7 mila presenze a “Porte Aperte”

Come è articolata la laurea in Architettura? Esiste la laurea in Magistratura? Come si diventa avvocato? Quali sono gli sbocchi professionali di Ingegneria gestionale? Cosa si studia ad Agraria? Questi e tanti altri i dubbi dei giovani diplomandi giunti al complesso universitario di Monte Sant’Angelo da tutti i capoluoghi della regione, a qualche mese di distanza dalla scelta del loro percorso di studi universitario. Per sedare ogni incertezza, l’ Ateneo Federico II ha aperto i battenti ai diplomandi di tutta la Campania dal 12 al 18 febbraio con l’iniziativa “Università Porte Aperte”, alla sua quinta edizione. Informazioni di ogni sorta, consigli di esperti e docenti, visite ai laboratori, insomma tutto quello che occorre sapere per avere le idee chiare e scegliere serenamente la facoltà a cui iscriversi o magari se iscriversi o meno all’università. Per la giornata inaugurale di lunedì 12, sono giunti circa settemila studenti –ne sono attesi circa 12mila nelle visite alle diverse facoltà- delle superiori. “Il 70% da Napoli e provincia, ma anche dagli altri capoluoghi, un pò meno forse da Salerno”, ci dice il prof. Luciano De Menna, Presidente del Sof-tel, il centro d’orientamento, l’informazione e la didattica. “‘Porte aperte’ perchè le difficoltà degli studenti nascondono da difficoltà di orientamento – ha ribadito il Rettore dell’Ateneo Federico II, Guido Trombetti, rivolto alla platea di professori e studenti delle superiori – Durante questa settimana, apriamo a voi le nostre facoltà, i dipartimenti, le biblioteche e i laboratori per illustrarvi quello che facciamo tutti i giorni”. E aggiunge un consiglio: “scegliete quello che più vi piace, avrete minori difficoltà durante gli studi”. Ospite della giornata doveva essere Carlo Verdone, del quale, però, abbiamo visto solo il filmato di un’intervista realizzata dal prof. De Menna. “Non ho studiato Medicina perché mi preoccupava l’Anatomia, mi dava fastidio il sangue – dice Verdone nel filmato – Sono un famoso ipocondriaco, ho interpretato molti film su questo argomento. Ho fatto, però, studi personali di Medicina e finora ho dispensato delle diagnosi fantastiche”, scherza, poi dicendo: “sono un farmaco antidepressivo: cerco di affievolire i dolori dei miei malati, per questo il prossimo 16 marzo terrò una lezione ‘Doloris causa’ al Federico II”. De Menna, poi, cerca di dare risposta a tutte le domande degli studenti, qualcuno, in tono giocoso, chiede se morirà di fame, volendo scegliere la facoltà di Lettere. Il professore, pazientemente, risponde: “Stiamo cercando di fare un lavoro più specifico per ogni facoltà” e poi, riguardo il Sof-Tel, “abbiamo avuto molti finanziamenti ma non possiamo dare incarichi”; mentre evidenzia: “gli apprezzamenti alla grafica di Porte Aperte, grazie all’arch. Maurizio Majelli”. Il prof. Luciano Mayol, Presidente del Polo delle Scienze della Vita, spiega ai ragazzi le cause dell’istituzione del numero chiuso. “Quando mi sono iscritto all’università – dice – negli anni Settanta, non c’era il limite del numero chiuso, adesso, purtroppo, ci sono numeri imposti dal Ministero o criteri minimi definiti a causa dello scarso numero dei docenti”.
Uno degli stand più affollati è quello di Ingegneria. “I ragazzi sono molto spaesati –dice Francesco Di Natale, uno dei responsabili – ci chiedono gli esami che si sostengono ad Ingegneria, qualcuno ha perfino chiesto se si studia Matematica!”. Il prof. Piero Salatino, Presidente del Corso di Laurea in Ingegneria chimica spiega: “I test di autovalutazione, elaborati a livello nazionale, comprendono quesiti di matematica, una materia alla base dell’ingegneria”. I ragazzi sembrano attirati in maggior numero dall’Ingegneria biomedica, “perché – dicono – ci sono più sbocchi lavorativi”. “La maggioranza degli studenti non ha le idee chiare sul proprio percorso di studi – illustrano Raimondo Vitiello e Antonio Summonte, responsabili dell’orientamento – ci chiedono addirittura del ‘3+2’, dobbiamo così partire da un discorso generale nel quale li informiamo dell’ulteriore cambiamento dell’ordinamento previsto dal prossimo anno”. 
Lo stand di Medicina e Chirurgia è praticamente preso d’assalto. La cosa che preoccupa di più le future neo-matricole sono i test d’ammissione che, a loro detta, dovrebbero essere totalmente eliminati. Un gruppetto di ragazze del liceo scientifico ‘Medi’ di Cicciano aspetta pazientemente che la fila diminuisca: hanno bisogno di acquisire più informazioni possibili riguardanti la laurea in Logopedia. “I test non ci spaventano – sostengono – bisogna tentare per portare avanti le proprie passioni”. 
