“L’Erasmus è una quota enorme all’interno della mobilità mondiale”

“Quest’anno c’è stato un aumento sensibile del numero di domande”, commenta il prof. Sergio Corrado, Delegato della Rettrice per l’Erasmus+, in seguito alla pubblicazione delle graduatorie relative alle borse per il Programma di studio all’estero da svolgere nell’anno accademico 2016/2017. Un boom eclatante con 592 domande, quasi 200 in più rispetto all’anno scorso. “Per il bando 2015/2016 abbiamo ricevuto 399 domande, ma di queste solo 317 erano valide, poiché non tutti gli studenti possedevano i requisiti necessari all’atto di presentazione della candidatura”. Anche stavolta, malgrado il notevole incremento di domande, “solo 356 risultano valide. Ne sarebbero state molte di più se circa 140 studenti non avessero omesso il certificato di iscrizione”. Il certificato che registra la situazione universitaria dello studente e attesta gli esami sostenuti con voti e crediti figurava nel bando tra i requisiti obbligatori, pena l’esclusione. “Mi aspettavo che sarebbe capitato, ma non con questi numeri. Noi ci chiediamo sempre dov’è che possiamo migliorare. Eppure, gli studenti hanno parecchio da imparare”. L’adempimento burocratico ha colto di sorpresa molti dei partecipanti, forse anche perché costituiva una novità rispetto agli anni scorsi, “ma non per l’Erasmus Traineeship, in cui si chiede già da tempo tra i documenti una copia del libretto elettronico. Tuttavia, al Placement partecipano di solito studenti un po’ più grandi, laddove l’Erasmus studio è stato aperto da due anni anche ai neoiscritti, che sono inevitabilmente un po’ più ingenui”. In ottemperanza a una procedura di selezione semplificata e basata unicamente sul profitto, “un altro dei grandi cambiamenti inclusi nel bando di quest’anno ha riguardato il progetto di ricerca, che non occorreva più compilare. Dunque, abbiamo dato la possibilità di indicare tre scelte. Elaborare un piano di studi alquanto ‘fittizio’ non è facilissimo per lo studente, né la Commissione di selezione avrebbe potuto controllare in breve tempo e nei dettagli quasi 600 progetti formativi”. A tal proposito, occorre distinguere la Commissione Erasmus e Mobilità Internazionale, “formata dai responsabili per le varie aree geografiche o Corsi di Studio, da quella dei docenti che provvedono alla selezione, che è molto più ridotta, siccome negli anni passati le due Commissioni coincidevano”. In precedenza, la domanda Erasmus era fondata quasi esclusivamente sulle dichiarazioni degli studenti, “invece io penso che sia più giusto controllare l’effettività dei dati. Ecco perché abbiamo introdotto il certificato di iscrizione. Abbiamo semplificato la domanda, ma abbiamo complicato il controllo. È la veridicità dei dati che rende il concorso meritocratico a tutti gli effetti”. In genere, però, non tutti coloro che hanno compilato scrupolosamente la domanda accettano la borsa per la quale sono risultati vincitori e di fatto partono: “alcuni ci ripensano, altri ritengono che le spese da sostenere siano troppe. L’anno scorso, per esempio, su 317 domande valide, il numero di partenze effettive si aggirava intorno ai 180 studenti”. Buoni risultati, invece, sono stati raggiunti grazie al lavoro della Commissione nell’assistenza capillare alla scelta della meta universitaria e dell’accordo. “In passato, escludevamo moltissime domande, seppur valide nei requisiti, perché sbagliavano a indicare il livello di studi. Quest’anno non c’è stato alcun errore nella compilazione delle domande, perché gli studenti sono stati istruiti molto bene, a volte caso per caso, e seguiti con un buon ricevimento mirato”. In seguito alla trafila burocratica di accettazione o rifiuto della borsa, “sarebbe, però, estremamente complicato rifare di continuo la graduatoria. Perciò, un anno fa abbiamo introdotto per la prima volta il ripescaggio. Fu un’idea che ebbi per recuperare in maniera random ma efficace più studenti”. Un primo ripescaggio avviene in base all’ordine di preferenza indicato per le tre destinazioni, seguito da un ulteriore recupero finale. “Ci sono alcuni che hanno inoltrato domande valide, ma hanno perso tutte e tre le destinazioni che avevano scelto, perché avevano pochi punti. Questi studenti saranno convocati a breve dall’Ufficio Relazioni Internazionali e Ricerca Scientifica, che presenterà loro una rosa di destinazioni ancora disponibili. Grazie a questo meccanismo, l’anno scorso sono partite altre 60 persone”. 
