Strage all’esame di Finanza Matematica

“Hanno consegnato il compito in circa 140, ma in aula quel giorno se ne sono seduti 180”. Queste le parole del prof. Massimiliano Politano a proposito dell’esame di Finanza Matematica del 12 novembre scorso, andato decisamente male per la maggior parte degli studenti della Magistrale in Economia Aziendale. “I compiti superati sono solo 40. Molti sono stati consegnati incompleti. Questa la prima grande causa di bocciatura”. Non l’unica: “Per la prima volta ho trovato un numero molto diverso di prenotati rispetto a quello di coloro che hanno seguito il corso. Mi spiego. Ho tenuto le lezioni nell’aula B1, che ha una capienza di 110 posti. Mediamente mi hanno seguito 90/95 persone. Numeri uguali a quelli degli altri anni, ma, mentre prima all’esame mi ritrovavo con massimo 130 studenti, quest’anno ne ho trovati 180. Ovvia la presenza di molte persone non frequentanti. Forse speravano di copiare, non avendo ben chiaro che al mio esame la possibilità di copia è ridotta a zero. Entrati in aula, infatti, gli studenti devono togliere gli zaini, spegnere il cellulare e metterlo in borsa. L’esame di Matematica è un esame di formule. Se queste ultime sono scritte su un foglietto è tutto molto più facile. Sono ammessi solo fogli bianchi e calcolatrice, possibilmente senza bigliettini nascosti all’interno”.  Sottovalutato un altro aspetto importante: “Le copie dei compiti, una volta svolto un esame, sono reperibili presso il centro fotocopie. Si tratta di  un vero e proprio plico di esercizi che i ragazzi imparano a svolgere accuratamente. Basta cambiare una virgola e cambiano i risultati”.  
No alla mania
degli esercizi,
meglio i giochi
di logica
Non è la prima volta che accade una cosa simile: “Se cerca su Spotted Unina, gli studenti del corso dell’anno scorso mi hanno scritto anche la dedica ‘complimenti al prof. Politano per la fantasia’. Ogni volta mi sgolo durante le lezioni nel dire ai ragazzi di non fare esercizi, ma piuttosto di scaricarsi le App con i giochi di logica e pensare. E, puntualmente, ogni volta che modifico un dettaglio in un compito, gli studenti, non trovandosi più l’esercizio standard che conoscono e hanno imparato meccanicamente, si trovano in difficoltà”. Quest’anno anche una domanda di teoria: “La presenza di una parte teorica ed una pratica all’interno del compito d’esame, l’ho concordata proprio con  i ragazzi per sopperire alla mania di fare solo esercizi. Ho preso questa decisione per due motivi. Da una parte, rispondere alla domanda teorica – cosa che non tutti hanno fatto – significava dimostrare di aver studiato. Dall’altra, in questo modo lo studente si vede costretto a studiare anche la teoria e a fare dei collegamenti con gli esercizi”. Il professore precisa che non è una situazione generalizzata: “In molti casi erano compiti buoni. Ho addirittura dovuto mettere voti bassi a studenti che hanno fatto l’esercizio in modo corretto e poi l’hanno cancellato. Evidentemente sono passate delle voci errate tra di loro, che sono state seguite. Comunque, ho un rapporto molto aperto con i ragazzi e, parlando con alcuni di loro, mi è stato detto che l’esame era difficile, ma fattibile. In ogni caso credo che la Magistrale debba essere un percorso selettivo. Prendere una dispensa o far uscire sempre gli stessi esercizi vuol dire dare un 30 certo a tutti. Poi, si trovano davanti a un problema e non lo sanno risolvere. Gli studenti devono avere degli strumenti, devono imparare, ma soprattutto devono ragionare. Inoltre, il mio non è un esame obbligatorio. Se si sceglie, deve piacere. Io voglio che le persone ragionino, punto”. Infine, un’osservazione: “Ci sono stati 100 bocciati. Dopo l’esame hanno avuto luogo ben tre ricevimenti. Sa quanti studenti sono venuti da me per comprendere gli errori fatti? Nemmeno dieci”.
Fabiana Carcatella
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