Allo stand di Agraria sono terminate tutte le brochure. “Gli studenti hanno le idee molto confuse. Quando si parla di Agraria, alcuni pensano al lavoro del contadino – spiega il dott. Pierluigi Scarpa, coordinatore dell’Ufficio Orientamento – forse, questa giornata risulta poco incisiva. Meglio aprire le porte di ogni singola facoltà, come faremo domani con le visite guidate grazie alle quali gli studenti potranno visitare i nostri magnifici laboratori”. Il prof. Salvatore Coppola, responsabile dell’Orientamento e docente di Microbiologia, dispensa consigli a tutti coloro che si avvicinano in cerca di informazioni. “Scegliete il modulo che più vi interessa – dice – il passo successivo è applicare un opportuno metodo di studi perché scegliere la facoltà di Agraria presuppone studio e impegno oltre che una buona dose di motivazione”. Il dott. Giovanni Gison, manager didattico, ci tiene a specificare che “ad Agraria, lo studente non è uno studente, non è uno dei tanti” in quanto “è seguito e supportato assiduamente”.
Una buona parte dei ragazzi ha concetti sbagliati sul mondo universitario o, peggio, sulle singole facoltà anche riguardo agli sbocchi occupazionali. Confondono lo psicologo col sociologo, non sanno se Scienze della comunicazione sia uguale o no a Lettere e qualcuno non conosce le Facoltà che afferiscono al Federico II. “Ma dov’è Psicologia?” ci ha chiesto una scolaresca proveniente da Casalnuovo. “I ragazzi hanno bisogno di informarsi bene – dice la prof.ssa Annamaria Zaccaria, referente all’orientamento della Facoltà di Sociologia – li abbiamo invitati a venire in facoltà, a sbirciare nei corsi. E’ importante che arrivino preparati nell’università e soprattutto che abbiano la consapevolezza dei problemi che incontreranno nel loro corso di studi”. 
La dott.ssa Sara Massotti, referente del Sof-tel, spiega ai diplomandi che si avvicinano allo stand, i tanti sbocchi occupazionali per i laureati in Veterinaria. “Spesso, si crede che, con questo tipo di laurea, si possa svolgere solo un lavoro da ambulatorio. Non è assolutamente vero. Diventare ispettore, lavorare alla FAO, nei Parchi nazionali per la salvaguardia delle specie animali sono solo alcuni esempi delle professioni per un laureato in Veterinaria”. E per finire, un consiglio: “ragazzi, è importante dedicarsi con impegno allo studio per tutti i cinque anni del corso di laurea”. 
Tra i corridoi, incrociamo anche qualche professore che ha accompagnato le scolaresche. Le professoresse Patrizia Pace e Rosa Cancro dell’ Istituto alberghiero ‘Sacco’ di Sant’Arsenio (Salerno) riferiscono: “i nostri studenti sembrano abbastanza interessati nella scelta di facoltà che si riallacciano a quello che stanno studiando, come Biotecnologie agroalimentari o Agraria”. Gli studenti, dal loro canto, continuano a girare da uno stand all’altro, da un piano all’altro, per fare incetta di materiale, guide, cd-rom, carpire informazioni. “Avete un foglio che illustra tutte le facoltà?” chiedono. Un gruppo di ragazzi del liceo scientifico ‘Miranda’ di Frattamaggiore, che all’unanimità ha scartato la facoltà di Medicina “perché è difficile entrarci”, ci mette al corrente dei loro dubbi. “Io vorrei scegliere Sociologia, ma, in effetti non so quali sbocchi lavorativi può offrirmi – dice Pasquale – mi piacerebbe lavorare nel campo del sociale, magari chiedo informazioni anche per Psicologia”. Fabio, che spera di diventare un ingegnere, e Giacomo, futuro studente di Giurisprudenza, confessano: “spesso ci viene fornito materiale senza spiegazioni verbali, solo fogli e guide tematiche, ci aspettavamo di essere più guidati”. 
Il prof. Antonio Marzocchella, responsabile all’orientamento di Scienze Biotecnologiche, parla degli sbocchi occupazionali: “il biotecnologo di primo e secondo livello può iscriversi all’albo dei biologi, può insegnare Scienze nelle scuole e partecipare ai bandi pubblici che prevedono la laurea”. Il prof. Gennaro Piccialli, Presidente della Commissione Didattica, ci mette al corrente di una buona novità – “è’ intenzione della facoltà abolire i test d’ammissione, anche se per ora non abbiamo preso alcuna decisione a riguardo”- mentre la prof.ssa Maria Lippo mostra alcuni piccoli esperimenti ai ragazzi, quali la moltiplicazione in vitro di piante e radici.
La scelta è complicata e, alla fine della giornata, alcuni studenti dell’Itis ‘Volta’ di Napoli confessano: “Una cosa ci è più chiara delle altre: l’università non sarà un percorso né breve né facile!”.
Maddalena Esposito
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