Novità, possibilità
in Svizzera
Si consiglia agli studenti di tenere sott’occhio nel mese di maggio, oltre al Placement, la prossima pubblicazione del bando per il Programma di mobilità Swiss-Europe. “La Svizzera è stata esclusa dal Programma Erasmus qualche anno fa per decisione della Comunità Europea per una politica ritenuta poco comunitaria. Questo è un Programma extra che offre anche un contributo finanziario leggermente maggiore rispetto all’Erasmus e tante agevolazioni per gli studenti. Sono poche borse, ovviamente molto richieste, perché la Svizzera ha Università eccellenti, io stesso ho un accordo con l’Università di Basilea”. Intanto, sono già in fase di elaborazione alcune idee per il bando Erasmus dell’anno prossimo. “Ci incontreremo subito con le Responsabili dell’Ufficio Erasmus per sistemare e migliorare gli elementi critici da poco rilevati, tra cui la mancata consegna del certificato, che in futuro voglio assolutamente mettere ancora più in evidenza”. Tuttavia, l’impianto strutturale resterà identico. “Ciò che cambierà non si vedrà, poiché faremo un lavoro tecnico-procedurale dietro le quinte per prestare una maggiore attenzione ai controlli, in particolare al rapporto tra i punti che diamo per esami e per media”, anticipa il prof. Corrado. Che prosegue: “l’Erasmus è una quota enorme all’interno della mobilità mondiale. Tutta la mobilità studentesca che parte grazie alle convenzioni internazionali con America Latina, Cina, Giappone, Corea, e molte altre è stata ‘erasmizzata’, vale a dire che segue delle procedure Erasmus, anche se si tratta di bandi ‘extra’, dalla pratica di selezione al Learning Agreement, compresi i rientri e gli accreditamenti dalla Commissione”. Sotto il profilo didattico, tre sottocommissioni inizieranno già in autunno a lavorare su alcuni temi specifici. “La Commissione è stata divisa in tre tronconi, ognuno a capo di un docente, che si occuperanno di informazione, quindi la pubblicità sul sito e l’organizzazione dei materiali in rete; di verifica degli accordi: quali funzionano, quali restano sulla carta, quali forse è meglio chiudere o aprire, quali sono le zone da coprire nel mondo; e, in ultimo, degli studenti incoming nel quadro di internazionalizzazione della didattica”. Il primo obiettivo è ottimizzare l’informazione e chiarire in diversi punti le strategie di partecipazione agli studenti più inesperti. “Vorrei allegare al bando un vademecum di consigli semplificanti, perché forse il bando è ancora un po’ complicato per quelli alle prime armi, ma noi crediamo moltissimo nell’apertura dell’Erasmus anche alle matricole”. Una finalità in armonia con la tendenza internazionalista dell’Ateneo è l’allargamento dell’offerta. “Quest’anno dovremmo aprire degli scambi con altre nazioni che sono entrate nell’accordo Erasmus a livello europeo come Armenia, Serbia, Bosnia-Erzegovina. Non vogliamo solo estenderci a paesi nuovi ma aprire nuovi accordi con nazioni che sono già ben integrate nell’Erasmus. Ne abbiamo chiesti anche altri, ma non è sempre facile gestire tutto questo per questioni politiche centrali e di politiche accademiche europee”. Tra i nuovi accordi internazionali di cooperazione didattica e scientifica recentemente inaugurati, “adesso è stato aperto uno scambio con Malta per i docenti. Avrei voluto espanderlo anche agli studenti, però non ci siamo riusciti, così come con l’Islanda. Riuscii ad aprire quello con il Lussemburgo che mancava e, inoltre, stiamo procedendo molto bene con la Grecia, a cui tengo moltissimo”. Vocazione internazionale, inoltre, significa anche attrarre studenti stranieri. “Qui a L’Orientale si studiano discipline uniche, lingue e culture che abbiamo solo noi o quasi. La scommessa più grande per il futuro è: come possiamo attirare un maggior numero di incoming? Ultimamente, Napoli sta avendo un grande successo turistico e questo ci fa molto piacere, però non è la prima città a cui pensano gli stranieri quando vengono a studiare in Italia. Lavoreremo per migliorare i contatti con l’estero e nel frattempo portare sempre più in alto la qualità dei nostri  Corsi”. 
Sabrina Sabatino
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