Ciclo seminariale tra tradizione e innovazione sulla Letteratura latina tardoantica

Ciclo seminariale tra tradizione e innovazione sulla Letteratura latina tardoantica

Sfruttare il solco di una tradizione scientifica radicata, per offrire agli studenti un ciclo di seminari che faccia maggiore chiarezza sulla Letteratura latina tardoantica (dal III secolo d.C. al VI secolo d.C.), a partire da vari spunti tematici legati al rapporto tra tradizione e innovazione. Questo lo scopo del ciclo di seminari ‘Mutatas dicere formas’, a cura della prof.ssa Silvia Condorelli, iniziato lo scorso 26 gennaio e arrivato, il 17 maggio, al suo terzo appuntamento (gli ultimi due a ottobre e dicembre prossimi).

“L’iniziativa – spiega la docente, moderatrice degli incontri – è nata dal fatto che, tradizionalmente, Napoli è una sede in cui è molto forte l’interesse per la ricerca e lo studio su questa fase della letteratura latina. I nostri Maestri napoletani hanno dato un grandissimo contributo, lasciando un’impronta importante in un settore relativamente nuovo”. Tanto per rendere onore al merito, nel comitato scientifico compare per esempio “Giovanni Polara, tra i nomi più rilevanti”. Poi, sul titolo del ciclo, aggiunge: “allude alla trasformazione dei generi letterari nella tarda antichità, ma pure all’evoluzione delle tematiche”.

Si tratta, dunque, di una fase che porta con sé due chiavi di lettura: da un lato rinnova il sostrato della tradizione, dall’altro rappresenta la sua stessa conclusione. Questo, perché di tradizionale “c’è tutto il patrimonio di generi letterari che vengono ripresi, anche in forma nuova. Se noi possediamo questo patrimonio di letteratura latina, è anche grazie a questa fase di ricezione, di passaggio. Senz’altro ci sono anche tante spinte innovative, legate per esempio all’innesto della letteratura latina cristiana, che ha raggiunto la sua maturità e che in questi secoli si esprime in forme nuove: penso alla poesia agiografica, che da un lato riprende il poema epico, dall’altro celebra le gesta e le vite dei santi. È in questo senso che l’incrocio tra tradizione e innovazione si fa tangibile”.

Sugli incontri avvenuti in primavera, Condorelli riassume: “il 15 marzo e il 17 maggio, è stato il turno, rispettivamente, di una giovane studiosa che ha fatto una bellissima lezione sulla satira e di Fabio Gasti dell’Università di Pavia, su Agostino e la conversione letteraria”. I prossimi ad interfacciarsi con i partecipanti, a ottobre e dicembre nell’aula Dsu3, un docente olandese e Martina Venuti, di CàFoscari. Un ciclo che riveste una sua specifica importanza perché, pur essendo oggetto di corsi curriculari, la letteratura latina tardoantica “è una fase del tutto peculiare, e proprio per questo c’è una difficoltà generalizzata da parte dei ragazzi a districarsi senza coordinate precise. I vari appuntamenti intendono fare chiarezza su un periodo così complesso”.
Stando a quanto riporta la docente, missione compiuta: i ragazzi hanno recepito il messaggio. “Con mia grande soddisfazione, sto riscontrando una buona partecipazione, l’aula è sempre piena. Il panorama di partecipanti è assai variegato. Dagli studenti di varie Triennali a quelli delle Magistrali, passando per laureandi, laureati e dottorandi”.

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