Registi e sceneggiatoria Studi Umanistici

Masterclass sul cinema italiano

Pietro Marcello, Maurizio Braucci, Leonardo Di Costanzo, Bruno Oliviero e Valia Santella. Il gotha di registi e sceneggiatori a Studi Umanistici nel mese di maggio per delle Masterclass sul cinema italiano. Un’iniziativa parte della rassegna “Cinema del pensiero”, curata da Antonella Di Nocera e che ha coinvolto Accademia di Belle Arti e Federico II. “Lo scopo – ha detto ad Ateneapoli la prof.ssa Anna Masecchia, membro del Comitato scientifico – è quello di far conoscere il mestiere agli studenti, cioè come si svolge il lavoro e quanto è importante acquisire gli strumenti giusti”.

E sull’incontro del 31 maggio con la sceneggiatrice Santella (si riprenderà a novembre con Marcello Sannino e Massimiliano Virgilio) ha aggiunto: “la sceneggiatura è un testo che ne serve un altro, a servizio del testo filmico, a sua volta a servizio del linguaggio cinematografico. Se non si conosce questo linguaggio e non si ha una cultura cinematografica storica e teorica approfondita, non è possibile fare questo mestiere. Il talento non basta”.

Non a caso, la Santella – che ha lavorato con Marco Bellocchio, Nanni Moretti e Ferzan Ozpetek tra gli altri – ha insistito “sulla fatica e sulla perdita di tempo: non bisogna mai avere fretta di scrivere. La ricerca, dopo la scelta del soggetto, è lunga”. Soprattutto guardando al passato della sceneggiatrice e alla sua formazione – che ha destato particolare interesse nella platea studentesca – “quando si andava volontari sui set per imparare e capire come funzionasse il cinema. Oggi il paradigma è del tutto diverso”. Un paradigma che, guardando all’industria dell’audiovisivo, è mutato radicalmente con l’arrivo di piattaforme come Netflix: differenza del cinema d’autore, “mira alla fattività della realizzazione del progetto”.

Andando a ritroso sugli ospiti che hanno solcato le aule di Accademia e Studi Umanistici – grande partecipazione all’appuntamento con Leonardo Di Costanzo, regista di Ariaferma e L’Intrusa – Masecchia rintraccia il filo comune, seppure declinato da prospettive diverse. “Il rapporto con il reale. Partire dalla realtà e, su questa, sviluppare la finzione”. “Sono personalità molto diverse tra loro”, ma tutte hanno messo sul piatto “l’idea del fare e del lanciarsi, avendo sempre ben chiaro il linguaggio di un film”. E nell’attesa che le Masterclass riprendano a novembre, augurandosi che “possano essere messe a regime, con tutti i passaggi burocratici del caso per il prossimo anno accademico”, la docente, