L’essere manager “parte da un’attitudine personale”

Volete diventare dei leader? È il momento di domandarvi chi siete davvero. “Essere manager parte da un’attitudine personale: ci sono delle caratteristiche che non tutti hanno e non è una mancanza, ma un modo di essere. Chi vuole fare questo deve chiedersi: ho l’attitudine ad assumermi dei rischi? Ad assumermi delle responsabilità e a non trovare alibi sulle cose che non funzionano? Ho la capacità, se cado, di imparare dagli errori e non deprimermi? Queste cose non si imparano nei percorsi di studio all’università, ma con l’esperienza e con un percorso di conoscenza di se stessi”.
Così il dott. Luca Genovese, Executive Professional e rappresentante di Manageritalia, riassume le caratteristiche essenziali che deve avere chi punta a ruoli dirigenziali.
Sebbene esistano dei Corsi di Laurea che strizzano l’occhio al mondo aziendale e del management, un vero e proprio percorso ‘abilitante’ non esiste: sono manager gli ingegneri, gli economisti, i filosofi… Come si fa, allora, a trovare la propria strada? “Bisogna trovare la propria scintilla. La soluzione sta nell’intersezione tra quello che pensiamo di saper fare bene, quello in cui siamo veramente bravi, quello di cui il mondo ha bisogno e quello per il quale ci pagano.
Il punto di incontro tra questi quattro elementi rappresenta il vero senso della vita, ma parte tutto dalla scintilla”, afferma il dott. Genovese. “Più che un percorso, consiglio di attivare le due aree del nostro cervello, partendo dalla sfera emozionale: cosa ci ispira?”. Alla componente emotiva, poi, va applicato il filtro della razionalità per chiedersi: “tra cinque anni, il percorso che ho deciso di intraprendere cosa mi avrà lasciato per affrontare un mondo che non è quello di oggi, ma quello del futuro?”.

“Non sottovalutate le lauree umanistiche”

Per la collega Maria Federica Cordova, Director Technical Depart in PwC e docente di Gestione Aziendale a Ingegneria Gestionale, una buona mossa è “scegliere il Corso più basico possibile per il triennio, capire cosa vi attrae e specializzarvi poi nel biennio”.
Non per forza la scelta deve ricadere nell’ambito STEM, anzi: “Non sottovalutate le lauree umanistiche: le aziende cercano tantissimo gestori del personale con lauree in Psicologia o Filosofia. Competenze come la capacità motivazionale e la gestione dello stress sono molto richieste”. Indipendentemente da ciò che sceglierete, continua la prof.ssa Cordova: “mettetevi in gioco, conoscete persone e dimostrate interesse. Non presentatevi mai ai colloqui o ad incontri con persone senza prima esservi informati sulla realtà a cui vi state approcciando.
Per capire se avete o no l’attitudine giusta dovete proiettarvi sul futuro: pensate a come vi vedete tra cinque o dieci anni e chi vorreste essere, arrivati a quel punto e se conoscete dei manager che vi ispirano o se ci sono aziende che già seguite o dei territori di vostro interesse. All’università seguite i corsi e create relazioni con i colleghi e imparate fin da subito a lavorare in team, anche nello studio”. Totalmente in contrasto con la natura di un leader è, invece, ‘seguire il gregge’: “Non accodatevi alle scelte degli altri e che non sentite vostre, solo per moda o per senso di sicurezza.
A volte si creano dei meccanismi di self-control per cui molti ragazzi scelgono l’università sulla base di ciò che decide di fare la maggior parte della classe, non avendo ben chiaro cosa fare. Prendete questa scelta con consapevolezza, perché avete messo insieme una serie di informazioni e avete fatto una valutazione personale”, ammonisce il dott. Genovese.

‘Manager per un giorno’

Per iniziare a mettervi alla prova, anche prima dell’università, e capire se il manager è davvero il lavoro per voi ci sono alcune esperienze che potreste fare: “un sempreverde è andare all’estero, magari sfruttando il periodo estivo. Ideali sono i ristoranti a Londra: vivono con la brigata, che è proprio come una macchina organizzativa, e si è all’interno di un’organizzazione, con ruoli e responsabilità. Ottime anche le esperienze di volontariato, se fatte in modo che trasferiscano più agli altri che a te”, suggerisce.
Se, invece, volete calarvi nei panni di un manager e scoprire come si svolge una sua giornata, potreste partecipare a ‘Manager per un giorno’: “un’iniziativa di Manageritalia pensata proprio per farvi immedesimare in un dirigente, con le sue problematiche, le sue decisioni e la gestione delle priorità. È un primo contatto non convenzionale per aiutarvi a capire se questo lavoro può fare per voi, per poi approcciarvi ad altre esperienze come, ad esempio, un tirocinio”.
Altra occasione considerata altamente formativa da Tiziana Catuogno, manager di OFFICINE CST S.p.A è: “lavorare nelle grandi multinazionali. Formano tantissimo, più di qualsiasi altra esperienza. In una multinazionale impari le competenze, a lavorare in team, ad assumerti responsabilità fin da piccolo e a prendere le distanze da chi ti sta sopra e chi ti sta sotto, sviluppando la capacità di comunicare in entrambe le direzioni”. In qualunque tra queste situazioni, però, bisognerà rimanere lucidi e avere la capacità di “non adattarsi: se vi rendete conto che, rispetto al percorso che state facendo, la vostra asticella è più alta e quell’attività non vi soddisfa e non vi incuriosisce più, mettevi in gioco e cambiate”, esorta la prof.ssa Cordova. Soprattutto, non sottovalutatevi:
“Non pensate di non poter portare il cambiamento anche nelle grosse aziende: una vostra competenza, una vostra attitudine, un pallino che avete può diventare il vostro asso nella manica”. Insomma: “Fate i conti con la vostra natura. Chi è un po’ timido e non ama stare in mezzo alla gente è forse più indicato per un percorso più intimista, che lo porti a studiare di più e a relazionarsi di meno e lo vedo meno in un lavoro di team – conclude Tiziana Catuogno – Dovrete investire molto, soprattutto a inizio carriera, quindi avvicinatevi a dei ruoli per cui avete voglia di fare dei sacrifici. Se già quello che studiate non vi piace sarà un incubo. Il vostro lavoro occuperà la maggior parte del vostro tempo da svegli”.
Giulia Cioffi
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Ateneapoli – n.18 – 2024 – Pagina 40

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