È il 12 novembre. Sono le 12.30, minuto più, minuto meno. La cerimonia nell’Aula Magna Gaetano Salvatore si è appena conclusa. Il passo successivo è una sequela di selfie con gli studenti. Nelle foto, volti sorridenti si affiancano al viso di un classe ’43. Al centro dell’obiettivo una pergamena di laurea, in Medicina e Chirurgia, appena consegnata direttamente dal Rettore Gaetano Manfredi: “è sicuramente un momento molto prestigioso per l’Ateneo. La sua figura testimonia come oggi la ricerca sia strettamente connessa alla capacità clinica e come queste due facce della stessa medaglia debbano essere sempre più legate tra loro”. La laurea è honoris causa. Il laureato è Robert J. Lefkowitz, medico di New York (con prima laurea in Chimica) e Nobel per la Chimica nel 2012, insieme allo statunitense Brian Kobilka, per gli studi sui recettori cellulari accoppiati a proteine G. Una foto, alla fine, è scattata anche con il Presidente della Scuola Luigi Califano: “è un punto di riferimento. Dimostra che la ricerca premia non solo per i risultati pratici, ma anche per le soddisfazioni che restituisce”, ha commentato durante la presentazione dell’evento. Ha ringraziato “un’autorità indiscussa in ambito medico” il prof. Claudio Buccelli che, da Direttore uscente, non ha fatto mancare all’ospite d’onore i saluti del Dipartimento di Scienze Biomediche avanzate. Il premio Nobel, uno dei motivi alla base del riconoscimento ma non l’unico. Lo ha spiegato il prof. Bruno Trimarco, docente di Malattie dell’apparato cardiovascolare: “la scelta del prof. Lefkowitz è dovuta al fatto che molti dei nostri colleghi si sono formati alla sua Scuola. Alcuni direttamente, altri attraverso alunni del professore che hanno contribuito fortemente alla nostra crescita”. Tra questi, il prof. Guido Iaccarino che nel corso della laudatio, forte della propria esperienza al laboratorio americano, ha raccontato ai presenti il genio e l’uomo: “Lefkowitz dice sempre che il senso dell’umorismo è simbolo di intelligenza. Poi aggiunge ‘io, infatti, faccio sempre battute spiritose’”. Alcune ne ha fatte, in inglese, anche nel corso della lectio magistralis che ha preceduto la consegna della pergamena e la standing ovation di colleghi di oggi e di domani.