Gli studenti fra croci (gli esami tosti) e delizia (una sede gioiello)

“Palazzo Pacanowski è una sede gioiello, sia in termini di spazi che di comfort con tutte le accortezze del caso tra mensa, bar, parcheggio per motorini. Dalle vetrate si scorge il mare, una pillola di buonumore quotidiano che funziona anche nei giorni più stressanti”: un quadro delineato da Lorenza Esposito, al suo secondo anno di Economia Aziendale. La studentessa afferma di aver scelto questo percorso spinta “da un forte spirito di imprenditorialità che mi ha sempre contraddistinta. Spero in futuro di mettere su una start up con un orientamento sostenibile. Questa Triennale mi sta fornendo solide basi di partenza”.
La formazione è infatti “sensibile non solo alle discipline classiche, che sono un po’ le più difficili, come i due esami di Diritto e quello di Microeconomia, ma anche ai nuovi indirizzi verso cui la società di oggi ci sta trasportando. Viviamo in un’era di digitalizzazione, è dunque necessario sviluppare competenze pratiche anche in questo campo per poter dar vita a imprese innovative”. Per questo si consiglia alle matricole di partecipare intensamente alle attività curriculari ed extracurriculari come laboratori, seminari, corsi on line, esercitazioni, prove intercorso. La mia scelta è quella di sfruttare tutte le opportunità che l’università è in grado di offrire”.
E poi la Parthenope è un Ateneo a prova di studente: “non esistono professori che si impuntano per non farti passare gli esami e per ogni sessione sono disponibili ben quattro appelli. Questo permette anche una gestione efficace che evita di andare fuori corso”. Gestire lo studio è importante, e lo conferma anche Benedetta Pioli, iscritta al primo anno di Management delle Imprese Turistiche.
“Dal liceo all’università cambia tutto. Non è facile riuscire subito a comprendere il metodo adatto, ma ciò che ho imparato in questo mio cammino iniziale è che non bisogna assolutamente arretrarsi nulla. Studiare in contemporanea ai corsi è la strada giusta per poter completare tutti gli esami del semestre. Facendo ciò sono riuscita a dare tre esami su quattro del primo semestre: Economia Aziendale, Matematica Applicata e Francese. Per i due esami di Diritto Pubblico e Privato, essendo uno studio del tutto mnemonico a cui non sono abituata, fatico un po’, ma credo sia normale”.
Antonietta Campanile frequenta Economia e Commercio. “Mi ha sempre affascinato capire come funzionano le economie e come le decisioni delle aziende influenzino il mercato”, dice motivando la sua scelta.
Al primo anno, si dice entusiasta dell’andamento del percorso che pur con qualche difficoltà, come “l’esame di Diritto Privato, che è comunque uno sforzo necessario”, sta portando avanti attivamente: “Siamo fortunati a poter godere di prove pratiche come stage e progetti reali. A breve termine, vorrei iniziare a lavorare in una società di consulenza finanziaria per applicare ciò che sto imparando. E in futuro, mi vedo in una posizione dirigenziale nel settore bancario o a capo di una mia impresa”.

“La bocciatura non è mai una sconfitta”

Con un cambio di scenario, raggiungiamo il Centro Direzionale che ospita gli studenti di Ingegneria e Scienze e Tecnologie. Vittoria Langella, aspirante ingegnere civile, reitera una verità riconosciuta, ovvero che “ad Ingegneria si studia tanto e non è raro dover ripetere esami anche più volte, anche se questa non è ovviamente una legge stabilita”.
Ma non bisogna disperare, perché ciò rientra nell’alveo della “normalità universitaria. Ogni percorso ha il suo grado di difficoltà e la bocciatura non è mai una sconfitta, e non lo dico come una frase fatta ma è davvero un’opportunità per migliorarsi che non bisogna sprecare. Io ho dovuto ripetere l’esame di Analisi due volte: la prima, all’orale sono andata in panico totale. Ma il docente è stato comprensivo, non mi ha fatto sentire per nulla umiliata o messa alla gogna. Dopo mi è bastato semplicemente rafforzare le sessioni di studio sugli aspetti per me più complessi, anche servendomi di ausili come ricevimento e tutoraggio, e infatti l’ho superato anche con una votazione discreta”.
Il consiglio è quello di “perseverare sempre. Se si ha un reale obiettivo da raggiungere, tutto il resto sono solo scuse”.Informatica è la materia che mi ha sempre affascinato, sin da quando ero bambino. Quando ho scoperto che all’Università Parthenope c’era un Corso di Studi dedicato proprio a questa disciplina, non ho avuto dubbi”, testimonia Pasquale Ruotolo, primo anno fuoricorso, aggiungendo qualche informazione per chi si iscriverà a breve: “Si parte dalle basi. Non c’è bisogno di possedere conoscenze pregresse troppo specifiche perché i professori ci tengono davvero ad assicurarsi che tu capisca cosa stai studiando”.
Qualche scoglio subentra a partire “dal secondo anno, in quanto si incontrano materie più specifiche. Un esame come Algoritmi e Strutture Dati, seppur interessante, richiede ad esempio una mole di studio davvero molto elevata e le persone che lo superano alla prima occasione non sono tante. Però il docente è sempre molto disponibile per chiarire qualsiasi dubbio”. Per le attività pratiche “l’università offre corsi specializzati per insegnare la programmazione in ambiente iOS. Il corso iOS Foundation Program è tenuto dai professori Di Capua, Di Nardo e Finizio. La cosa utile: i crediti che si acquisiscono possono essere convalidati come esame a scelta o come tirocinio”. Infine, ecco i tre capisaldi da tenere sempre a mente per affrontare la vita accademica: “porre quante più domande necessarie per sciogliere qualsiasi perplessità, seguire le lezioni e soprattutto divertirsi. Perché la scelta universitaria deve essere fatta per passione”.
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Guida Universitaria – Pagina 81

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