Storia del diritto romano: “il DNA degli ordinamenti giuridici moderni”

Storia del diritto romano, semplice e di agevole preparazione, è l’esame per eccellenza delle matricole. La disciplina, comunque, non è da sottovalutare perché formativa per tutti gli esami storici che si incontreranno nel  prosieguo degli studi.
“Se dovessi dare un consiglio, suggerirei di affrontare dapprima Istituzioni di diritto romano per poi passare a Storia. Sarebbe auspicabile, naturalmente, se si sostenessero entrambi a gennaio; per le affinità e le interdipendenze che si riscontrano, uno studio comparato gioverebbe alla preparazione in sede d’esame”, afferma il prof. Tullio Spagnuolo Vigorita, I cattedra (G-M). Nessuna grossa difficoltà di approccio con Storia per gli studenti alle prime armi: “i manuali sono scorrevoli e di facile interpretazione”,  tranne “la parte concernente le codificazioni tardo antiche; spesso anche chi è discretamente preparato trova difficoltà nell’esposizione. E’ l’ultima parte del libro e vi si dedica talvolta poca attenzione, pur essendo importante e alla base di tutti gli esami storici”. A chi lamenta l’uso delle locuzioni latine, il docente obietta: “non c’è nulla sul manuale che non sia tradotto. Risultati insoddisfacenti sono dovuti più all’inesperienza che alle parole latine pronunciate in modo scorretto”. Un invito: “confrontarsi con altri studenti e frequentare il Dipartimento. L’inesperienza induce allo studio solitario che spesso si traduce in una preparazione mediocre”. Quando in sede d’esame il professore si rende conto che il voto basso dipende dal metodo di studio errato, consiglia al candidato di ritornare: “meglio perdere un po’ di tempo che accontentarsi di un giudizio non consono alle proprie possibilità”. 
“Il modo in cui i romani hanno vissuto la loro esperienza giuridica – spiega il prof. Lucio De Giovanni, II cattedra (N-R), che è Preside della Facoltà – dà ai ragazzi la possibilità di confrontare le continuità e le fratture tra diritto antico e diritto moderno. Tutto ruota attorno alle tematiche individuate, non ci sono difficoltà specifiche, l’importante è il ragionamento che si cela dietro ogni data, ogni fatto storico. Per questo motivo a lezione invito gli studenti a sviluppare la loro capacità critica, in modo da fare un raffronto con gli Istituti che si incontrano anche nell’esame di Istituzioni”. Il consiglio è quello di studiare entrambe le discipline nel primo semestre “in modo da aver chiaro il quadro d’insieme, completando i due aspetti del diritto romano: quello pubblico e quello privato”. Mai bloccarsi di fronte alle prime difficoltà – sottolinea il Preside – ma chiedere spiegazioni: “la mia cattedra è molto presente, cerca di stabilire un contatto diretto con gli allievi. All’inizio del corso abbiamo organizzato degli incontri con gli studenti e spiegato loro il metodo di studio che si deve acquisire”. In sede d’esame i risultati sono soddisfacenti: “la media dei voti dei corsisti va dal 27 in su, le bocciature sono davvero poco frequenti”.  
“La Storia del diritto romano è il DNA degli ordinamenti giuridici moderni”, sintetizza efficacemente la prof.ssa Carla Masi, III cattedra (S-A). Il  consiglio? “Uno studio non mnemonico ma vivo, capace di creare un collegamento con le altre discipline del primo semestre. La connessione tra i vari aspetti del diritto va privilegiata, solo in questo modo quello che si studia diventa familiare e quindi applicabile anche alla sfera presente”. Suggerita la frequentazione del Dipartimento: “la prima vera palestra, uno scambio continuo che permette allo studente di ambientarsi e di scegliere il collaboratore con il quale sostenere l’esame”. Utile anche ricorrere alla rete: “su Federica, il portale e-learning, è reperibile materiale di sintesi del mio corso. Le parti più ostiche del programma, come lo Ius Civile e lo Ius Gentium, trovano ampio riscontro in queste pagine”. Il Corpus Iuris Civilis di Giustiniano è una domanda ricorrente in sede d’esame: “Tutto quello che riguarda le Istituzioni è fondamentale e una domanda su questa parte storica è quasi d’obbligo. Durante la prova è importante rispondere centrando l’argomento, solo successivamente si può allargare il contesto, attraverso prospettive più ampie”. La docente si dice molto soddisfatta degli studenti di quest’anno: “sono attenti e reattivi, inoltre cercano di aiutarsi a vicenda attraverso il confronto”. 
La frequenza è fondamentale per il prof. Francesco Amarelli, IV cattedra (B-C): “il manuale deve essere considerato un riepilogo delle lezioni. Per questo consiglio a chi abbia frequentato di non perdere tempo, gli esami vanno dati subito, affinché il sapere accumulato non si disperda. Chi frequenta non ha paura dell’esame perché ha vissuto, nel corso del tempo, la sua prima esperienza positiva, conoscendo la cattedra e i suoi collaboratori. Inoltre studiare risulta più agevole perché ogni dubbio viene risolto in tempo reale”. All’esame “occorre saper contestualizzare la domanda. Una risposta concisa non va bene. Ogni domanda abbisogna di una cornice in cui essere inquadrata, solo così si dà l’idea di aver capito e di aver centrato la questione di cui si sta trattando”. 
Prendere il buono che c’è in Facoltà: lezioni, seminari e assistenza nei Dipartimenti, il punto da cui partire per il prof. Cosimo Cascione, V cattedra (D-F). “Una didattica frontale è indispensabile, affinché si acquisisca quell’esperienza che permetta, in sede d’esame, di non avere dubbi o incertezze. Il diritto è un discorso cronologico, un fenomeno storico che aiuta a contestualizzare gli Istituti nel tempo, per questo consiglio di sostenere Storia come primo esame. La disciplina dà la giusta chiave di lettura attraverso un discorso diacronico, spendibile in altre materie”. Seguire aiuta a focalizzare gli argomenti più importanti: “La storia costituzionale e quella giurisprudenziale tendono ad essere sottovalutate, invece costituiscono parte integrante della disciplina. Siamo giuristi e il senso della storia non può mancare. Durante l’esame è fondamentale dar prova di saper collocare nel tempo l’Istituto di cui si sta parlando”. Per ottenere buoni risultati all’esame occorre: “rispondere alle domande in modo esaustivo, centrando fin da subito il punto di partenza, esplorando altri contesti solo se si è veramente capaci di sostenere un discorso di larga portata”. 
Susy Lubrano
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