Tra sogni e speranze, studenti e neo laureati in attesa dei colloqui

Vestiti di tutto punto nonostante la pioggia abbondante. Ombrelli gocciolanti nella mano sinistra che rischiano di inzuppare le numerose copie di CV nella mano destra, fotocopiate per l’occasione perché non si può mai sapere. Alcune facce sono la tensione fatta persona, come se la giornata potesse portare la sola e unica svolta professionale; altre rilassate, tanto la laurea è lontana. C’è pure chi ha già il titolo in tasca da un paio d’anni, lavora al Nord, ma è tornato alle origini alla ricerca di un’occupazione più remunerativa. Dalle più disparate ramificazioni dell’Ingegneria all’Economia, dalla Fisica ad Agraria: è decisamente ampia la costellazione di indirizzi di studio rappresentati dagli studenti federiciani al Campus, tutti a prevalenza scientifica. Sulla rampa destra di scale dell’Aula Magna, in attesa che il Rettore presenti la giornata, chiacchierano Raffaele Cesarano e Giuseppe Ammirati, 25enni iscritti alla Magistrale in Ingegneria Gestionale. I settori sui quali puntano sono trasporti e logistica, quindi aziende come “Italo, Lidl, Barilla”. Anche se il vero sogno, di entrambi, è Amazon, che “purtroppo oggi (13 ottobre, ndr) non è qui. Ad ogni modo abbiamo intenzione di concludere prima gli studi. Dopo lo stage concluso poco fa, della durata di sei mesi e fatto in contemporanea all’Università, abbiamo capito che le due cose insieme rallentano molto. Speriamo di portare a casa qualche contatto per il futuro prossimo”. Poco più su, abbastanza spaurito, c’è Francesco Duro, sempre di 25 anni, studente di Ingegneria Meccanica, all’ultimo anno del biennio conclusivo: “I miei progetti lavorativi vertono tutti sul settore automotive, anche se sono aperto pure alla manifattura. Tra le varie aziende presenti, sosterrò colloqui con Capgemini e soprattutto Trefin, che è quella che mi interessa di più”. Arrivato al campus con un unico obiettivo, che si chiama Ferrero, Pasquale Luongo, 26enne al terzo anno di Tecnologie Alimentari, Agraria, definisce l’azienda come “il top gamma, dato che mi occuperei di controllo qualità, lavori in laboratorio”. Se un colloquio andasse a buon fine, il giovane valuterebbe il da farsi, perché “vorrei prima concludere con gli studi. Non so se continuare con la Magistrale o valutare un Master. È tutto in divenire”.

Non solo studenti, ma pure laureati. Come Stefania, 27 anni, pergamena in Finanza affissa al muro già da due anni, impiegata a Milano nel settore privato. E chiarisce subito: non ho intenzione di tornare a Napoli. Se sono qui, oggi, è per avere un contatto diretto con le risorse umane. Cerco un upgrade professionale”. Carriera universitaria conclusa, esperienza lavorativa già incamerata, Stefania dice pure la sua sulla formazione che la Federico II le ha impartito: “assolutamente in linea con gli altri Atenei italiani, alla prova dei fatti”.

Osservando le file agli stand, balza subito all’occhio la coda per Italo. Un vero successo per l’impresa ferroviaria che lavora nell’alta velocità. Attendono pazienti il proprio turno Emilio Rippa, 28 anni, e Ferdinando De Capua, 27. Il primo, già laureato in Ingegneria Elettronica, sta provando a specializzarsi sempre di più “nel settore, infatti sono interessato anche ad Hitachi e Ferrovie dello Stato. Sarei disponibile ad andare fuori se un’eventuale proposta risultasse interessante. Ad ogni modo, se dovessi parlare di aspirazioni personali, mi piacerebbe trovare un’occupazione nella programmazione. Quello è il mio vero ambito di riferimento”. Ferdinando invece, che durante il proprio percorso universitario ha dovuto fare i conti anche con disgrafia, dislessia e disortografia, studia alla Magistrale di Ingegneria Gestionale: “Ho già in mente il ruolo che mi piacerebbe ricoprire: direttore della produzione. Magari per Leonardo, vero obiettivo della giornata per me”. Lo studente, tuttavia, il primo anno di lavoro vorrebbe spenderlo “a Napoli, al massimo sul territorio regionale”. Chiude la rassegna delle testimonianze dal campus Gennaro Frippa, 21enne alle prese con gli ultimi esami della Triennale in Fisica: Non ho in programma nessun colloquio, credo sia troppo presto. Tra l’altro, ho anche aspirazioni sulla ricerca che, ove mai dovesse diventare la mia strada in futuro, non sarebbe di sicuro in Italia. Magari Germania o, perché no, Stati Uniti!”.

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