“Una nuova consapevolezza e una nuova competenza tecnica” è quello che serve ai futuri professionisti del Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale (Dicea), secondo il prof. Romano Fistola, Ordinario di Tecnica e pianificazione urbanistica, per “poter intervenire nell’adattamento delle strutture e mitigazione ai fenomeni catastrofici dovuti ai cambiamenti climatici”.
Il docente, impegnato da anni nell’impatto del cambiamento climatico sui fenomeni territoriali urbani, sottolinea: “Oggi, nonostante quello che sta succedendo, ad esempio i tragici eventi in Emilia o le temperature elevatissime di quest’estate, c’è ancora la ‘sindrome del Titanic’. La nave affonda ma continuiamo a ballare e questo atteggiamento ci condurrà all’estinzione”. In questo contesto il compito dei professori è “cercare di invertire questo processo e spingere modelli economici totalmente diversi da quelli che attuiamo oggi, formando chi può intervenire”.
La Federico II, “come più antica università pubblica, deve essere in grado di creare un senso di comunità e avere anche un ruolo ‘psicologico. Io sono garante degli studenti per Ingegneria edile e amo stare vicino ai ragazzi e ascoltarli. Credo che l’università dovrebbe avere spazi appositi per accogliere i ragazzi sempre, anche di notte, come in Danimarca”. Come ha affermato il prof. Emilio Lèbre La Rovere dell’Università Federal de Rio De Janeiro, membro dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), nel seminario ‘Climate change and city resilience: untying the gordian node’ che si è tenuto il 2 ottobre a Piazzale Tecchio ed è stato introdotto dal prof. Fistola, bisogna essere “costruttori di un buon pensiero di pace” per creare una “convergenza dei diversi Stati verso la messa in essere di politiche condivise ed armonizzate per affrontare il climate change”.
La svolta green di Edile
In quest’ottica green è stato ridefinito il Corso di Ingegneria Edile, sia Triennale che Magistrale, assieme alla Coordinatrice, prof.ssa Carmela Gargiulo, alle prof.sse Rosa Anna La Rocca, Floriana Zucaro e Carmela Piccolo, che a partire dal 2025-2026 diventerà Ingegneria Edile per la Sostenibilità, “un’evoluzione dell’ingegneria edile classica con la sua grande tradizione con nuovi insegnamenti e nuove tecnologie”.
Cambiamento climatico e fenomeni territoriali urbani: un esempio delle possibilità offerte dall’approccio tecnologico è il progetto internazionale degli Atenei Federico II e Paris Saclay e la partecipazione della rock band originaria di Scampia A67 per “dare nuovo valore alla periferia” grazie alla realtà immersiva. “A Parigi in vari punti della città gli studenti hanno applicato l’audio spazializzato per rigenerare lo spazio urbano inserendo contenuti sonori che si potevano ascoltare con lo smartphone – spiega il prof. Fistola – Tra le più interessanti, le voci delle lavandaie dell’Ottocento su un corso d’acqua. Si può riutilizzare lo spazio senza intervenire o usare risorse economiche e del suolo”. Un’altra possibilità è data dalla prefigurazione costruttiva che consente di “mostrare alla popolazione come cambierà la città con l’intervento urbanistico con la realtà aumentata, superando il gap tecnico e consentendo all’‘uomo di strada’ di esprimere il suo parere su una pista ciclabile o un parco urbano”.
Eleonora Mele
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Ateneapoli – n.17 – 2024 – Pagina 10