Nuovo Direttore al Distar, è il prof. Vincenzo Morra

Tra gli obiettivi programmatici: contrastare la mancanza di vocazione 

che limita l’incremento delle immatricolazioni

Il prof. Vincenzo Morra, 64 anni, docente di Petrografia, è tornato al timone del Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e delle Risorse (Distar)  dopo circa sette anni. Si è insediato da poche settimane ed è stato eletto in autunno. Correva come unico candidato. Subentra al prof. Domenico Calcaterra. “Non avevo nessuna voglia di ripropormi – ammette il Direttore – ma i colleghi mi hanno convinto con una lettera firmata da sessanta persone. È stata determinante nell’indurmi a tornare sui miei passi. Spero di far bene nel corso del mio mandato”. Prosegue: Ci sono grandi responsabilità e situazioni nuove anche rispetto al passato, alla mia precedente esperienza. Io fui Direttore tra il 2009 ed il 2015, a cavallo della legge Gelmini che ha profondamente trasformato il ruolo dei Dipartimenti. Rispetto a quella fase sono cambiate molte cose. Insomma, in qualche modo ricomincio da capo. Cercherò di affrontare al meglio le situazioni che quotidianamente si porranno relativamente ai docenti, agli studenti, al personale tecnico amministrativo, agli spazi, alla ricerca. In sostanza, a tutto ciò – e davvero non è poco – che oggi ricade nelle competenze di un Direttore di Dipartimento di un grande Ateneo quale è la Federico II”. Le priorità del mandato che è appena iniziato: “Come obiettivo principale ho quello di contrastare la mancanza di vocazione che limita anche a Geologia della Federico II, come in tutte le sedi italiane, con pochissime eccezioni, l’incremento delle immatricolazioni. Quest’anno siamo attestati su circa cinquanta nuovi immatricolati alla Triennale e, purtroppo, non abbiamo avuto neanche una iscrizione alla nuova Laurea Magistrale in inglese in Vulcanologia”. È un fenomeno nazionale quello dello scarso interesse dei neodiplomati verso la Geologia ed il prof. Morra lo spiega in questi termini: C’è scarsa conoscenza circa le attività dei geologi ed il loro ruolo fondamentale in vari ambiti, e poi è quasi sparita la disciplina di Scienze della Terra nei licei. Si studia pochissimo. Tutto ciò fa sì che anche le ragazze ed i ragazzi potenzialmente interessati a venire da noi si indirizzino, poi, verso percorsi di laurea dove ritengono di avere prospettive occupazionali migliori e più vaste”. Come contrastare questa tendenza? Dobbiamo essere sempre più presenti sul territorio e nelle scuole per rappresentare al meglio quali siano le realtà della geologia, quale sia il fascino del nostro mestiere e quali siano i possibili sbocchi lavorativi. Non partiamo da zero, perché durante il mandato del mio predecessore, il prof. Calcaterra, si è già fatto. È un percorso che va rafforzato e va irrobustito con altre iniziative”. Con specifico riferimento, poi, alla Laurea Magistrale in Vulcanologia, il prof. Morra esprime fiducia che nel prossimo anno accademico arriveranno gli immatricolati e non saranno pochissimi. “Abbiamo pagato – riflette – uno scotto al ritardo nelle procedure di accreditamento. È rimasto pochissimo tempo, non più di una settimana, per presentare l’offerta agli studenti di altri Paesi, ai quali in prima battuta si propone il nuovo Corso di Laurea. Sono fiducioso, però, anche perché la prof.ssa Paola Petrosino, Coordinatrice del Corso, nelle scorse settimane mi ha riferito di avere ricevuto un buon numero di richieste di informazioni, tramite mail, da ogni continente. Nonostante la falsa partenza, sono convinto della bontà del progetto culturale, didattico e scientifico che ci ha motivati ad attivare la laurea in Volcanology. La quale, non va dimenticato, ha tra i suoi punti di forza la collaborazione con l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e che si propone in una sorta di laboratorio a cielo aperto quale è il territorio campano, con il Vesuvio ed i Campi Flegrei”. Un altro obiettivo che Morra confida possa essere conseguito durante il suo mandato è quello del miglioramento della ricerca scientifica. “A Geologia – dice – abbiamo grandi eccellenze, ma abbiamo anche qualcuno che stenta un poco più degli altri. I risultati della VQR, che piaccia o meno, sono il metro in base al quale noi e tutti gli altri siamo valutati sotto il profilo della ricerca, non sono mai eccezionali. Bisogna che si migliori come squadra, al di là delle eccellenze che non mancano e che sono state incrementate dalla buona campagna di reclutamento che è stata condotta durante il mandato del prof. Calcaterra. È una sfida che dobbiamo affrontare e vincere insieme, servono il contributo e lo sforzo di ciascun docente. Non è la corsa solitaria di un ricercatore a garantire il bollino ed i finanziamenti dell’Eccellenza”.

Fabrizio Geremicca

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