Il fascino senza tempo dei castelli raccontato in una serie di incontri

Per gli appassionati delle architetture fortificate e per tutti i curiosi, torna il ciclo di seminari “I castelli a Palazzo Gravina” giunto quest’anno alla settima edizione. A fare da cornice agli incontri mensili è l’accogliente saletta delle conferenze di Palazzo Gravina – sede del Dipartimento di Architettura. Scopo principale dell’iniziativa, organizzata dalla dott.ssa Rita Introno e dall’arch. Luigi Maglio, presidente della sezione locale dell’Istituto italiano dei castelli, è sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi relativi alla conoscenza e alla salvaguardia delle architetture fortificate ancora presenti in Campania. Da sempre sono stati rivestiti da un alone di mistero che ha conferito ai castelli un fascino senza tempo. Scenari di numerose rivalità tramandano la storia di conflitti, rivolte ed intrighi. “Conoscere la storia del nostro territorio, attraverso le testimonianze del passato, è fondamentale – spiega l’arch. Maglio – Tutte le architetture rappresentano la nostra identità culturale, oltre a costituire una componente molto importante del patrimonio storico ed architettonico. Questo ciclo di seminari è molto coinvolgente per i giovani in quanto possono scoprire le loro radici attraverso le testimonianze del passato presenti sul territorio”. Il tema dell’incontro del 24 febbraio è stato “La cittadella fortificata dell’Annunziata a Massa Lubrense”. Durante il seminario l’arch. Giuseppe Pignatelli ha raccontato che il territorio lubrense, estrema propaggine della penisola sorrentina, si è contraddistinto nel passato per l’assenza di un vero e proprio centro urbano di riferimento e per la presenza di un numero elevato di casali sparsi. Un modello insediativo che intorno alla metà del XII secolo portò ad individuare nel colle dell’Annunziata il luogo più adatto alla realizzazione di un insediamento fortificato stretto attorno alla cattedrale e ad un castello, in grado di offrire riparo alla popolazione in caso di necessità. Il Corpus Civitatis ebbe vita breve, infatti, come ha spiegato l’arch. Pignatelli, venne distrutto dalla furia di Carlo I d’Angiò nel 1273, per punire l’infedeltà della città durante le guerre di successione al trono napoletano. Ricostruito nel 1389, la vita del castrum fu molto travagliata, scenario di numerose battaglie, venne abbattuto e ricostruito più volte.
Il prossimo appuntamento è previsto per il 16 marzo, durante il quale si parlerà del castello di Sicignano degli Alburni, mentre, nei mesi successivi, i protagonisti degli incontri saranno il paesaggio e l’incastellamento dell’agro nolano, il castello di Teggiano e un’importante fortificazione della terra pugliese, Oria. Per restare aggiornati su tutte le date del ciclo di seminari, basta un click sul sito www.castcampania.it.
Maria Maio
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