In “Siamo sotto il cielo”, le pillole meteo-climatiche del prof. Mazzarella

Perché a Napoli il caffè è più buono? E’ vero quanto dice  il proverbio ‘quattro aprilanti giorni quaranta’? Siamo davvero i responsabili del global warming? E quanto è pericoloso il vento forte? Domande che trovano risposta in ‘Siamo sotto il cielo’ che non è solo una frase da fatalista depresso, ma il titolo del volumetto pubblicato per i tipi della Simone Editore dal prof. Adriano Mazzarella, docente di Climatologia presso la Facoltà di Scienze della Federico II. “Siamo sotto il cielo: perché il clima influenza la vita di tutti noi e tutti i giorni, anche negli aspetti più impensabili – spiega l’autore – L’obiettivo del libro è proprio quello di portare all’attenzione del grande pubblico il ruolo che il clima e il tempo esercitano nel quotidiano eliminando l’idea che questi siano solo argomenti da bar”. La climatologia ha, infatti, svariate applicazioni, spesso sconosciute: dalla produzione di energia ai trasporti, dal turismo alla navigazione, dalla moda all’agricoltura.
Nel libro, settantacinque ‘pillole’ raccolte dalla rubrica ‘Metereologicando’ che il professore pubblica da 4 anni sul quotidiano ‘Il Napoli’ (il docente collabora anche con ‘La Repubblica’), ognuna di 1500 caratteri, articolate in cinque temi: Climatologia, Meteorologia, Salute e ambiente, Proverbi e Curiosità. “Ogni pillola costituisce una monografia a sé stante, che cerca di spiegare il fenomeno indagato, quindi il lettore le potrà scorrere anche senza un ordine preciso”, spiega. Il testo, corredato da una serie di vignette “che colgono a pieno l’ironia del testo”, è rivolto ad un pubblico vario, in quanto ha “un intento divulgativo, quindi è scritto in modo tale da essere comprensibile a tutti. Lo possono leggere i bambini, gli adulti, persone di qualunque tipo di istruzione. Poi può diventare uno strumento scientifico, ad esempio per i miei studenti, se fa da stimolo, da spunto per una ricerca, perché dietro anche ai proverbi popolari c’è una spiegazione scientifica che va analizzata e provata. Ho scoperto che tra i meteorofili il mio libro è già diventato un ‘must’”.
Ma il libro è solo l’ultimo dei lavori e dei progetti portati avanti dal prof. Mazzarella che dirige l’Osservatorio Meteorologico della Federico II. Fondata da Giuseppe Garibaldi e attiva ininterrottamente dal 1872, la stazione – composta da diversi strumenti per la misurazione di umidità, pioggia, temperatura, uvb, inquinamento – ha sede sul terrazzo dell’edificio di Largo San Marcellino, con una visuale che spazia a 360 gradi sulla città e a cinquanta metri di altezza. “Il nostro è un osservatorio di prima classe, in grado di controllare i dati in maniera incrociata – sottolinea il professore – La Federico II ha altre sei stazioni meteorologiche nella città di Napoli, a diverse altitudini: al Porto, sulla Torre Biologica del Policlinico, ad Agnano, sull’Hotel Jolly, sul Vesuvio e sul Monte Faito. In tutta la Campania abbiamo, inoltre, a disposizione settanta stazioni che abbracciano i tre estremi – nord sud ed est – della regione e che ci consentono di fare delle previsioni estremamente precise”. Per consultare le previsioni del tempo dei meteorologi della Federico II basta collegarsi al sito www.meteo.unina.it, e presto, molto probabilmente, sarà possibile seguire il professore mentre illustra le variazioni del tempo anche dagli schermi presenti nelle stazioni delle metropolitane, funicolari, etc. Un’altra iniziativa: “per studiare i diversi microclimi presenti nella provincia di Napoli abbiamo assegnato agli studenti di 20 scuole diverse uno strumento per misurare temperatura, umidità e uvb. Il lavoro va svolto contemporaneamente in tutti gli istituti alle dodici in punto per verificare le differenze fra una zona e l’altra. Adesso abbiamo iniziato questo lavoro anche su Napoli, perché ogni quartiere ha il suo microclima: ad esempio il centro storico è più caldo, mentre i raggi uvb che prende un pescatore di Posillipo sono meno pericolosi di quelli che colpiscono un contadino dei Camaldoli. Tutti questi studi possono trovare molte applicazioni pratiche, ad esempio per l’accensione dei riscaldamenti nelle abitazioni”.  
Valentina Orellana
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