Nonostante la giovane età hanno le idee chiare. Gli studenti del Dipartimento di Ingegneria Industriale e dell’Informazione di Aversa, diretto da Furio Cascetta, in cui sta crescendo negli ultimi anni il numero di iscrizioni da parte delle ragazze ma che resta comunque esiguo rispetto a quello registrato per le matricole maschili, raccontano con consapevolezza e obiettività la vita da universitari in Terra di Lavoro e le prospettive lavorative che vanno a delinearsi nei loro pensieri ambiziosi già dai primi anni di studi. Ciò che viene fuori è un quadro dai forti contrasti, caratterizzato da chiaroscuri che però ne assicurano un certo equilibrio. Se da un lato, ad esempio, l’istituzione universitaria manca nell’offerta di alcuni servizi per i suoi studenti, dall’altro la competenza dei suoi docenti assicura una più che solida e adeguata cultura che spalanca loro le porte del lavoro. “Una decina di anni fa la Sun finanziava viaggi di formazione in Europa – racconta Francesco Salve, laureando in Ingegneria Aerospaziale e Meccanica – oggi invece sono le associazioni studentesche a curarsi nel loro piccolo di progetti extra-accademici che contribuiscono alla crescita culturale e sociale dello studente”. “Credo sia un punto a nostro favore la possibilità di poter contare su studenti più grandi che concretizzano le idee e rappresentano un punto di riferimento per noi matricole”, aggiunge Fabio Romano, al primo anno di Ingegneria Elettronica e Informatica. E mentre lamentano lo scarso supporto dell’Università in questo genere di eventi, lodano l’intraprendenza e lo spirito di iniziativa dei singoli docenti. A questo proposito, gli stessi professori definiscono ottimale il rapporto con i discenti: “sono massimo una cinquantina per aula – racconta Giuliano De Stefano, docente di Fluidodinamica – così si riesce a seguirli bene e a costruire un dialogo”. Strutture idonee e didattica eccellente contro una scarsa attività di laboratorio che va a discapito dell’apprendimento della pratica. “Ci sono strumenti in laboratorio che non abbiamo mai visto – spiega Pasquale Zippo, rappresentante degli studenti del Corso di Laurea in Ingegneria Elettronica e Informatica – servono a pochissimi della Laurea Magistrale che ovviamente sono meno della metà rispetto ai laureandi della Triennale”. Questo si spiega perché la maggior parte dei ragazzi preferisce andare subito a lavorare dopo la laurea di primo livello se trova l’occasione o, se desidera continuare a studiare, si trasferisce al Politecnico di Milano o Torino. Come Fabio Romano che fa già progetti a lungo termine: dopo la Specialistica al Nord, ha intenzione di volare per un Master in Germania o in Inghilterra. “Chi rimane attende con grandi aspettative il Job Day – dice Diego Tessitore, studente di Ingegneria Elettronica e Informatica – una buona occasione che si presenta periodicamente per consegnare lettere di presentazione e curricula alle aziende provenienti da tutta Italia che per una giornata affollano l’Ateneo”. In una realtà universitaria che punta più ai contenuti e alla teoria e molto meno alla comunicazione e alla divulgazione della propria immagine, i futuri ingegneri elettronici e aerospaziali possono contare su una buona preparazione non arricchita però dall’arte del saper fare. C’è tuttavia chi sdrammatizza: “magari andasse in porto una App per smartphone, mi sistemerei per tutta la vita”.
Cl. Mo.
Cl. Mo.