Aziende: le porte di accesso per i laureati in Biotecnologie

Nella cornice dell’Aula Magna del Cestev, simbolo di eccellenza e avanguardia tecnologica, lo scorso 17 dicembre ha avuto luogo un evento che ormai rappresenta una tradizione per Biotecnologie: l’incontro tra gli studenti e alcune delle imprese più rilevanti del settore. Una giornata di confronto per illustrare ai biotecnologi di domani, una settantina i presenti, come si muove il mondo dell’imprenditoria e quali sono le porte di accesso al lavoro per chi porta in dote questa laurea.
Nell’occasione, l’invito è stato rivolto alle note aziende Novartis, Dompè e Medtronic, rappresentate rispettivamente dai dottori Manzo, Detta e Scognamiglio. A fare gli onori di casa ci hanno pensato i professori Gerolama Condorelli, Giuseppe De Rosa e Nicola Zambrano, che a turno hanno moderato l’evento dando parola, oltre che agli ospiti, anche ai docenti Gennaro Piccialli, Direttore del Cestev, Angelo Izzo e Franca Esposito, Direttori, rispettivamente, dei Dipartimenti di Farmacia e di Medicina Molecolare e Biotecnologie Mediche.
Proprio questi ultimi hanno riassunto il senso della sinergia tra aziende e università. “Una delle cose che ogni studente deve fare fin dall’inizio della propria carriera accademica è informarsi. Avere il punto di vista di dirigenti, manager e ricercatori che lavorano nell’industria è estremamente importante”, ha chiosato Piccialli. Dello stesso parere anche Izzo: “l’iniziativa è lodevole, voi siete la parte più importante dell’università e il nostro obiettivo deve essere sempre fare in modo che affrontiate il percorso con serenità e di mettervi in contatto con il mondo del lavoro. Nel caso del Dipartimento che guido, penso a Pharmatech Academy e ai percorsi minor, nati grazie ai progetti di Eccellenza”.
Esposito coglie l’occasione per un annuncio importante sul proprio Dipartimento: “Ieri (16 dicembre, ndr) abbiamo inaugurato ben cinque piani della Torre Biologica integralmente ristrutturati, all’interno dei quali ci sono laboratori che non hanno nulla da invidiare alle strutture internazionali. Parliamo di facility come NGS single-cell analysis, la citofluorimetria. Tutto questo è al vostro servizio. E aggiungo che entrare nei laboratori per svolgere il lavoro di tesi è importante: c’è un ambiente sano, ma competitivo”.
Sul futuro professionale dei laureandi ha poi aggiunto: “il mondo si muove verso di voi, finanziamenti e tecnologie vanno verso il Green, l’Intelligenza artificiale; l’unione di questi due elementi porta dritto alle biotecnologie”. Esposito lancia anche un monito: “se un segreto che deve accomunare tutti esiste, consiste nell’essere bravi in quello che si fa ed essere appassionati. Questa è la vostra sfida, giocatevela con serietà”.
Terminata la fase di presentazione lo spazio è stato dato alle aziende. La prima a presentarsi agli astanti è stata Novartis, che occupa circa 700 persone, ha una sede a Torre Annunziata, nonché ad Ivrea, anche se il quartier generale è in Svizzera, e lavora su una delle tecnologie “più remunerative e mature, ovvero i farmaci solidi orali”, ha esordito Manzo.
Tra l’altro, l’azienda è presente anche nel coordinamento dei Corsi di Biotecnologie, come conferma la prof.ssa Condorelli, al fin di tenere sempre sotto controllo le esigenze del mondo dell’impresa. Successivamente Manzo ha descritto gli orizzonti che si stanno aprendo: “Medicina e Farmacia cambiano e investono sempre di più in terapie genetiche, e voi siete in un momento storico favorevole grazie all’innovazione. Quindi il mio invito è di affrontare tutto con curiosità e spirito di sacrificio. In Novartis servono competenze diverse, laureati in Ctf, Biotecnologie, Chimica, Ingegneria; questo ci rende vincenti”. Non solo parole, a quanto pare: l’azienda avrebbe tra le sue fila già 20 tirocinanti e quest’anno ha appena assegnato un project-work proprio a Pharmatec Academy di Farmacia. “Personalmente – conclude Manzo – negli anni ho firmato 200 contratti di lavoro di ragazzi assunti. Non abbattetevi davanti a qualche rifiuto: cercate la soluzione più stimolante, non quella più comoda”.
È toccato poi a Detta raccontare cosa faccia Dompè, nata a Milano 130 anni fa: “Negli ultimi anni ha compiuto una scalata rapida nel campo: ad oggi è coinvolta in tutte le parti della filiera farmaceutica. Oltre che nel capoluogo lombardo ha siti italiani anche a L’Aquila e Napoli (al quarto piano del Cestev, ndr), poi altre sparse nel mondo per un totale di più di 800 dipendenti”. E il Core business?: “trasferire competenze per trattare condizioni con alto bisogno di cura, le patologie rare. Nel 2018 abbiamo lanciato un collirio che cura e ripristina le nervazioni a livello corneale”. Ambition, creativity and people: “questi sono i nostri principi e valori operativi. Il primo è motore di innovazione; il secondo è carburante; il terzo significa lungimiranza e crescita, ogni persona è il tassello di un puzzle. Ogni competenza che acquisirete, anche se piccola, potrebbe aprire porte che nemmeno immaginate”.
L’ultima a prendere la parola, collegata da Reggio Emilia, è Scognamiglio, ex federiciana ora a Medtronic, multinazionale molto diversa dalle altre due, assai più operativa negli ospedali: “La mission dell’azienda è alleviare il dolore ed estendere la vita, il primo pacemaker i fondatori lo crearono in un garage. Con la tecnologia e l’ingegneria il prodotto ha fatto passi da gigante ed è migliorato tantissimo”.
Ad oggi, la multinazionale vanta 90.000 dipendenti in tutto il mondo. “Ci teniamo molto a far crescere chi lavora in Medtronic, perché solo così si genera un’ulteriore crescita per l’azienda stessa. Le opportunità ci sono, non lasciatevi scoraggiare dal tempo determinato, può servire a entrambe le parti a valutare e confrontarsi”.
Al termine delle tre presentazioni, e prima della fase dei colloqui one-to-one tra aziende e studenti, c’è stato anche un intervento del dott. Antonino Biundo, rappresentante dell’Associazione nazionale biotecnologi, che ha illustrato alla platea i benefici dell’esistenza e della partecipazione all’associazione di categoria e riportati pure alcuni dati che rendono l’idea dell’importanza del settore biotech nello sviluppo dell’economia globale, e dunque anche del Paese: “le stime Ocse indicano che nel 2030 avranno un peso straordinario nell’economia mondiale: influiranno sull’80% dei farmaci, il 50% dei prodotti agricoli, il 35% dei prodotti chimici e industriali, incidendo complessivamente per il 2,7% del PIL mondiale”. Mica male.
Claudio Tranchino
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Ateneapoli – n. 1 – 2025 – Pagina 13

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