale Whatsapp, inaugurato pochi mesi fa, oltre che tramite sito web, Facebook, Instagram e Youtube che pare registrino più interazioni dal 2022 a oggi. Per Amato è fondamentale che “partecipino attivamente, ascoltino voci differenti dai docenti e si rendano protagonisti ponendo domande, approfondendo; anche perché gli eventi e le manifestazioni che organizziamo possono essere spunto per la costruzione del futuro professionale”.
Dunque, la sensazione è che “si possano ottimizzare meglio le risorse per ottenere una maggiore partecipazione; ad ogni modo, la componente studentesca resta un po’ volatile, ma è normale. Da docente, soprattutto alla Magistrale, ho notato che la presenza di ospiti autorevoli è molto apprezzata dai ragazzi; vedo più interazione”.
L’ultima battuta è sui famosi crediti, spesso unico motivo per il quale gli studenti partecipano ai seminari: “garantiscono (i crediti, ndr) una presenza passiva e mettono sullo stesso piano chi scrive una relazioncina tanto per riempire la casella e chi invece segue con passione i laboratori, sforzandosi e approfondendo”. Non c’è altra strada: “bisogna insistere sulla volontà di partecipazione”.
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Guida Universitaria – Pagina 126
L’Ateneo ha una “capacità incredibile di movimentare saperi culturali a tutto campo”
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