“Creiamo campagne con l’AI, le analizziamo, ne discutiamo il processo creativo”

All’Università Suor Orsola Benincasa si respira aria di futuro. È stata istituita una nuova cattedra dedicata all’intelligenza artificiale generativa, un’iniziativa accademica che affonda le sue radici in un’esigenza concreta: formare figure professionali consapevoli, preparate e capaci di padroneggiare le tecnologie che stanno rivoluzionando il mondo del lavoro e della comunicazione. A guidare questa nuova avventura didattica è il prof. Francesco Paolo Virnicchi, docente universitario e consulente professionale, il quale racconta com’è nata l’idea: “Negli ultimi due anni mi sono specializzato sull’intelligenza artificiale e ho capito che era arrivato il momento di portare questi strumenti anche in aula.

Sono sempre più diffusi, sempre più centrali nel marketing, nella creatività, nella produzione dei contenuti. C’era un’esigenza formativa chiara: dare agli studenti più conoscenza e consapevolezza. Questo mondo sta tagliando il mercato del lavoro in maniera fortissima e non possiamo far finta di niente”. La proposta è stata accolta con entusiasmo dal Consiglio del Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione e il risultato è stato immediato: il nuovo insegnamento, avviato quest’anno come esame a scelta, è stato selezionato da quasi tutti gli studenti del terzo anno.

“Per noi era un’incognita. Essendo facoltativo, potevamo trovarci con le aule vuote. Invece è stato un successo”, dunque un evidente segno che c’è sete di sapere e gli studenti vogliono capire cosa sta succedendo nel mondo digitale. Il corso si distingue per un approccio spiccatamente pratico e interattivo, “un corso classico sull’AI oggi ha poco senso”, afferma il prof. Virnicchi, “mostro direttamente le piattaforme, facciamo esercitazioni, generiamo contenuti insieme, lavoriamo su testi, immagini, video, e su dati reali. Creiamo campagne con l’AI, le analizziamo, ne discutiamo il processo creativo.

L’intelligenza artificiale va capita attraverso l’uso diretto e concreto”. Il taglio è duplice: da un lato, la creazione di contenuti originali con il supporto dell’AI generativa; dall’altro, l’utilizzo dell’AI per migliorare le strategie di marketing, attraverso l’analisi predittiva dei comportamenti degli utenti e la personalizzazione delle esperienze comunicative. Non a caso, il prof. Virnicchi fa notare come gli strumenti predittivi sono già oggi dentro le piattaforme che tutti usano: “Prendiamo Meta, per esempio: usiamo Instagram o WhatsApp e non ci rendiamo conto che dietro c’è un’intelligenza artificiale che analizza, profila, suggerisce”. L’obiettivo è chiaro: formare utenti consapevoli e professionisti in grado di usare tutto questo in modo etico e strategico.

Non mancano però gli approfondimenti teorici e normativi. Una parte significativa del corso è dedicata infatti all’etica e alla regolamentazione. Ogni grande trasformazione porta con sé dei rischi e l’AI va usata con cognizione. “È costruita da esseri umani, quindi può contenere bias, pregiudizi, visioni distorte. Per questo insisto tanto sul concetto di consapevolezza. Chi usa questi strumenti deve sapere cosa sta facendo e con quali conseguenze. Altrimenti rischia di alimentare, anche inconsapevolmente, processi pericolosi”.

Dal punto di vista bibliografico, il docente ha scelto testi recenti ma già consapevole della rapidità con cui il settore si trasforma: “In due anni è cambiato tutto. Sto scrivendo un manuale, ma faccio fatica a finirlo: mentre scrivo, cambia lo scenario. Per ora ho adottato testi di autori che conosco e che invito anche come ospiti a lezione: questo mantiene il corso dinamico e aggiornato”.

Sul piano professionale, il corso mira a formare sia profili verticali, altamente specializzati, in grado di guidare le imprese nella trasformazione digitale, sia figure ibride come comunicatori, strategist, content creator e data analyst, che potenziano le loro competenze tradizionali integrando strumenti di AI.

Infine, uno sguardo al futuro. Secondo il docente, la prossima evoluzione dell’intelligenza artificiale passerà all’integrazione con la robotica: “Oggi l’AI è digitale, interagisce attraverso lo schermo. Ma molto presto sarà fisica. Avremo macchine che fanno cose nel mondo reale, che interagiranno nello spazio fisico. Ho già visto prototipi: non è un futuro lontano. E la nostra formazione dovrà seguirne il passo”.

Dunque in un momento storico in cui l’AI è entrata nelle vite di milioni di persone quasi senza che ce ne accorgessimo, un percorso formativo come questo diventa non solo un’opportunità, ma una necessità. Formare professionisti consapevoli, creativi e preparati è l’unico modo per affrontare con responsabilità le sfide del presente e del futuro. E a giudicare dall’entusiasmo degli studenti, è chiaro che questa sfida è stata raccolta con intelligenza, in tutti i sensi.
Lucia Esposito
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Ateneapoli – n. 9 – 2025 – Pagina 36

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