Gli esordi della nuova Magistrale al Dipartimento di Scienze Umanistiche
L’attesa è finita. Il Suor Orsola Benincasa, con l’anno accademico appena iniziato, ha battezzato le prime lezioni in assoluto della neonata Magistrale biennale in Digital Humanities, afferente al Dipartimento di Scienze Umanistiche. A fine settembre ha aperto le danze Introduzione alle Digital Humanities: un insegnamento annuale da 12 crediti, erogato sia in presenza che in streaming, utile agli studenti per orientarsi in quel mare magnum del digitale applicato al mondo umanistico. Come spiega il prof. Stefano De Luca, l’insegnamento “segue un percorso a Y”. Ovvero, “c’è una prima parte comune ad entrambi i curricula (gli studenti scelgono tra Beni culturali e Materie letterarie, ndr), di mia competenza, che si esaurirà in questo primo semestre”. A seguire, nella seconda parte dell’anno, sarà compito dei docenti Fernando Sarracino (curriculum Materie letterarie) e Barbara Balbi (curriculum Beni culturali) entrare nel dettaglio dell’applicazione del digitale ai rispettivi settori. “Per quanto concerne il mio modulo – continua De Luca – presenterò l’ecosistema digitale in cui siamo immersi attraverso una ricostruzione storica delle sue diverse fasi. Internet e il web, che sono due cose distinte, lo sviluppo dei social media, i big data, che si accumulano perché siamo sempre più presenti sulla rete e, infine, l’intelligenza artificiale, utile ad interpretare proprio quella mole di dati che altrimenti resterebbe un mare confuso. Quest’ultimo elemento, cioè l’AI, riceverà particolare attenzione”.
Con l’anno nuovo, poi, gli studenti che hanno scelto il curriculum in Materie letterarie si confronteranno con “le applicazioni del digitale in una prospettiva di formazione dei docenti di domani – afferma Sarracino – cioè come determinati strumenti possano supportare la didattica”. La struttura di questo modulo si suddivide in una prima parte dove i ragazzi incontreranno i concetti chiave della Didattica Generale. Ovvero il rapporto tra insegnamento e apprendimento, il rapporto con i saperi, le metodologie, i processi di progettazione e valutazione, il micro-learning e la professionalizzazione del docente stesso. In conclusione, l’attenzione si focalizzerà “su alcuni dispositivi digitali per la progettazione didattica”.
L’altro ‘corno’ della Y riguarda il curriculum in Beni culturali. In questo caso, le lezioni si concentreranno sulla mediazione digitale, sia per quanto riguarda le nuove forme di valorizzazione del patrimonio culturale (nella sua accezione più ampia) che dei punti di vista dell’utente e del creatore dei contenuti. Inoltre, dopo una prima parte più teorica, l’insegnamento assumerà i contorni della dimensione laboratoriale, nella quale gli studenti saranno chiamati ad imparare i concetti fondamentali che riguardano la progettazione di alcuni linguaggi digitali, sempre all’interno di un’ottica a favore della digitalizzazione e della mediazione dei beni culturali. Questa sarà la sfida: comprendere le esigenze degli utenti per capire di cosa hanno bisogno, e il visitatore culturale e il creatore di contenuti.
Claudio Tranchino