Prodotti salutistici e piante officinali, controllo di qualità: ecco cosa studia chi sceglie i Corsi Triennali

Dall’erborista al cosmetologo, dal tossicologo ambientale al tecnico specializzato nell’alimentazione dietetica. Tutti profili formati dalle tre Triennali offerte dal Dipartimento di Farmacia: Controllo di Qualità, Scienze Nutraceutiche e Scienze e Tecnologie erboristiche. Che oltre ad appartenere alla medesima classe di laurea – la L-29, Scienze e Tecnologie Farmaceutiche – condividono pure la struttura del primo anno, in cui si affrontano gli insegnamenti scientifici di base, una forte dimensione laboratoriale e il tirocinio obbligatorio all’ultimo anno. Inoltre, si tratta di percorsi ad accesso libero che prevedono un test non selettivo a ridosso dell’inizio delle lezioni per verificare il possesso delle conoscenze di base in materie come la matematica, la chimica e la biologia. In caso di lacune in una o più di queste, toccherà superare i cosiddetti OFA (obblighi formativi aggiuntivi) con il supporto dei docenti del relativo Corso.

Controllo di Qualità

“Prepariamo all’attività del controllo di qualità richiesta in tutti i processi produttivi farmaceutici, di dispositivi medici, alimenti e nutraceutici. Sono davvero tante le aziende che hanno bisogno delle competenze che trasmettiamo ai nostri studenti, chiamati a svolgere un lavoro importante e critico”: la prof.ssa Rita Santamaria sintetizza così l’essenza di Controllo di Qualità, che viaggia su una media di 100 iscritti l’anno.
La revisione dell’ordinamento, entrata in vigore nei passati dodici mesi, ha cambiato la struttura didattica dell’offerta. I primi due anni sono comuni, mentre al terzo si sceglie tra tre diversi curricula. Che sono: farmaceutico; alimentare-nutraceutico; tossicologico-ambientale. Tutti sono legati dalla medesima matrice: “la tutela dei prodotti e dell’uomo, da intendersi come salute umana e dell’ambiente”. Il vero punto forte del Corso sono di sicuro le attività laboratoriali. “Iniziano già al primo anno – spiega la docente – in particolare abbiamo inserito un insegnamento che si chiama Fondamenti di laboratorio di controllo di qualità, grazie al quale assorbono le basi di ciò che in quei luoghi si fa”. Fatto che, a ben vedere, risponde ad esigenze plurime.
Innanzitutto a quelle degli studenti, “che familiarizzano subito con la pratica; e pure dei docenti del secondo anno – “accolgono studenti più preparati” – e, in prospettiva, del mondo del lavoro. Tutto questo, ancora al primo anno, non può andare che di pari passo con le basi di Chimica, Biologia, Matematica. Al secondo anno si incontrano poi Biochimica, Farmacologia, Chimica organica e farmaceutica, Fisiologia. E anche Laboratorio di analisi chimica e strumentale, che “prende molto vantaggio dall’insegnamento del primo anno appena citato”.
E infine si arriva all’ultimo anno, in cui si inizia a specializzarsi. E grazie alla scelta del curriculum, e grazie al tirocinio obbligatorio che con il nuovo ordinamento è arrivato a 300 ore (12 crediti formativi). Che può essere tanto interno quanto esterno: “noi preferiamo avvenga in azienda – conclude la prof.ssa Santamaria – così i ragazzi si misurano con un vero contesto lavorativo. Quanto al tipo di attività, ci teniamo affinché questa risulti sempre applicata al controllo di qualità e alla valutazione della contaminazione dei composti”.

