La prof.ssa Majello: “ormai Teams non ci fa più paura”

“Avevo trascorso il primo semestre ad organizzare eventi, seminari e workshop che avrebbero affiancato le attività didattiche. Per esempio, il seminario di un genetista sui ritmi circadiani che avrebbe riunito studenti e docenti per un momento di condivisione e che era in programma il 30 marzo. Tutto questo è sfumato a causa del coronavirus. Siamo stati catapultati dalla emergenza in classi virtuali più o meno numerose in una modalità che allo stesso tempo incuriosisce e ha generato forti perplessità e dubbi sia tra gli studenti che tra i docenti”. È il diario della prof.ssa Barbara Majello, Coordinatrice del Corso di Laurea in Biologia. “Tutti noi sappiamo – sottolinea – che è meglio entrare in aula e respirare la presenza degli allievi. Sappiamo che l’università è una comunità e che è meglio spiegare e trasmettere concetti con espressioni, gesti, scrutare gli occhi degli studenti per percepire il loro livello di comprensione. Mano a mano che l’emergenza si è fatta più critica, però, docenti e studenti hanno compreso che non ritorneremo dopo poche settimane nelle aule e che quindi era giusto trasformare l’emergenza in una opportunità. Non era certamente facile, anche se le lezioni da remoto sono una modalità sperimentata in tante Università italiane e straniere”. La diversità di insegnamenti di un Corso di Laurea di Biologia “presuppone approcci anche metodologici e di interazione diversi con gli studenti. Ho pensato – concorde il Direttore di Dipartimento Ezio Ricca – che il primo approccio era di consigliare ai docenti una unica piattaforma messa a disposizione dall’Ateneo affinché tutti si potessero confrontare subito nell’emergenza. Ho creato una classe virtuale sulla piattaforma Teams dove gli ospiti siamo noi docenti del Corso di Laurea. Ci siamo confrontati anche con altri Dipartimenti e nel più breve tempo possibile siamo entrati in confidenza con questa tecnologia. In questo modo ci siamo allenati, abbiamo studiato i primi rudimenti insieme e siamo stati pronti il 16 marzo a partire con i corsi on-line. In alcuni insegnamenti è venuto incontro Federica di Ateneo che in tempi record ha collaborato con un team di docenti di Botanica per aggiornare un modulo adatto alle lezioni del II semestre”. Garantisce: “Siamo pronti a sperimentare non solo la tecnologia, ormai Teams non ci fa più paura, ma le interazioni in remoto con gli studenti ed un nuovo modo di insegnare ed apprendere. Naturalmente, la didattica tradizionale resta insostituibile, ma è importante che Biologia abbia saputo rispondere ad una crisi senza precedenti e garantire la continuità didattica ai suoi studenti”. Proprio le ragazze ed i ragazzi che frequentano Biologia sono stati, sottolinea la prof.ssa Majello, determinanti per affrontare la crisi provocata dall’epidemia. “Oggi li chiamiamo la generazione Z, sono i post millenials che hanno una dimestichezza per noi inarrivabile con le nuove tecnologie. Ebbene, ci hanno aiutato nella messa a punto di microfoni, video, riunioni. Si sono sentiti finalmente e pienamente attivi e protagonisti del Corso di Laurea. È stato un passo importante”. Per valutare l’andamento, la prof.ssa Majello ha promosso un sondaggio già dopo la prima settimana di lezione. “Ha evidenziato – riferisce – che dopo un avvio un po’ difficile sono stati superati i problemi di connessione”.
I docenti hanno utilizzato “i figli come cavie”
Fermi i tirocini, nella speranza di recuperarli appena possibile, ed i laboratori – ma i docenti si stanno sforzando di mettere on-line almeno i tutorial degli esperimenti – si sta svolgendo da remoto anche l’attività di tutorato, sempre sulla piattaforma Teams. “I rappresentanti degli studenti – sottolinea la docente – ed in particolare Marcella Fiorentino ed Arianna Belfiore sono oramai per me un filtro ed un tramite delle richieste degli studenti. Gestiscono le loro ansie a volte eccessive ed a volte giustificate e si confrontano in tempo reale con me utilizzando ancora una volta la tecnologia digitale”. Ma come stanno vivendo gli studenti la situazione? Racconta Marcella Fiorentino: “Anche se siamo abituati ormai a vivere metà delle nostre emozioni tramite uno schermo, il piacere di potersi confrontare con docenti e colleghi viene un po’ a mancare. All’inizio è stato più che normale, un po’ per tutti, brancolare nel buio, ma in meno di una settimana dall’effettivo inizio delle lezioni i nostri docenti si sono rimboccati le maniche e dopo prove e controprove (ci hanno confessato anche che hanno utilizzato i loro fi gli, quando possibile, come cavie) sono riusciti a portare avanti la didattica di qualità alla quale siamo abituati. Ovviamente, gli studenti all’inizio hanno avuto molti dubbi ed a volte continuano ad averli, ma credo che si tratti solo di una questione di abitudine”. Aggiunge la studentessa: “Il nostro ruolo da rappresentanti è stato in primis quello di rassicurare in qualsiasi modo gli studenti, dire loro che sarebbe andato tutto bene e che i docenti ed i Coordinatori stavano (e stanno tutt’oggi) lavorando assiduamente per fornirci la didattica nel miglior modo possibile e non farci mancare nulla di quello di cui necessitiamo. Siamo in prima linea a raccogliere informazioni e problematiche ed i Coordinatori a loro volta sono in prima linea per risolverli nel più breve tempo possibile. Siamo consapevoli che ovviamente c’è ancora qualcosa che non va, qualcosa da calibrare e da rivedere, ma in generale l’università è un ecosistema dinamico e bisogna stare al passo con tutte le novità del caso, anche quando si sta in aula”.
Fabrizio Geremicca
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