Lo scorso 9 maggio, nell’ambito del Progetto ‘Educazione alla Salute e al Benessere’, un gruppo di ragazzi – i ‘Viaggiatori’ – che frequenta le attività formative pomeridiane è stato ospite del Dipartimento di Farmacia, che ha all’attivo una convenzione con La Tenda Onlus. Si tratta una ventina di bambini tra gli otto e gli undici anni che hanno già partecipato alle attività laboratoriali svolte dai dottorandi del gruppo ‘TheBlueChemistryLab’ della prof.ssa Valeria Costantino.
A gestire le attività, avvenute in due incontri antecedenti, ad aprile, nella sede della Onlus nel Rione Sanità, è stata la dott.ssa Germana Esposito, che ha raccontato da Ateneapoli i contorni e gli scopi dell’intera iniziativa di Terza Missione. “Il 9 maggio abbiamo mostrato loro la sede e i laboratori attraverso un tour nel Dipartimento e poi il Direttore, il prof. Angelo Izzo, dopo un breve saluto, ha consegnato dei diplomi che potranno inserire nel loro portfolio e che attestano il possesso di competenze scientifiche”. Esposito fa poi un passo indietro e racconta in cosa sono stati coinvolti i ragazzi: “Abbiamo organizzato dei laboratori didattici per avvicinarli alla ricerca scientifica e raccontare cosa sia attraverso un approccio interattivo e ludico”.
Sui due incontri di aprile, spiega: “hanno assistito e partecipato all’estrazione di un colorante dalle caramelle, di una sostanza che può fungere da indicatore di pH. Insomma, un modo per avvicinarli ai concetti di acidità e basicità. E lo abbiamo raccontato con un paragone: così come si estrae il colorante dalle caramelle, allo stesso modo i ricercatori possono estrarre nuovi farmaci da sostanze naturali – il ‘TheBlueChemistryLab’ si occupa proprio di questo, cioè di chimica delle sostanze naturali, in particolare di drug discovery (scoperta di nuovi farmaci da matrici naturali, in particolare marine) e di monitoraggio ambientale (ciano batteri nelle coste campane)”.
A curare la parte tecnica di tutta l’iniziativa sono stati due dottorandi del gruppo di Costantino, ovvero Paolo Scognamiglio e Teresa De Rosa.
“Le attività laboratoriali – riferiscono entrambi – sono state pensate con una difficoltà crescente e tutte basate sul gioco. Siamo partiti dall’estrazione del colorante dalle M&M’S, per avviare i ragazzi al concetto generale di estrazione: prendere qualcosa usando solventi chimici (in quel caso acqua) e capire cosa accade. Successivamente, il secondo esperimento è stato più complesso: estratto il colorante dal cavolo rosso, abbiamo cambiato il colore aggiungendo dell’acido.
Abbiamo mostrato loro come, tramite la chimica, ci possano essere variazioni osservabili aggiungendo una particolare sostanza ad un estratto colorato. Infine, il terzo e ultimo, svolto qui in Dipartimento, è stato pensato per mostrare la spettacolarità dell’esperimento chimico. Attraverso il cosiddetto dentifricio dell’elefante, abbiamo creato schiuma aggiungendo acqua ossigenata a una semplice soluzione di sale. Poche gocce di solvente hanno generato tanta meraviglia”.
E infatti, fin dall’inizio, l’obiettivo è stato il coinvolgimento totale: “portando camici e dispositivi di protezione individuale, li abbiamo fatti immedesimare rendendoli dei piccoli chimici. La risposta è stata molto positiva: curiosità, attenzione, domande e piena assimilazione dei concetti nel test-gioco al quale li abbiamo sottoposti”. Ma non è tutto. Chiude Esposito: “a fine maggio torneremo nel Rione Sanità per selezionare alcuni bambini meritevoli per spiegare loro di nuovo l’ultimo esperimento, di modo che possano raccontarlo a chi è ancora più piccolo. L’idea è che riescano a replicarlo nel proprio contesto formativo, diventando loro stessi educatori”.
Claudio Tranchino
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Ateneapoli – n. 9 – 2025 – Pagina 24