Giuseppe Cataldi è il nuovo Direttore di Scienze Umane e Sociali

È Giuseppe Cataldi il neoeletto Direttore del Dipartimento di Scienze Umane e Sociali che subentrerà a partire dal 1° gennaio 2020 al prof. Giampiero Moretti. “Sono molto legato a questo Ateneo: sebbene io sia stato dapprima studente e poi ricercatore per dieci anni alla Federico II, è a L’Orientale che ho fatto carriera”, afferma Cataldi. La sua esperienza di insegnamento presso quest’Università “compie, infatti, trent’anni proprio nel 2020”. Professore ordinario di Diritto internazionale sul Corso di Laurea Triennale in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali, nonché docente di Tutela dei diritti umani nell’Unione Europea sulle Magistrali del Dipartimento, Cataldi si laurea con lode in Giurisprudenza alla Federico II nel 1981. Coltiva già durante gli anni di studio un forte interesse per le politiche europee e il diritto del mare, che declinerà poi in anni più recenti svolgendo diverse funzioni all’interno del ‘Centro di Eccellenza Jean Monnet’ (in cui è da un anno Coordinatore del Network europeo ‘MAPS’ che vede al lavoro dieci città europee per la tutela dei diritti dei migranti nel Mediterraneo). Già Direttore del Dipartimento di Scienze Sociali dal 2002 al 2005, “mi appresto a rivestire una carica che è molto cambiata in questi dieci anni”, continua. “Dal 2010 i Dipartimenti sono organizzati secondo una logica strutturale completamente diversa a quella che io ho avuto modo di conoscere, da quando la legge Gelmini ne ha disciplinato nuovamente la governance eliminando le tradizionali Facoltà”. A proposito della sua elezione, raggiunta con il più vasto consenso, commenta: “sono onorato di aver ricevuto la nomina da docenti che stimo e senza i quali non si potrebbe garantire la qualità didattica e scientifica di cui l’Ateneo è strenuo difensore”. Pertanto, “spero che ci siano tutte le condizioni per andare avanti nella direzione avviata dal mio predecessore. Personalmente, mi sento pronto per questa nuova sfida, anche perché ho avuto l’occasione in questi anni di ricevere alcuni incarichi di rilievo”. Tra questi, in particolare, “il ruolo di Pro-Rettore Vicario dal 2008 al 2014 mi ha permesso di conoscere le dinamiche interne all’Ateneo al di là del singolo Dipartimento, con la possibilità approfondire le linee d’intervento e raccordo con altre Università sul piano dell’internazionalizzazione”. Molti gli obiettivi di miglioramento che intende perseguire nel suo mandato. “Serve, però, un accurato piano di gestione che possa mettere a punto una soluzione per le criticità complessive, di cui soffrono tutti e tre i Dipartimenti, attinenti in gran parte alla logistica e ai servizi”. Tuttavia, “abbiamo notato con l’ingresso di un nuovo Direttore generale, Marco Cinquegrani, un primo passo degli Organi amministrativi verso la riorganizzazione degli spazi. È stata, infatti, ripensata in parte la gestione delle aule destinate alla didattica e sarà forse progettato un nuovo intervento sulle biblioteche”, tenuti presente però certi vincoli imposti dal Comune di Napoli per gli edifici del centro storico. “La sede del nostro Dipartimento, Palazzo Giusso, recante ancora la storica scritta di ‘Istituto Universitario Orientale’, è ubicata nel contesto di un quartiere non facile, vicino a Largo Banchi Nuovi. Ci sono difficoltà, dunque, legate all’intero territorio che cerchiamo da lungo tempo di arginare. Mi riprometto di raggiungere una maggiore coesione con le forze presenti negli altri due Dipartimenti per promuovere le azioni nell’ambito della cosiddetta terza missione”. Del resto, “occupandoci di scienze umane e sociali, in un Dipartimento la cui offerta culturale è fortemente marcata dall’interdisciplinarità, viene naturale rivolgere lo sguardo a ciò che si fa nelle altre sedi. Anche noi docenti siamo, in un certo qual senso, ‘migranti’ tra queste strutture ed è importante rafforzare la dimensione di squadra”. In un Ateneo piccolo come L’Orientale, “l’individualismo è del tutto escluso. Nessuno dei Dipartimenti potrebbe, in realtà, esistere senza l’altro. Il nostro Corso di Scienze Politiche è, per questo motivo, un fiore all’occhiello: si studia economia e diritto, ma queste due scienze sono declinate nell’ambito delle lingue e delle culture di determinate aree del mondo”. Analogamente, “chi si occupa di lingue non può fare a meno di sapere cosa accade nelle istituzioni europee”. A lungo consulente del Parlamento Europeo e del Ministero degli Affari Esteri, Cataldi ha in progetto “di fare il possibile, in quanto primum inter pares, per assicurare una didattica a misura di studente. Benché a Scienze Politiche non sussista il caso di aule eccessivamente affollate o disagi impellenti, è in cima ai miei pensieri l’idea di garantire un numero più congruo di docenti, assicurando nello stesso tempo un ricambio generazionale quanto mai necessario”. Un argomento all’ordine del giorno e che, tuttavia, “si scontra con i problemi di precarietà connessi all’intero sistema paese”. Quanto agli studenti, “sono felice di aver incontrato ragazzi sempre motivati e indirizzati al confronto su fenomeni di stringente attualità. Troveranno, perciò, in me un interlocutore disponibile e attento alle loro esigenze”. Tematiche queste che “danno parecchio lavoro a tutta l’expertise che a L’Orientale si occupa della cultura del nostro e degli altri Paesi: dai diritti umani alla scienza politica, passando per la geografia, la sociologia e gli studi sulla comunicazione, questo Dipartimento ha tanto da offrire. Spero di essere all’altezza della fiducia che i miei colleghi hanno voluto concedermi”.
Sabrina Sabatino
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