Seconda edizione della manifestazione dal 26 al 28 settembre
Tutto pronto per la seconda edizione del Festival delle Lingue, la tre giorni che dal 26 al 28 settembre animerà le varie sedi de L’Orientale con incontri, workshop interattivi, dibattiti e performance per costruire ‘Strade per la pace: incontri tra lingue e culture’, come vuole il tema di quest’anno.
Dagli idiomi europei come inglese, francese, tedesco, passando per l’Africa e quindi allo swahili, all’hausa, al berbero fino ad arrivare in Asia con cinese, giapponese, coreano, vietnamita e ancora: studiare e conoscere le lingue – pure quelle antiche – significa scoprire interi mondi da rispettare e con i quali confrontarsi. “Ci è sembrato un momento adatto – spiega ad Ateneapoli il prof. Giuseppe Balirano, direttore del Claor (Centro Linguistico di Ateneo) e membro del Comitato organizzativo del Festival – per affrontare questo argomento e ribadire che L’Orientale, che si occupa di lingue e culture straniere, ha un posizionamento molto forte, cioè garantire la pace sempre e comunque”.
Alla soglia delle 40, le lingue insegnate dall’Ateneo sono tante e “parteciperanno quasi tutti i colleghi”, l’organizzazione, simile allo scorso anno, prevede attività diffuse tra le varie sedi, nel pieno rispetto dell’identità e dell’expertise di ogni singolo Dipartimento. “A Palazzo Porta Coeli ci sarà spazio per le lingue dell’Europa, dell’Europa est e nord; qui avrà luogo il laboratorio curato da me, sul linguaggio cinematografico e l’educazione all’immagine della pace, durante il secondo giorno. Nell’occasione premieremo alcuni studenti che hanno partecipato a diversi progetti presentando lavori personali”.
E ancora, nelle altre sedi: “a Corigliano verrà data maggiore enfasi alle lingue orientali naturalmente, allo stesso modo anche a Giusso proporremo tante attività orientate a tracciare una rotta comune per la pace”. La terza giornata, infine, è direttamente collegata alla Notte di ricercatori, con la supervisione della prof.ssa Johanna Monti, perché “tutto il Festival è anche un’occasione per presentare le linee di ricerca che l’Ateneo porta avanti”.
E infatti la conclusione è affidata agli eventi e spettacoli per S.T.R.E.E.T.S. (Science, Technology and Research for Ethical Engagement Translated in Society), un progetto della Notte europea dei Ricercatori 2024/25, finanziato dalla Commissione Europea. Dopo un cenno alla sinergia con il Provveditorato – “puntiamo ad accogliere quanti più studenti del quinto anno delle secondarie di secondo grado per mostrare loro cos’è L’Orientale” – Balirano chiude con una riflessione di ampio respiro sul senso dell’insegnamento delle lingue.
“Significa mostrare che esiste un’alterità che va scoperta anche attraverso l’apprendimento linguistico. E questa tradizione di conoscenza e studio, che come Ateneo portiamo avanti da oltre 400 anni, consente ai paesi lontani di avvicinarsi. Non siamo gli unici, certo, ma abbiamo peculiarità uniche e siamo tra i primi, lo ricordo, anche sul fronte dell’archeologia del Vicino e Medio Oriente e una delle più importanti scuole di Scienze Politiche del Vicino e Medio Oriente e dei Paesi africani”.
Claudio Tranchino
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Ateneapoli – n.13-14 – 2024 – Pagina 40