La fascia di capitano ad una matricola di Lettere Classiche
Prima squadra di calcio a cinque femminile per il CUS Caserta, formata con il reclutamento (tutto social e in poco più di un mese) di studentesse della Vanvitelli. Un traguardo a tratti consolatorio se si pensa che la prima disputa del team si è conclusa a favore del CUS Cassino, che ha sconfitto le vanvitelliane per 11 a 2. L’ambito è quello del Campionato Nazionale Universitario (Cnu) che si è concluso il 22 maggio proprio nel comune frusinate. La partecipazione delle ragazze nella competizione, come ha dichiarato il Presidente del CUS Caserta Vincenzo Corcione, è una frontiera eccezionale di fronte alla quale il punteggio conta poco. Arruolate su Instagram, le ragazze del team, diverse tra loro per età e percorso di studio ma accomunate dalla stessa passione, sono otto: Anna Raimondo, la capitana, Nancy Cione, Giusy Turino, Pasqualina Errico, Paola Antropoli, Antonella Rosmino, Mariachiara Cantiello e Clementina Mattei. Primo anno di Lettere classiche, passione per il calcio sin da bambina, abilità organizzative: è questo il profilo della numero 10 del team, Anna Raimondo, che ricorda con gioia e una nota di nostalgia le giornate trascorse a cercare il goal in piazza, con i cuginetti. “Avrei anche voluto intraprendere una carriera nel calcio – racconta – ma il nostro paese non vanta, culturalmente, il primato dell’inclusione femminile nel calcio, per cui non c’erano squadre alle quali aggregarsi”. Da questo punto di vista l’offerta del CUS Caserta ha rievocato il suo puerile desiderio: “Non appena ho visto il post su Instagram mi sono candidata”. Designata capitano per l’assidua attività di coordinatrice, Anna ha cercato, insieme alle sue sodali, di instaurare un clima di squadra nello scarso tempo a disposizione. È stato un successo, almeno sotto questo profilo. Dall’esperienza in campo è infatti nata un’amicizia che va oltre la competizione. È questo il potere dello sport. La sconfitta è arrivata lo stesso, certo, ma non è dipesa dall’incomprensione tra le componenti del team. A determinare il risultato sono stati, infatti, “il gran caldo nella tendostruttura, l’insufficiente preparazione atletica del team rispetto alle avversarie e il poco tempo a disposizione per gli allenamenti”. Di rilievo è il fatto che alcune delle ragazze non avessero mai toccato un pallone, come Giusy Turino, al sesto anno di Medicina e Chirurgia: “Sebbene mi piaccia lo sport, ad avermi spinto a partecipare non è stata la passione per il calcio. Appena ho visto il post di reclutamento, infatti, ho capito che si sarebbe trattato di una grande occasione. Il fatto che si sia scelto di dare spazio alle donne, in un paese purtroppo ancora culturalmente arretrato sotto questo profilo, mi è sembrato degno di attenzione”. Ma anche per una principiante come lei l’intervento del mister è stato decisivo. Gianpaolo Barbato, l’allenatore che prima d’ora non si era mai cimentato nel calcio femminile, “ha spiegato diligentemente ogni tattica, con pazienza e comprensione”. Per il futuro Giusy non guarda troppo lontano, fa pochi passi alla volta: “Adesso penso a laurearmi, per la specializzazione si vedrà”. Vuole continuare quest’esperienza nel calcio, specialmente dopo l’avventura cassinese (che le ragazze si guardano bene dal definire un fallimento). Anche se Barbato, preso da altri impegni sportivi, non potrà continuare a seguire la squadra, il CUS Caserta, sotto l’egida del segretario generale Luigi Fattore, sta già cercando un sostituto. Nel frattempo le ragazze non si sono perse d’animo e, tra i libri e le lezioni, hanno stilato un calendario di allenamenti in proprio. Anche se alcune non hanno mai giocato, infatti, altre hanno esperienza e possono supportare le compagne. È il caso di Nancy Cione, all’ultimo anno di Psicologia applica- ta, che è stata parte di squadre nel calcio a cinque e a undici. Una passione che viene da molto lontano la sua. Giocava con il papà, già calciatore a livello agonistico che poi interruppe la carriera perché il padre immaginava per lui un altro futuro e voleva che studiasse. “Mio padre non ha mai abbandonato la sua passione – spiega Nancy – e l’ha trasmessa anche a me”. L’esperienza cassinese “è stata importante anche e specialmente per le amicizie che abbiamo instaurato. Nei tre giorni trascorsi a Cassino abbiamo scoperto ragazzi provenienti da tutta Italia, e questo ci ha sorpreso. Credevamo che i Cnu fossero un evento più ristretto, ma abbiamo dovuto ricrederci. È stato formidabile”. Il futuro per Nancy non è ancora ben delineato, ma la scelta coerente di studiare Psicologia, “disciplina che consente di comprendere e aiutare il prossimo”, continuerà ad orientarla. Per il futuro della squadra, invece, le idee sono tante, come fa sapere Luigi Fattore, “tra cui una possibile dimensione federativa”. L’idea, ora che si è potuto sdoganare anche qui uno dei tanti tabù retaggio di una società tipicamente patriarcale, è quella di restituire pari nobiltà alla disciplina, agendo più o meno direttamente sul divario di genere. Il sodalizio tra CUS Caserta e Vanvitelli ha dato anche stavolta i suoi frutti, restituendo al panorama sociale un primo posto a livello locale nel connubio tra sportività e conquista dei diritti.
Nicola Di Nardo