“Dal punto di vista istituzionale mi riconosco nella delibera di Senato Accademico nata dalla nostra volontà e in parte dalle sollecitazioni degli studenti: è un appello alla cessazione immediata di tutte le attività belliche nell’area”. Il prof. Augusto Guarino, Prorettore Vicario con delega all’Internazionalizzazione, chiarisce la propria posizione sulla guerra in atto nei territori palestinesi occupati. E aggiunge: “le cose sono andate troppo oltre e mi permetto di dire che, forse, questa sia la posizione di tutti gli italiani, della Chiesa stessa. Il conflitto è certamente antico e ha radici intricate, ma non è più il caso di guardare a chi ha ragione o torto. Le guerre – tutte – devono finire. Penso ci sia un idem sentire su questo”.
Altrettanto chiara è la dichiarazione sulla richiesta – soprattutto della componente studentesca, anche se internamente all’ateneo qualcosa si muove anche tra i docenti – sull’interruzione degli accordi tra L’Orientale e le Università israeliane: “non ci sarà e non sono assolutamente d’accordo”. Convenzioni che allo stato attuale sono quattro: con Ben Gurion-University of the Negev, Haifa University, Tel Aviv University e The Hebrew University of Jerusalem; attiva una convenzione anche con l’ateneo palestinese An-Najah University.
Il Prorettore poi continua: “nei confronti di Israele abbiamo preso la stessa posizione assunta nei confronti di Ucraina, Cina, Iran, Turchia quando ci sono stati momenti di crisi. Chiaramente le attività sono sospese, perché in uno scenario di guerra non è possibile proseguire, ma non interrotte. Capisco chi vorrebbe lanciare un segnale politico ma sarebbe debole e improprio perché il ruolo dell’università è diverso”. In più, secondo il docente, andrebbe specificato che “a differenza di altre università e Paesi, L’Orientale non ha nessuna implicazione in programmi di cooperazione di ricerca scientifica legati all’industria bellica”.
Non solo il tema caldissimo della guerra nei territori palestinesi occupati, però. Guarino racconta ad Ateneapoli anche le ultime mosse de L’Orientale sul fronte internazionalizzazione: “stiamo cercando di fare il massimo sforzo, è il mondo che va in questa direzione”.
E dunque: Summer school in Sardegna e Uzbekistan (due borse per Samarcanda) quest’estate, il progetto dell’Erasmus italiano e soprattutto la partecipazione all’Expo di Osaka nel 2025, in un progetto che coinvolge più università capitanate da Ca’Foscari. Dall’11 al 13 luglio ad Alghero, Parco di Porto Conte, si terrà proprio la scuola estiva “Leggere Mediterranea” a tema “Arcipelaghi” (l’iniziativa rientra nel Festival letterario Mediterranea). “Ha una storia abbastanza datata – spiega Guarino – in più, da diverse edizioni si svolge in collaborazione con gli editori. Per la Sardegna naturalmente la dimensione mediterranea e insulare è molto importante; tant’è che si affronta la realtà del Mediterraneo nelle sue componenti. Dal Tirreno ai Balcani, poi la Spagna, le Baleari e i rapporti con il Nord Africa. Proveremo a mettere assieme i pezzi del mosaico tenendo presente anche l’identità peculiare di Alghero, una minoranza catalana in una minoranza della Sardegna. Parteciperanno studenti, anche stranieri”.
L’Expo in terra nipponica, in proiezione 2025, sarà un momento rilevante dato che “il Giappone ci interessa molto come attrattore per gli studenti”. Passi avanti anche per il progetto Erasmus italiano, voluto dal Mur. Proprio lo scorso marzo la Ministra Anna Maria Bernini ha firmato il decreto che eroga il finanziamento di 10 milioni di euro per i percorsi di mobilità nazionale degli studenti che partiranno dal prossimo anno accademico, il 2024-2025. “Ci stiamo lavorando, io e il prof. Sommella (prorettore alla Didattica, ndr) in accordo con i tre Direttori di Dipartimento. Al momento abbiamo stretto un accordo con l’Università di Firenze”. Infine, in proiezione di una dimensione sempre più internazionale, qualche criticità arriva dall’Ufficio Erasmus: “molti sono andati via e i nuovi hanno bisogno di un training. Ci sta dando dei problemi, il supporto amministrativo è imprescindibile. Speriamo arrivino forze fresche che conoscano bene l’inglese”.
Claudio Tranchino
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Ateneapoli – n.09 – 2024 – Pagina 32