Trapianto del rene e donazione degli organi: due seminari per gli studenti

Promuovere la cultura della donazione degli organi e del rene in particolare e sensibilizzare riguardo alla prevenzione delle patologie renali che, se degenerano, rendono necessarie la dialisi o il trapianto. È l’obiettivo che si pongono gli organizzatori della campagna Sopravvivere non basta, la quale ogni anno in concomitanza con la giornata mondiale del rene prevede appuntamenti in diverse città italiane. Nel quadro di questi appuntamenti l’Ateneo Vanvitelli – già protagonista di un’analoga iniziativa nel 2019 – ha organizzato due eventi. Uno a Caserta, nell’Aula Magna, che si svolgerà l’undici marzo. Il secondo a Napoli, a Palazzo Serra di Cassano, il 12 marzo. I seminari rientrano nelle Attività didattiche elettive aperte agli studenti di Medicina dal quarto anno in su ed al quale parteciperanno anche gli allievi di due scuole. “Ho già circa 200 prenotati tra gli studenti universitari – dice la prof.ssa Alessandra Perna, che è ordinaria di Nefrologia alla Vanvitelli – È la testimonianza che i ragazzi sono molto interessati alle questioni etiche, oltre che a quelle più strettamente mediche, legate ai trapianti”. Tra i relatori della due giorni ci saranno – ma l’elenco è incompleto – Massimo Cardillo, Direttore generale del Centro nazionale per i trapianti; Massimo Cirillo, ordinario di Nefrologia alla Federico II; Filippo Maria Boscia, Presidente dell’Associazione dei medici cattolici italiani; il nefrologo Francesco Trepiccione. “Saranno molto significativi – prevede la prof.ssa Perna – anche gli interventi dei pazienti e delle persone che sono state sottoposte a trapianto di rene. Parleranno della loro vita, delle difficoltà di chi ha una patologia renale e di come per essi il trapianto abbia segnato in molti casi una sorta di rinascita, una nuova vita”. Si racconterà, naturalmente, anche della generosità di coloro i quali, in vita, danno l’assenso alla donazione degli organi e di quei genitori i quali, dopo aver perso un figlio, dicono sì alla donazione. “In Italia, al Sud in particolare – ricorda peraltro Perna – la cultura della donazione degli organi è ancora piuttosto debole. Ci sono timori infondati, come quello che l’espianto possa avvenire quando ancora ci sono possibilità di tenere il paziente in vita. Ci sono superstizioni e resistenze immotivate”. Ritorna al programma di marzo: “Durante il convegno ribadirò che nel caso del rene la possibilità di trapiantare un organo ad un ammalato affetto da insufficienza renale cronica  rappresenta in alcuni casi l’unica alternativa alla dialisi, che ha costi molto elevati – assorbe circa il tre per cento della spesa pubblica sanitaria in Italia – e condiziona pesantemente la routine dei pazienti che devono sottoporsi a questa pratica, sia che la svolgano a casa (dialisi peritoneale) sia che la effettuino nei centri esterni (emodialisi)”. Quando si effettua un trapianto di rene il prelievo avviene da un donatore morto, ma c’è pure la possibilità che  sia effettuata tra viventi, se parenti stretti. Il caso tipico è quello della madre che dona l’organo in questione ad un figlio. Il dieci per cento circa delle donazioni di rene in Italia avviene tra viventi.
Nel corso dell’Attività Didattica Elettiva si affronterà naturalmente anche il tema della prevenzione della malattia renale che, se non trattata, sfocia nella insufficienza renale. “È una patologia subdola ed è diffusa come il diabete, ma spesso è sottovalutata – avverte la nefrologa – Ipertensione, diabete, glomerulonefrite (una patologia infiammatoria) sono alcune delle condizioni che, se trascurate, possono portare il rene a non funzionare più correttamente ed a perdere la capacità di depurare l’organismo. Per questo è fondamentale che i campanelli di allarme siano correttamente interpretati. Prima si corre ai ripari, più possibilità ci sono di evitare problemi seri”.
Fabrizio Geremicca
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