Il Dipartimento ha scelto la strada dell’innovazione nell’intento di offrire spazio ad una nuova generazione di colleghi. I cinque nuovi Coordinatori sono tutti professori associati e portano in dote una mentalità diversa. La loro nomina rispecchia a pieno gli intenti del mio mandato”. Si è espressa così la prof.ssa Dora Gambardella, Direttrice del Dipartimento di Scienze Sociali, in merito al recente avvicendamento ai vertici di Triennali e Magistrali. Non un semplice passaggio di consegne, ma “un’eredità costruita nel modo migliore possibile dai Coordinatori uscenti, molti dei quali si sono messi a disposizione mantenendo un ruolo nei Grie (Gruppo del Riesame, ndr)”. Sul fronte del Triennio: a Sociologia, alla prof.ssa Antonella Spanò, succede la prof.ssa Giustina Orientale Caputo; mentre a Culture digitali e delle comunicazioni il prof. Emiliano Grimaldi (già Vicedirettore di Dipartimento) prende il posto del docente Enrico Rebeggiani. Per il biennio conclusivo: Sociologia digitale e Analisi del web accoglie il prof. Biagio Aragona, in luogo della prof.ssa Enrica Amaturo; il prof. Lello Savonardo sostituisce il prof. Gianfranco Pecchinenda a Comunicazione pubblica sociale e politica; chiude il docente Francesco Pirone, che sarà a capo di Innovazione sociale dopo il mandato del prof. Stefano Consiglio. Il migliaio di iscritti a Scienze Sociali, che sta investendo sempre più energie e risorse su tirocini, placement e orientamento in uscita, accoglie quindi “Coordinatori competenti e già esperti delle questioni interne, nonché abituati al lavoro di squadra – continua Gambardella – tutti e cinque sono un buon equilibrio tra quello che è necessario per il cambiamento, cioè un lavoro di tipo manageriale illuminato, che tuttavia non dimentica lo scopo di un servizio pubblico. Uno sguardo alla tradizione e uno al futuro. Questa generazione di docenti ha capito che l’Università non è burocrazia ma una visione, come ci ha imposto di ricordare il Covid”.
La parola ai neoeletti
E sono proprio i Coordinatori neoeletti a raccontare del proprio imprinting e delle specificità dei singoli Corsi di Laurea. “Ci fa piacere innanzitutto che Sociologia abbia registrato ben 419 iscritti nell’ultimo anno – spiega la prof.ssa Orientale Caputo – al tempo stesso, però, è una sfida che ci mette di fronte a nuovi impegni e responsabilità. Gli obiettivi, in linea anche con il precedente mandato, restano i medesimi: che la nostra offerta formativa sia sempre qualificata per consentire ai ragazzi di entrare in un mondo del lavoro che, soprattutto per le realtà meridionali che scontano le peggiori difficoltà, è un grande impegno”. In secondo luogo, gli studenti e le loro esigenze: “Bisogna sempre capirne i bisogni; attraverso una formazione teorica e pratica, ampia e al tempo stesso mirata, che permetta di lavorare sul campo. D’altronde, questo, a Sociologia, accade fin dalle origini, puntando sempre sulla multidisciplinarietà. Tutte le discipline delle scienze sociali vengono integrate nel nostro settore”. Altro boom di iscritti pure per l’altra Triennale, in Culture digitali. “Abbiamo dovuto reintrodurre il numero chiuso (500 posti, ndr) al fine di garantire un’offerta formativa all’altezza– dice il prof. Grimaldi – che nel nostro caso si declina con la definizione di analisti e operatori che possano comprendere la società digitale, che sappiano inquadrare con senso critico e inventiva i problemi organizzativi, comunicativi connessi alla trasformazione”. Il vero punto forte, però, sta tutto nei due rami del percorso formativo: uno conduce alla sede storica nel pieno centro di Napoli; l’altro al complesso di ultima generazione di San Giovanni a Teduccio. “Dall’anno scorso, il nostro Corso è strutturato su due canali. Quello nella zona est della città è un ecosistema fertile per noi, data la presenza di academy, aziende che insistono sul digitale e con le quali di sicuro insisteremo nel rafforzare la sinergia. Ma, in generale, l’approccio che favoriremo, in continuità con il precedente coordinamento, consisterà nel dare vita ad una programmazione didattica che presti attenzione ai bisogni formativi e alle sensibilità degli studenti”.
