Antonio Zaffiro, secondo anno di Medicina, oro ai Cnu, racconta…
Non delude le aspettative la delegazione del Cus Napoli ai Campionati Nazionali Universitari di Canottaggio. Nelle giornate dell’8 e 9 ottobre scorso, presso il Lago di Paola a Sabaudia, arriva l’oro per la specialità due senza maschile conAntonio Cascone e Antonio Zaffiro. Medaglie d’argento e di bronzo invece per l’equipaggio formato da Antonio Cascone, Antonio Zaffiro, Luca Annibale e Giorgio Maddaloni nella specialità quattro senza maschile. Si tratta di due specialità particolarmente complesse nel canottaggio, dove ‘senza’ sta ad indicare l’assenza del timoniere. La direzione dell’imbarcazione è, quindi, controllata dal compagno che voga e serve molta tecnica per raggiungere un alto livello di prestazione.
“Avevo già gareggiato a Sabaudia con la squadra nazionale, ma l’ambiente dei CNU è molto diverso. Al di là della gara, della competitività agonistica, sei felice di incontrare colleghi di altri Atenei con cui non ti vedi da tempo, che vivono in altre parti d’Italia”, racconta Antonio Zaffiro, studente al secondo anno di Medicina e Chirurgia della Federico II. Il giovane campione commenta l’oro con un misto di soddisfazione e sorpresa: “l’allenamento è andato bene, ma è stato impegnativo coniugarlo con lo studio, non mi aspettavo questi risultati. Di anno in anno immagino che gli impegni universitari si intensificheranno, ma non voglio ancora rinunciare alla passione sportiva”. L’interesse per il canottaggio, per Antonio, è legato soprattutto alla voglia di trascorrere del tempo all’aria aperta. Ha iniziato da ragazzino, quando ha scoperto con lo zio, quasi coetaneo, questo sport. Sono stati entrambi conquistati da un ambiente amichevole, stimolante e dinamico. “A poco a poco ho iniziato a intensificare gli allenamenti. Vedevo che, anche a livello agonistico, i miei sforzi venivano ripagati con le prime vittorie, e così è cresciuto l’interesse”. Ma ad aver fatto restare Antonio legato al canottaggio non sono certo le medaglie, viste dal giovane più che altro come un incentivo a fare sempre meglio. Di questo sport apprezza “i piccoli valori che mi ha insegnato: non bisogna mollare, anche quando si è stanchi,come relazionarsi agli altri e, soprattutto, il valore del tempo”, racconta lo sportivo. Ai giovani che ancora poco conoscono questa disciplina, Antonio consiglia di cimentarsi soprattutto se si è timidi e introversi: costruire un senso di appartenenza alla squadra, in alcuni casi, può rivoluzionarti la vita.
Agnese Salemi