Rettore Federico II si va al voto l’ultima decade di aprile

Perché voto Luigi Califano
“Io sono con convinzione per Califano”. Il prof. Giuseppe Longo, che insegna Astronomia ed Astrofisica ed è il Coordinatore del Corso di Laurea in Data Science, si schiera nella squadra che sostiene la corsa al rettorato del docente di Medicina. “Partiamo dal presupposto – riflette – che chiunque sarà il Rettore erediterà un Ateneo profondamente migliorato e rinnovato, nel quale il pensionamento del trenta per cento dei docenti è stato fronteggiato con una ottima politica di reclutamento di forze nuove. Il prof. Gaetano Manfredi ha svolto un ottimo lavoro nel corso del suo rettorato. Ciò detto, io mi sento più tutelato da Califano perché voglio un Rettore che assicuri continuità ma non appiattimento sulle linee di Manfredi, in quanto il nostro è un Ateneo che deve ancora migliorarsi”. Secondo il prof. Longo, inoltre, “Califano viene fuori da una realtà complessa da gestire, la Scuola di Medicina, e lì ha svolto un meraviglioso lavoro. Ha mostrato grande capacità di dialogo e di ascolto e di saper tenere conto di istanze anche molto lontane dai suoi interessi culturali. È un mediatore e questa caratteristica è indispensabile ad un buon Rettore”. Nella scelta rientrano anche valutazioni relative alla professione svolta da Califano. “Un Rettore – argomenta – deve avere anche capacità decisionale e credo che un chirurgo sia un uomo abituato a decidere in prima persona, con immediatezza ed assumendosi responsabilità non di rado molto gravose”. Poi aggiunge: “Ho anche avuto modo di apprezzare personalmente le doti umane di Califano in varie occasioni ed in numerosi eventi. Ha stile, capacità di ascolto e curiosità. Io vorrei un Rettore che fosse capace di essere un primo tra i pari in una realtà complessa come la Federico II ed ho la sensazione che Califano abbia i giusti requisiti. Questo è un Ateneo generalista e bisogna essere in grado di ascoltare tutti. Come, d’altronde, è riuscito a fare durante il suo mandato il Rettore Manfredi”. La campagna elettorale che volge al termine, secondo il prof. Longo, “è stata a tratti troppo polarizzata ed in certi momenti ha avuto anche toni sgradevoli. Spero che al primo turno il candidato perdente faccia un passo indietro per evitare di esacerbare gli animi. Se i candidati fossero tre, avrebbe un senso proseguire per ribaltare al secondo turno la sconfitta recuperando voti del terzo incomodo, ma con due in gara serve un gesto di affetto verso l’Ateneo da parte del secondo”.
Anche il prof. Mario Varcamonti, che insegna a Biologia, inserirà la scheda con il nome di Califano nelle urne. “Da tempo – dice – ho maturato la mia convinzione. Ho una forte propensione per Califano perché ho notato in lui una forte apertura per migliorare a 360 gradi la qualità della vita di Ateneo, anche alla luce delle sue esperienze precedenti. Persona aperta, competente, presente nell’Università. Darà opportunità di partecipare alla governance in Ateneo anche ad aree disciplinari che ultimamente ne erano state un po’ allontanate”. L’identikit del nuovo Rettore? “Innanzitutto è facile dire che dovrà essere il Rettore di tutti. Sarebbe assurdo ed inaccettabile che sia un Rettore che vada a rendere prioritaria l’attenzione su alcune aree disciplinari piuttosto che su altre. Molti dicono che dovrà andare in continuità con Manfredi, ma su questo bisogna fare alcune riflessioni”. Sottolinea: “Il prof. Manfredi ha svolto un lavoro ottimo nella fase nella quale bisognava che la Federico II risalisse nelle valutazioni nazionali ed internazionali ed adeguasse i suoi organi alle nuove norme, in primis alla legge Gelmini. Contemporaneamente, però, nel periodo del suo rettorato è arretrata la qualità della vita degli studenti e dei docenti all’interno di taluni Dipartimenti. Viviamo eccellenze come il polo di San Giovanni, dove servizi e strutture sono di altissimo livello, e situazioni che sono rimaste indietro. Ora si deve rifinire piuttosto che costruire. Il futuro Rettore dovrà portare tutto l’Ateneo ai livelli di qualità di vita degli studenti e dei docenti all’interno delle aree più avanzate, come quella di San Giovanni a Teduccio. La sfida sarà di mantenere standard di eccellenza laddove già esistono e di adeguarli all’eccellenza laddove sono più bassi”. Varcamonti fa poi una riflessione sulla campagna elettorale che volge al termine: “Ero tra coloro i quali avevano espresso qualche perplessità per l’avvio anticipato del confronto tra i due candidati ma, alla luce dell’accelerazione imposta dalla nomina di Manfredi a Ministro, devo oggi ammettere che è stata una fortuna che Lorito e Califano abbiano un po’ bruciato i tempi. Entrambi hanno avuto modo di andare più volte nei Dipartimenti per esporre i programmi ed ognuno di noi si è fatto una idea di dove vanno a parare i due candidati. Forse, però, sono state rare le occasioni di confronto a due”.
