Spostata da Napoli a Barcellona la sessione estiva dell’ISU

Non si terrà più a Napoli il Summer Session Program dell’ISU (International Space University), come era stato preannunciato. Questa è la decisione comunicata dal comitato organizzatore del Master internazionale in Scienze dello Spazio, il più importante e prestigioso a livello mondiale. La location è spostata in Spagna, precisamente a Barcellona. “Non è stata una decisione semplice – fanno sapere dal Comitato – Abbiamo ricevuto un grosso supporto dall’Università Federico II. Tuttavia, a causa di problematiche critiche che, ultimamente, hanno occupato la politica e l’economia locale, non è stato possibile completare tutti gli accordi necessari” .
Con il suo carattere internazionale e interdisciplinare, l’ISU rappresenta un’opportunità unica, con studenti ed insegnanti provenienti da ogni parte del mondo, con esperienza nei diversi campi legati alle attività spaziali, sia tecnici che non, che vanno dall’ingegneria alla fisica, dalle applicazioni satellitari a quelle delle scienze della vita per arrivare alla politica spaziale, al management e agli aspetti socio-culturali. Durante i programmi dell’ISU, gli studenti incontrano e interagiscono con esperti e leader mondiali del settore spaziale, in modo da poter costruire rapporti duraturi con professionisti e compagni di classe, tutti accomunati dall’interesse per l’esplorazione e l’utilizzazione dello spazio. In preparazione al Master, c’è la summer session, un programma intensivo di nove settimane, concepito per giovani laureati e professionisti di tutte le discipline, che, ogni anno, si tiene in un luogo diverso del mondo. Ed è proprio la mobilità nei vari Paesi a conferire una componente dinamica al programma che, allo stesso tempo, si arricchisce di nuove conoscenze e risorse. Grande il disappunto da parte di tutto l’Ateneo, dopo la comunicazione del Comitato di spostare la location a Barcellona. “E’ l’ennesimo danno che il Federico II riceve a causa delle vergognose situazioni regionali che hanno ormai deteriorato molti aspetti della vita civile – afferma l’ing. Antonio Maria Rinaldi, del Dipartimento di Informatica e Sistemistica della Facoltà di Ingegneria, qualche anno fa Presidente del Consiglio degli Studenti d’Ateneo – L’Università e le persone che rappresentano altissime competenze in molti settori tecnici e manageriali non si devono prestare per essere il paravento a risultati di scelte incomprensibili e sbagliate. Credo solo che da un impegno serio e super partes della cultura potrebbe veramente rinascere un vero rinnovamento del nostro territorio…”. Viste le tante mail dei docenti che sono seguite a quella informativa sulla questione inviata sulla lista di distribuzione del Federico II, Rinaldi dice “non credo sia il caso di rispondere a singoli o utilizzare liste di distribuzione interne all’Ateneo preposte ad altre finalità”. Pertanto ci affida una mail ad un ipotetico docente del Federico II. Di seguito il testo.
Caro Professore,
grazie per la sua mail che segue comunicazioni e telefonate di molti altri membri dell’Università. Sono contento di aver ascoltato innumerevoli idee e proposte di azione ma la solidarietà e la comprensione non devono essere date a me. Il mio parlare, informare dei fatti e attivarmi, derivano solo da un impegno che ho sempre profuso nell’istituzione nella quale sono cresciuto, in cui mi sono formato e che ho anche rappresentato nel mio vecchio status di studente. Quello che mi amareggia è vedere la decadenza della classe dei docenti universitari che è stata il modello a cui io e tanti altri colleghi ci siamo ispirati e che dovrebbe essere l’espressione più alta di una società che si vuole definire civile; una classe che ormai, sempre più spesso, si piega a logiche che non dovrebbero appartenergli. Questo modo di agire deve cambiare e devono essere proprio le nuove generazioni universitarie a portare valori diversi senza accettare una cooptazione sterile e finalizzata solo a creare gruppi che si comporteranno nello stesso modo dei precedenti. Naturalmente non sarò io a fare tutto questo ma sono convinto che già il solo parlarne fa maturare una coscienza di cambiamento. Mi fa piacere vedere che molti avanzano proposte di coordinamento e adesione per denunciare certi atteggiamenti ma personalmente non sono interessato. Io sono un precario della ricerca e non ho nessun ruolo. Agirò come sempre solo in maniera puntuale nei contesti dove posso sollecitare ed incidere realmente, senza alzare polveroni e senza reclamare nessuna visibilità.
Chi invece ha ruoli più alti ed importanti agisca in maniera più ampia.
Buona giornata.
AMR
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