Studenti sull’orlo di una crisi di nervi alla Magistrale in Progettazione Architettonica

“Studio anche di notte, rischio l’esaurimento nervoso, eppure so che alla fine non sto imparando granché”. Sono considerazioni amare quelle di Cristina Ferretti, che il 26 febbraio racconta ad Ateneapoli i problemi suoi e dei suoi colleghi iscritti al primo anno del Corso di Laurea in Progettazione architettonica (MAPA). Sospende per qualche minuto lo studio nell’aula al piano terra della sede di via Forno Vecchio e spiega come e perché lei ed i suoi oltre cento colleghi stiano vivendo settimane un po’ complicate.
Una maratona per gli esami
“Abbiamo – dice – vari problemi di organizzazione. Il primo, quello che forse in questo momento patiamo maggiormente, è che tutti gli esami dei corsi che abbiamo seguito nel primo semestre sono concentrati in pochissimo tempo. La finestra dura un mese ed io, ma il discorso vale per molti, dovrei sostenerne quattro la prossima settimana. È una maratona veramente complicata. Il tutto è aggravato dalla circostanza che i corsi sono terminati il trentuno gennaio. In sostanza, abbiamo avuto pochissimo tempo per studiare”. L’obiezione che le si potrebbe porre è che con il sistema dei semestri gli esami andrebbero preparati già mentre si frequenta. Cristina, però, ha la risposta pronta: “A lezioni in corso si può fare qualcosa, ma non è possibile preparare tutto l’esame. Tra corsi e laboratori restiamo qui fino al pomeriggio inoltrato. Chi è fuorisede, come la mia collega di Benevento che ora è in aula studio con me, impiega poi almeno due ore per tornare a casa. Realisticamente si possono ripassare gli appunti presi a lezione, ma preparare l’esame è questione diversa. Anche perché, quando portiamo gli elaborati alle correzioni, succede regolarmente che i docenti aggiungono nuove cose. La preparazione dell’esame va fatta a corsi fermi, ma non ce ne danno il tempo”.
Gli esami integrati
Come se non bastasse, sottolinea la studentessa, non tutti i professori del primo anno del Corso di Laurea hanno ben chiaro il concetto di esame integrato. “L’esempio più clamoroso – racconta – è per Progettazione ed Impianti. In teoria, il secondo dovrebbe servire a studiare gli impianti previsti nel progetto che ciascuno di noi ha presentato. Il docente, però, ci ha fatto studiare gli Impianti in generale, con un carico didattico più gravoso, ed in più ha impostato il programma come se il suo fosse anch’esso un esame di Progettazione”.
Sono questioni delle quali gli studenti discutono da tempo, ma che non hanno trovato soluzione finora, secondo il racconto di Cristina, nella Commissione paritetica tra studenti e docenti che potrebbe esaminare questi temi ed elaborare ipotesi per risolvere o quantomeno mitigare le disfunzioni. “Purtroppo – riferisce – i miei colleghi che ne fanno parte raccontano che alle riunioni c’è un notevole assenteismo dei docenti. Mi spiace ed in parte mi sorprende alla luce della esperienza che avevo vissuto in seno alla Commissione paritetica docenti-studenti di Scienze dell’architettura, della quale ho fatto parte quando frequentavo la Laurea Triennale. Lì ricordo che intervenivano quasi tutti i partecipanti e da lì sono scaturite proposte che hanno poi trovato attuazione per rendere più funzionale il Corso di Laurea”. Sono proprio le disfunzioni organizzative, sostiene la studentessa, che contribuiscono fortemente a limitare le potenzialità di Progettazione architettonica di attirare studenti da altre regioni italiane. “È accaduto talvolta – ricorda – che la professoressa Marella Santangelo, da pochi mesi  Coordinatrice del Corso di Laurea, la quale mi pare sia animata da ottime intenzioni di affrontare i problemi e si stia attivando, ci abbia domandato per quale motivo fossero davvero pochi gli immatricolati al Mapa provenienti da altre città o regioni. Le abbiamo risposto che funziona male e per questo non riesce ad attirare immatricolati che non siano dell’Ateneo federiciano”.
Alla Triennale “abbiamo imparato molto”
Il rammarico è ancora maggiore, lamenta Cristina, perché il Corso di secondo livello arriva dopo una Triennale in Scienze dell’Architettura che funziona davvero bene: “Abbiamo imparato molto, abbiamo studiato in un contesto organizzativo più che buono, ci siamo laureati se non in perfetta regola con i tempi poco più in là. Poi ci troviamo ad affrontare con la laurea di secondo livello problemi organizzativi e disfunzioni che ci complicano la vita e non hanno nulla a che vedere con la nostra capacità od incapacità di studiare. Il fatto che le parole che pronuncio io potrebbero essere le stesse di ciascuno dei miei colleghi del primo anno è la prova che ci sono nodi strutturali da risolvere”. Chi è andato a Venezia, a Milano, a Torino “a proseguire con la Laurea Magistrale sta andando avanti molto bene. La formazione che abbiamo ricevuto al triennio è buona. Se ci lamentiamo ora, insomma, non è perché non vogliamo o non sappiamo studiare. Abbiamo dimostrato già che siamo capaci. I sacrifici possiamo e dobbiamo farli, fa parte della vita di uno studente universitario, ma è bene che ci si metta anche in condizione di apprendere veramente e di studiare senza ostacoli inutili e disfunzioni”.
Fabrizio Geremicca
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