Il Preside: “non siate in ansia per i test”

Le statistiche dicono che l’Italia è il primo Paese in Europa per numero di laureati in Architettura. Purtroppo, però, è anche lo Stato dove, negli ultimi tempi, si costruisce di meno. Non vale più la pena, quindi, laurearsi in Architettura? “Non è vero che si costruisce poco in Italia; è che si affidano pochi lavori agli architetti, privilegiando altre figure professionali come gli ingegneri”, corregge il tiro il Preside della Facoltà di Architettura della Federico II, Benedetto Gravagnuolo. Che assicura: “ci sono ancora parecchie possibilità di inserimento, a patto che si studi molto all’università e ci si specializzi dopo”.
Per Gravagnuolo, infatti, i laureati in Architettura vanno suddivisi in tre fasce: “alla prima appartengono i grandi architetti italiani come Renzo Piano, Fuksa, vale a dire personaggi che riempiono le città di tutto il mondo con le loro opere. In questo caso, però, si tratta di talenti. La speranza è che, tra le sue matricole, anche questa Facoltà possa sfornare qualche futuro protagonista dell’architettura”. C’è poi una fascia di laureati di medio-alta preparazione “che riesce ad inserirsi nell’ambito delle grandi opere pubbliche”. Infine, la terza, costituita da laureati cui sono diretti “un’infinità di lavori collaterali, tra cui opportunità nel pubblico impiego e nell’insegnamento”.
Tutti i Corsi di Laurea attivati dalla Facoltà sono a numero programmato. Per il prossimo anno accademico, l’offerta formativa contempla un CdL Specialistica in Architettura quinquennale (250 posti) e quattro triennali, in Scienze dell’architettura (250), Edilizia (50), Scienze urbanistiche e della pianificazione territoriale e ambientale (50), Arredamento, interno architettonico e design (50). Quattro le Specialistiche, anche queste a numero chiuso ma senza test d’ingresso: due che fanno capo a Scienze dell’architettura – Progetto architettonico e Restauro, quest’ultima in partenza dal prossimo anno – una di riferimento ad Edilizia – Manutenzione e gestione edilizia e urbana – la novità in Pianificazione territoriale, urbanistica e ambientale, che fa capo al Corso in Urbanistica. Per il post lauream, accanto ai master già collaudati, nel 2005 ne partiranno tre nuovi: in Storia della città del paesaggio, in Progettazione d’eccellenza per la città storica, in Tecniche e metodi del progetto urbano.
Palazzo Gravina, complesso dello Spirito Santo, Palazzo Latilla, edificio di vico Carrozzieri, chiesa dei S.S. Demetrio e Bonifacio, le molteplici sedi tra cui gli studenti di Architettura sono costretti a dividersi. Per Gravagnuolo, dunque, le strutture restano il vero punto di debolezza di una Facoltà che invece ha, sempre secondo il Preside, la sua forza nella qualità del corpo docente. “La situazione sta migliorando – afferma con piglio sicuro Gravagnuolo, Preside che si dà molto da fare, come dimostra la sua recente rielezione – Abbiamo acquisito il complesso dello Spirito Santo, da completare entro ottobre 2005 e nelle cui aule sarà concentrata tutta la didattica della Facoltà; abbiamo ristrutturato la Biblioteca, che occupa adesso l’intero piano nobile di Palazzo Gravina; abbiamo bandito un concorso in cui gli stessi studenti disegneranno la futura aula per le conferenze da 300 posti da allocare nell’edificio di via Forno Vecchio”. In dirittura d’arrivo anche l’allestimento della sala di plottaggio, da terminare con il regolamento di gestione e il personale da collocare. Avviato, infine, il servizio di tutorato, volto ad aiutare gli studenti in difficoltà per problemi di organizzazione dello studio, di orientamento e di indirizzo, ecc.
2 settembre, la data per le prove di selezione che si svolgeranno nel complesso di Monte Sant’Angelo; il bando è in uscita in questi giorni. Logica e cultura generale, Storia dell’arte, Disegno e rappresentazione, Matematica e Fisica, le materie del test; due ore e quindici minuti il tempo per il suo svolgimento. “Il mio consiglio – dice Gravagnuolo – è di esercitarsi a lungo sui quiz già svolti; gli studenti, infatti, non devono dimenticare che è una prova a tempo”. E aggiunge: “non siate in ansia per il test, perché, in media, i posti banditi equivalgono al numero di coloro che poi s’iscrivono ai nostri Corsi”. Una volta immatricolati, “cercate di sostenere gli esami anno per anno, seguite i corsi indipendentemente dall’obbligo di frequenza, non rallentate mai il ritmo. Insomma, puntate sì a laurearvi, ma nel tempo giusto”.
Paola Mantovano
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