La preparazione “dovrebbe cominciare fin dal quarto anno delle superiori, se non dal terzo”. Purtroppo così non è. E allora bisogna correre ai ripari.
“Conviene puntare sulle domande di Logica. Una materia che, rispetto alle altre oggetto della prova, è sconosciuta agli studenti e richiede strategie mentali non in loro possesso”, il consiglio del prof. Luigi Verolino, direttore del Softel, il Centro di Orientamento e Tutorato dell’Università Federico II, docente di Ingegneria. Del resto buona parte delle domande complessive del test vertono proprio sul Ragionamento logico. Lo scopo: sondare l’abilità dei candidati ad individuare i legami esistenti tra gruppi di numeri, termini, immagini, lettere, frasi. Gli argomenti sono vasti e complessi. Però c’è poco tempo a disposizione per definire la preparazione. Dunque, “più che un manuale di Logica, è preferibile allenarsi con gli eserciziari”. Insomma, vale la pena affidarsi al “metodo deduttivo”.
Un’altra avvertenza: occhio all’orologio. Il test va completato in un tempo preciso, si ha a disposizione circa un minuto e mezzo a domanda. Quindi, suggerisce il prof. Verolino, in virtù della consolidata esperienza, farete bene a “porre estrema attenzione ai quesiti di Comprensione verbale. Sono lunghissimi e occorre tanto tempo solo per leggerli. Rimandateli alla fine della prova”.
In aula, giunto il fatidico giorno, l’ambiente “vi sembrerà ostile”. Controllate l’ansia “estraniandovi”, l’invito del docente. Chi ce la farà (“i migliori sono gli studenti dei licei classici perché sono più abituati allo studio”) vedrà spalancarsi le porte di Corsi “che garantiscono occupazione”. Per chi non dovesse passare, una -magra- consolazione: “il test non seleziona la vera qualità ma è l’unico mezzo a disposizione per scremare sui grandi numeri”.