Giusi Merola, tre mesi negli Stati Uniti per la tesi di laurea

Premiata per l’esperienza maturata nelle attività della rete ‘Aurora Alliance’ 

una studentessa di Biotecnologie molecolari ed industriali

Un premio per i traguardi raggiunti nell’ambito del progetto Aurora Alliance,   rete di Università che cooperano a vari livelli della quale fa parte la Federico II. Lo ha ricevuto Giusi Merola, 26 anni, lo scorso due febbraio. Laurea Triennale alla Vanvitelli, ora studentessa Magistrale in Biotecnologie molecolari ed industriali, Corso che afferisce al Dipartimento di Scienze Chimiche federiciano, racconta: “ho partecipato a due corsi di Aurora. Il primo, nell’autunno 2021, era organizzato dall’Università austriaca di Innsbruck, si teneva da remoto una volta a settimana e verteva sulla sostenibilità ed il cambiamento climatico. Alla fine del semestre ho affrontato l’esame, che ho superato. Durante le lezioni ci avevano informati della possibilità di frequentare anche un secondo corso nel semestre successivo, promosso dall’Ateneo austriaco con la Copenaghen School. Ho deciso di sperimentare pure questa opportunità, anche alla luce dell’esperienza positiva vissuta, ed ho fatto bene. Nel secondo ho imparato a progettare una start up coniugando gli aspetti più legati alla mia formazione con quelli economico-gestionali e di marketing. Ho svolto un lavoro individuale e di squadra con persone provenienti da differenti contesti geografici e culturali”. Ne è venuto fuori Waste to taste. Il progetto “era focalizzato sul riutilizzo dell’invenduto dei mercati ortofrutticoli. Prevedeva di raccoglierlo e conservarlo con tecniche di fermentazione (sottaceto e sottolio) e poi di vendere questi prodotti in abbonamento, perché non sono sempre disponibili. Coniugava le antiche tradizioni del sud e della Campania, conoscenze specifiche sulla fermentazione e strategie di marketing e gestione aziendale”. Il secondo corso, che come il primo si è svolto da remoto, prevedeva però alla fine la mobilità obbligatoria degli studenti al Forum europeo di Alpbach, una cittadina austriaca tra le Alpi, che si svolge nell’ultima parte di agosto e che dura circa due settimane. “In estate – prosegue nel suo racconto Merola – sono andata lì ed è stata davvero una bella esperienza. Tra i partecipanti al Forum, ero l’unica italiana. O, meglio, c’era una mia coetanea per metà di origini siciliane, che però vive in Giordania. Le settimane trascorse al Forum mi hanno regalato una nuova energia. C’erano duemila ragazze e ragazzi, esponenti di aziende e quant’altro. Sono tornata a casa con tantissima voglia di fare e  contatti molto utili. Per esempio ho conosciuto un chimico che si occupa di bioplastica e ci siamo confrontati”. È un tema, quello delle bioplastiche, al quale Merola dedicherà la sua tesi di laurea e che svilupperà per tre mesi anche negli Stati Uniti, in una università di Los Angeles. Partirà tra poco. Spiega: “Ho avuto contatti con una docente che si occupa di ingegneria biomedica ed abbiamo pensato di utilizzare le bioplastiche come base per l’ingegneria tissutale. Per esempio per curare ferite ed ustioni. Nel nostro laboratorio a Monte Sant’Angelo lavoriamo anche su questo”. Il progetto prevede di impiegare scarti di gamberetti per realizzare queste bioplastiche e l’estratto di un fiore come antiossidante. Si svolge in collaborazione con l’Università di Messina. “È una ricerca – sottolinea Merola – che rientra sempre nell’ambito della sostenibilità e del riuso, del recupero di materiali e della riduzione degli sprechi e della produzione di rifiuti. Che poi è esattamente il filo conduttore del mio curriculum, che si chiama Biotecnologie per le risorse rinnovabili ed è in inglese. Merola immagina i suoi prossimi anni nella ricerca – “mi piacerebbe frequentare un dottorato dopo la laurea” – e poi in azienda. “Spero di poter continuare a svolgere attività interessanti e stimolanti in una ottica di sostenibilità. Anni fa le biotecnologie godevano di cattiva fama, ma tutto dipende da come si utilizzano gli strumenti della scienza e con quali obiettivi”. Ai suoi colleghi più giovani, che iniziano ora il suo stesso percorso universitario, dice: “Credo che sia importante innanzitutto cercare di allargare i propri orizzonti ed adattare la propria conoscenza alle varie situazioni. Ad Alpbach ero tra i pochi studenti del settore della chimica e delle biotecnologie. Erano molto più numerosi gli studenti di discipline molto diverse dalla mia. Ciononostante si è creato un bello scambio ed un fertile confronto. Un altro consiglio che mi sento di dare è di leggere sempre le mail. Può sembrare banale, ma io sono stata informata tramite mail dell’opportunità di Aurora. Bisogna, poi, chiedere sempre. Timidezza e timori non portano da nessuna parte. Lo dico per esperienza personale. Ho avuto la totale disponibilità da parte dei professori. Quelli dei corsi Aurora ed i miei della Federico II i quali, per esempio, non hanno posto problemi sul riconoscimento dei due esami Aurora. Non è scontato”. Magari “si pensa di sciupare tempo con alcune attività, ma così si perdono opportunità” o “ci si lascia scoraggiare dalle spese da sostenere per andare all’estero. Poi si scopre – è il mio caso – che è possibile accedere a borse di studio. Io ne ho fruito per il soggiorno in Austria e ne fruirò (tremila euro per tre mesi) per quello a Los Angeles. Non coprirò tutti i costi – ho lavorato come cameriera alcuni mesi in un locale per racimolare risparmi – ma certamente mi daranno una mano a permanere negli Stati Uniti per portare avanti la mia tesi di laurea”. La start up progettata in parte durante il secondo corso ed in parte durate il Forum diventerà realtà? “Per ora no – risponde Merola – perché preferisco focalizzare le energie e concentrarmi sul completamento del percorso di laurea. Un giorno, chissà, potrebbe accadere”.

Fabrizio Geremicca

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