7 piani, di cui 1 interrato e 6 fuori terra, 32 aule, per un totale di 2.263 posti, una grande aula magna, 32 laboratori, 50 uffici, 5 aree studenti, un garage da 95 posti auto e 30 posti moto. Un centro nel quale si fonderanno la didattica, la medicina territoriale, lo sviluppo tecnologico e l’avanzamento sperimentale. È la carta di identità del nuovo polo di Scampia, targato Federico II, che sta accogliendo i Corsi delle Professioni Sanitarie della Scuola di Medicina e Chirurgia. Ad inaugurare la sede, lunedì 17 ottobre, forbici alla mano per il benaugurante taglio del nastro rosso, c’è il Rettore Matteo Lorito, accompagnato dalle istituzioni e dalla madrina della giornata, Zeudi Di Palma, Miss Italia 2021, studentessa dell’Ateneo, originaria proprio di Scampia. “È con grande emozione che sanciamo l’ingresso di questa comunità nella rete della cultura, della formazione universitaria d’eccellenza, della ricerca, dello sviluppo tecnologico e dell’assistenza medica avanzata. La presenza dell’Università è uno strumento potente con cui contrastare il rischio di degrado sociale e culturale di un quartiere che vuole liberarsi da un’immagine negativa e sentirsi parte del contesto urbano e metropolitano”, entra subito nel vivo il Rettore Lorito, aprendo la conferenza di inaugurazione nella grande Aula Magna, a seguito della benedizione impartita dall’arcivescovo di Napoli Domenico Battaglia. Condividendo un’immagine – un giovane che prende la metropolitana dicendo di andare a Scampia, all’Università, a studiare – il Rettore parla di un grande progetto, “nato da un’idea di pochi, diventato il sogno di molti”. Di questo sogno ripercorre brevemente le tappe: una prima idea di porre a Scampia la Facoltà di Agraria, poi l’abbattimento della Vela H (dove ora sorge il nuovo complesso), l’accordo per il plesso di Medicina e Chirurgia nel 2006 e, a seguire, l’apertura del cantiere nel 2009, l’arrivo di ulteriori finanziamenti, alcune variazioni al progetto iniziale e, infine, a luglio 2022, la fine dei lavori. “Qui – prosegue – portiamo 16 Corsi di Laurea Triennale e 6 Magistrali delle Professioni Sanitarie. Porteremo la ricerca, in termini di innovazione tecnologica e sperimentazione avanzata per la sanità digitale. Porteremo, ancora, l’assistenza con ambulatori e day surgery a servizio della comunità”. Un quadro riassumibile in due parole: connected care. E conclude con un’altra immagine, una bambina bruna che, in occasione di una delle sue ultime interlocuzioni con il territorio, ha accompagnato a visitare la struttura: “Mi ha chiesto se un giorno potrà venire anche lei a studiare qui, poiché desidera diventare una dottoressa. Questa è la Scampia che vuole crescere”. Seguono i saluti istituzionali del Ministro dell’Università e della Ricerca Cristina Messa. “L’Università – ricorda – è un motore di cambiamento. È un luogo in cui si sviluppa il pensiero critico, un luogo di conoscenza e di scambio di idee che rende gli uomini e le donne forti”. Un progetto del genere, dice, non si regge in piedi da solo: “È necessario che si mantenga stretta la sinergia tra i vari protagonisti. Penso all’Università, al Comune e alla Regione, non solo in termini di finanziamenti o di organizzazione, ma anche alla comunità accademica, affinché interloquisca con la comunità locale, e agli studenti e alle studentesse che verranno qui e dovranno essere protagonisti del loro futuro”. Parla di un sogno coltivato per lungo tempo anche Gaetano Manfredi, Sindaco di Napoli. Rivolge ringraziamenti ai vari attori che si sono impegnati affinché il progetto prendesse vita e alle tante maestranze, ingegneri, tecnici e ditte specializzate che vi hanno lavorato concretamente. Progetto in cui, ricorda, si è impegnato egli stesso nei suoi anni da Rettore della Federico II. “Questa – è la sua chiosa – è la vittoria su un pregiudizio che associa Scampia ad un luogo di morte e di camorra, ad un luogo in cui, come a Napoli, si parla tanto, ma non si concretizza mai nulla”. Procede per immagini anche il Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca. Evoca una Scampia ordinata, dai viali ampi e alberati che, pur con tutte le sue criticità, non corrisponde all’autorappresentazione con cui spesso si presenta all’esterno. Poi arringa la platea delineando un quadro non idilliaco per la sanità italiana, in particolare nel Mezzogiorno. Avverte: “Sarete chiamati ad anni di sacrifici, di impegni e di studio. Siate i responsabili del vostro futuro e accogliete un’educazione al senso della responsabilità e del dovere, non al parassitismo”. La parola torna poi alla Federico II, con l’intervento della prof.ssa Maria Triassi, Presidente della Scuola di Medicina e Chirurgia: “Questo semestre partiamo con 660 studenti. Al secondo ne arriveranno altri 200”. L’obiettivo da conseguire a Scampia: “Realizzare un polo didattico della medicina altamente tecnologico in cui, impiegando strumenti e attrezzature di ultima generazione, si possa offrire una didattica avanzata e di qualità che consenta un’interconnessione tra la teoria delle lezioni frontali e la pratica nei laboratori. Scampia dovrà essere un grande ambulatorio, reale e virtuale, in cui l’avanzamento tecnologico integri e qualifichi il rapporto medico-paziente”. A chiudere l’incontro è l’intervento del Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera Universitaria, Giuseppe Longo, a cui spetta il compito di illustrare le attività assistenziali che, a breve, saranno erogate nel polo: “Il cronoprogramma prevede l’inizio dell’attività tra sei mesi. Si partirà con attività in regime di specialistica ambulatoriale che sono la tipica espressione della territorialità. In particolare, dunque, avremo ambulatori destinati ai disturbi della nutrizione ed endocrinologici, un centro antidiabete e un centro prelievi”.
Servizio di
Carol Simeoli