Scienze Nutraceutiche

A parlare di Scienze Nutraceutiche – che attrae in media 200 matricole l’anno – è la Coordinatrice, prof.ssa Francesca Ungaro. “Il Corso – spiega – cerca di rispondere alle esigenze attuali nell’ambito della salute che riguardano lo sviluppo di una vasta gamma di prodotti salutistici. Che vanno dagli alimenti arricchiti agli alimenti destinati a fini medici speciali, passando per gli integratori alimentari. Nell’insieme, dunque, i cosiddetti nutraceutici, sempre più utilizzati e presenti nella gestione di una serie di condizioni patologiche, coadiuvano i medicinali”.
Come al solito, è al secondo anno che prendono davvero forma le peculiarità dell’offerta, dopo gli insegnamenti di base del primo. “Pur studiando biochimica, fisiologia, chimica e tossicologia, gli orizzonti scientifici sono sempre i diversi ambiti della nutrizione, della nutraceutica, così come della farmacologia della nutrizione e della microbiologia dei probiotici”. Un patrimonio di conoscenze che naturalmente andrà messo a frutto subito dopo, ovvero al terzo anno. “In questo caso le materie sono ancora più caratterizzanti, si chiederà agli iscritti di essere in grado di occuparsi della formulazione dei prodotti; senza dimenticare il tirocinio obbligatorio presso enti e aziende che operano nel settore”.
Perché non bisogna dimenticare lo scopo che ha il Corso: “formare tecnici dei prodotti alimentari, informatori tecnico-scientifici capaci di offrire supporto tecnico. Tanto nelle strutture sanitarie, quanto in centri sportivi, di benessere o che, in generale, operano nel settore salutistico”. Poi un suggerimento a chi pensa alla nutrizione come futuro professionale: “in quel caso è necessario proseguire con la relativa Magistrale, Scienze della Nutrizione umana”. Comunque, al netto degli sbocchi lavorativi e delle caratteristiche dei singoli esami, Ungaro ci tiene a dare un consiglio: “Insisto molto nel dire che non bisogna abbattersi all’inizio. Spesso gli scogli rappresentati dalla matematica, dalla chimica, spaventano le matricole. Devono sapere che noi cerchiamo di metterli nelle condizioni ideali per allinearsi a tutti gli altri per portare avanti il percorso in serenità. Oltretutto parliamo di un bagaglio – quello del primo anno – molto importante per proseguire”.

Scienze e Tecnologie erboristiche

“Formiamo professionisti autorizzati ad allestire preparazioni estemporanee a base di piante officinali. E va sottolineato: le uniche figure a poterlo fare sono i nostri laureati e quelli in Farmacia. La prof.ssa Francesca Borrelli mette subito sul piatto la punta di diamante di Scienze e Tecnologie erboristiche, Corso che Coordina. Poi aggiunge: “il concetto di salute è mutato rispetto al passato: non si vuol più curare soltanto, ma prevenire e impedire l’insorgenza di patologie. Di conseguenza, lo si può fare tramite le piante officinali (ovvero piante medicinali, aromatiche e da profumo, ndr) invece che con i farmaci di sintesi. Ed è proprio per questo che oggi c’è una enorme richiesta di prodotti naturali basati su quel tipo di pianta; tuttavia, scarseggiano le persone che ne abbiano le competenze per occuparsene”.
E qui entra in gioco la Triennale che attrae 50 iscritti l’anno con insegnamenti su coltivazione, produzione, identificazione, preparazione e trasformazione del prodotto grezzo – foglie, parti di piante, radici – a quello finito. Lungo il percorso, sono tanti i laboratori: “ne sono nove in tutto, e alcuni iniziano già al primo anno, per esempio quello di Botanica. Sono molto importanti perché è durante queste attività che i futuri laureati imparano a fare preparazioni estemporanee e cosmetici; e aggiungo che saranno pure in grado, alla fine, di effettuare un controllo di qualità dei prodotti erboristici e nutraceutici in generale”. Ci sarà da sudare tanto pure sui libri: “al secondo anno dovranno sostenere farmacologia, farmacognosia, per esempio”.
Al terzo anno un interessante cambio di sede, direzione Dipartimento di Agraria. “Lì acquisiranno conoscenze di agronomia: coltivazione, patologie delle piante, difesa contro gli insetti, genetica vegetale. E non è un caso che si recheranno a Portici, c’è un bosco dove potranno applicare tutta la teoria”. Le 250 ore di tirocinio da svolgere nell’ultimo semestre potranno essere trascorse in erboristerie con laboratori attivi, aziende e ASL (il Corso ha una convenzione attiva con l’Ospedale San Paolo di Fuorigrotta).
Il consiglio conclusivo – che sa pure di buon auspicio – è d’obbligo: “Frequentate, frequentate e frequentate ancora”. In più, il numero ridotto di iscritti “ci consente di affidare un tutor ad ogni singola studentessa e singolo studente. Bisogna approfittarne e rivolgersi per ogni dubbio, senza esitazione”.
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Guida Universitaria – Pagina 41-42

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