Quanto alle Magistrali, il prof. Pirone parla di un “Corso che non ha ancora mostrato tutte le sue potenzialità”. Già perché Innovazione sociale, che conta 97 immatricolati attivi destinati a crescere, ha aperto i battenti solo nel recente 2020, e ancora deve conoscere il primo laureato. “Il mio mandato è di sicuro di continuità con il progetto imbastito in Dipartimento. Oltretutto abbiamo dovuto fare i conti anche con la pandemia, che tuttavia ci ha dato l’opportunità di sviluppare una didattica innovativa che prevede l’uso intensivo del digitale, elemento emergente sul quale continuiamo a investire”. In sostanza, due sono gli elementi di assoluta novità: la sede del Corso è nel complesso di San Giovanni a Teduccio, “dove abbiamo aule nuove che abbiamo inaugurato noi stessi. Dove le scienze sociali ragionano con le discipline ingegneristiche ibridando i saperi. Insomma, vogliamo formare figure in grado di accompagnare la crescita dell’economia sociale, quindi nella progettazione, monitoraggio, gestione, valutazione di progetti di organizzazioni del terzo settore come cooperative, associazioni, ong”. L’altro fattore distintivo, l’inserimento nell’alleanza Aurora: “Accanto all’Erasmus, Aurora offre la possibilità ai nostri studenti di entrare nel network europeo e a studenti stranieri di conoscere la nostra Magistrale”. Il prof. Savonardo, che, oltre ad essere stato eletto a capo del Corso in Comunicazione pubblica sociale e politica, è anche Delegato del Rettore per le politiche di comunicazione di Ateneo e coordinatore artistico di F2RadioLab, afferma: “Questo percorso di studio ha delle potenzialità straordinarie, a mio giudizio, che possono essere espresse puntando alla professionalizzazione del laureato che così può rispondere positivamente alle richieste del mercato. Le professioni della comunicazione sono ormai trasversali in tutti gli ambiti, da quello istituzionale alle industrie culturali, passando per i mezzi di comunicazione di massa. Bisogna cioè puntare forte sul social media manager, il che non vuol dire trascurare aspetti rilevanti della sociologia e dei processi culturali e comunicativi. Anzi, proprio per questo serve rafforzare tutte le relazioni con il territorio in termini di tirocini, in questo senso va letta l’intenzione di creare sinergie con media locali, agenzie di comunicazione, istituzioni, affinché soprattutto queste ultime si dotino di tirocinanti che possano supportare l’attività di comunicazione pubblica. Il vero tema è questo: radicarsi sul territorio”.
L’ultima battuta è del prof. Aragona, a capo della Magistrale in Sociologia digitale e Analisi del web per il prossimo triennio, che racconta la propria impronta declinandola in due obiettivi. Da un lato, “lavoreremo per accrescere il numero di iscritti. Ora siamo sui 35 circa, a mio parere possiamo arrivare a 50 salvando la sostenibilità dell’offerta. Andare oltre sarebbe complicato perché il nostro percorso ha una vocazione attiva fatta di project work, tirocini. A questo aggiungo, con orgoglio, che siamo il primo Corso di Sociologia digitale in Italia, la nostra formazione è unica sul piano nazionale”. Elemento, questo, che porta dritto al secondo obiettivo del mandato: l’internazionalizzazione. “Il contesto di mercato dei nostri laureati non è solo italiano – conclude il docente – ma anche europeo. Mi batterò per scambi Erasmus molto ben collegati con le nostre attività interne. Insomma, eredito un Corso di Studio di grande successo che, addirittura, ha il 100% di placement a tre mesi dalla laurea. Una performance invidiabile”.
Claudio Tranchino
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