Biblioteca riaperta al pubblico tre volte a settimana

Modalità mista per le lezioni a Giurisprudenza. “Ci auguriamo che questo secondo semestre proceda nel migliore dei modi e specialmente senza interruzioni di sorta”, dice il prof. Lorenzo Chieffi, Direttore del Dipartimento. Complesso adeguarsi alla didattica da remoto in brevissimo tempo: “non per tutti i docenti è stato agevole familiarizzare con le nuove tecnologie, perché questa modalità di erogazione della didattica era prima per noi, se non totalmente sconosciuta, piuttosto marginale”. Per gli studenti “seguire le lezioni da casa può costituire un vantaggio in alcuni casi, specialmente per i pendolari che ogni giorno devono spendere diverse ore in viaggio”. Tuttavia “l’epidemia ci ha tolto moltissimo. Innanzitutto la possibilità di vivere l’Università e, in secondo luogo, ha reso più complicato lo svolgimento degli esami. Non è solo la difficoltà dell’esame in sé, ma le ripetute interruzioni che eventuali malfunzionamenti di rete possono comportare a rendere pesante la prova orale; inoltre alcune sessioni sono molto più lunghe perché in origine avrebbero previsto una prova scritta, che ovviamente non può essere eseguita”. Riprendono, da marzo, anche le sedute di laurea e i ricevimenti in sede, salvo naturalmente nuove disposizioni in materia sanitaria. Oggi, rispetto a novembre, quando a seguito della chiusura dei Dipartimenti i servizi erano stati erogati solo in via telematica, ci sono stati miglioramenti: “la biblioteca ha riaperto al pubblico, laureandi e dottorandi possono recarvisi tre giorni a settimana per consultazione e scannerizzazione dei testi”, dice il prof. Chieffi. Purtroppo l’emergenza “ha messo in standby molte delle attività che avremmo potenzialmente potuto incoraggiare, come abbiamo sempre fatto. Sul piano internazionale continuano le collaborazioni con Atenei esteri, come quelle attive con l’Universidad de Murcia, la Universidade Municipal de São Caetano do Sul e l’Université de Lille, per il resto dovremo attendere”. È vero che da un lato l’epidemia non è stata clemente con l’università, lasciando in sospeso molte delle attività, d’altra parte “ha fatto sì che ci rendessimo conto quanto la tecnologia può occorrere alle contingenze. Ormai ci rendiamo conto di vivere in un mondo in cui la tecnologia ricopre un ruolo preminente, ed è quindi necessario imparare a conviverci, quindi farne un mezzo da mantenere per certi aspetti della didattica”.

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