Il prof. Orlando Paciello è un veterinario – insegna Anatomia patologica veterinaria – che sta con Califano. Non fa mistero della sua preferenza:  “Voterò Califano perché condivido il suo approccio alla vita accademica, al confronto, all’ascolto di tutti. Califano ha in qualche modo dimostrato dal primo momento in cui ha deciso di candidarsi e di impegnarsi per questa sfida di avere la mia stessa visione di Ateneo. È quella di una comunità nella quale si riesce a far crescere criticamente la coscienza dei giovani e nella quale l’obiettivo è il libero confronto delle idee in un contesto democratico e pluralista. È quello che mi ha affascinato dal primo momento della sua candidatura, è l’Università che ho sempre immaginato, che mette al centro la persona: docenti, studenti e tecnici amministrativi affinché possa essere esaltato il valore che ciascuno genera. Secondo il prof. Paciello, l’esperienza di Califano alla presidenza della Scuola di Medicina garantisce che i principi che evoca in campagna elettorale saranno al centro della sua azione da Rettore. Un giudizio positivo sulla elettorale in corso: “Bella e molto dinamica, ricca di confronto. Mi sta piacendo moltissimo, è stimolante, vedo dinamismo ed interesse, la comunità accademica è viva e questo mi piace tantissimo. Non so se basterà un solo turno ad eleggere il nuovo Rettore o ne serviranno di più. Non ho riflettuto su questo perché in generale non mi piace parlare di numeri. Sto osservando di più i contenuti culturali e dialettici”. Conclude: “Mi piacerebbe che la prima azione del nuovo Rettore – che sia Califano, come mi auguro, o che sia il professore Lorito –  sia l’apertura delle porte del suo studio al Corso Umberto affinché i dipendenti dell’Ateneo possano incontrarlo e parlare con lui, condividere idee e progetti”.
Tra coloro i quali sosterranno la corsa di Califano c’è anche il prof. Fabrizio Lomonaco, ordinario di Storia della Filosofia. “La mia intenzione di voto è per il collega Califano che ha voluto sottopormi la bozza del suo programma e che mi convince innanzitutto sul metodo: trasparenza delle scelte e garanzia di decoro delle funzioni per il personale docente e tecnico-amministrativo”. Dopo il Rettorato di Gaetano Manfredi, “che è stato davvero innovativo, da anni la campagna elettorale non conosceva un confronto tra candidati, e questo è senz’altro un bene. Forse è anche questa la ragione che fa introdurre qualche tono sopra le righe. Si tratta di un confronto tra due candidati degni di aspirare alla carica di Rettore e non di scegliere tra barbarie e civiltà come qualcuno fa intendere”. Il Rettore sarà eletto al primo turno? “Penso di sì e me lo auguro”, è la risposta di Lomonaco. Al successore di Manfredi chiede in primis “un intervento per favorire la ‘buona burocrazia’, cioè la possibile semplificazione amministrativa nel pieno rispetto delle leggi che è la premessa per ogni azione di governo”.
Un’altra scheda per il prof. Califano sarà quella che depositerà nell’urna il prof. Tommaso Russo, che insegna Biologia molecolare nel Dipartimento di Medicina molecolare e biotecnologie mediche. Premette: “Conosco e stimo entrambi i candidati. Sono due persone molto valide e perciò sono tranquillo che chiunque dei due prevarrà saprà essere un ottimo Rettore. Califano lo conosco da trent’anni perché siamo stati colleghi a Medicina, Lorito da meno, però abbiamo lavorato insieme in Senato Accademico”. Aggiunge: “Il voto dovrebbe essere segreto ma non voglio nascondermi, sarebbe sciocco. Io mi oriento a votare Califano per un motivo devo dire un po’ egoistico, ma che mi auguro comprenderanno i colleghi che non sono di area medica. Vivo Medicina da 40 anni, abbiamo molti problemi e sono convinto che tra i due candidati al rettorato Califano sia quello che conosce meglio i problemi della Scuola di Medicina ed in particolare del Policlinico. Manfredi ha fatto molto per Medicina, ma molto resta ancora da fare e questo è il motivo per il quale voterò Califano”.
Condivide il programma di Califano e per questo voterà per lui pure Adolfo Palombo, che insegna, ad Ingegneria, Fisica tecnica industriale. Argomenta: “Innanzitutto credo che, come Califano ha più volte sottolineato, il considerare i nostri studenti come il cuore pulsante dell’Ateneo sia imprescindibile e che l’impegno ad assicurare un’offerta didattica di qualità, con Corsi di Laurea attrattivi e strutture e servizi all’altezza delle migliori Università europee, sia ovviamente indispensabile”. Prosegue il professore Palombo: “Convengo con Califano che l’Ateneo dovrà impegnarsi per potenziare l’accompagnamento dei nostri laureati verso il mondo del lavoro. Mi piace anche la sua idea di promuovere l’interdisciplinarietà tra le varie aree scientifiche dell’Ateneo, di favorire l’internazionalizzazione e di assicurare la qualità della vita universitaria con servizi efficienti e migliori condizioni di vita, di lavoro e di studio. Da qui l’impegno a reperire fondi potenziando gli uffici di Ateneo coinvolti, rafforzando i rapporti con le imprese, ed incentivando la partecipazione a bandi di finanziamento di livello nazionale ed europeo”. Conclude Palombo: “Mi piace la visione di Califano relativa ad una futura semplificazione delle procedure burocratico-amministrative di Ateneo e apprezzo il suo progetto volto a migliorare tutte le attività di Terza missione”.
Fabrizio Geremicca
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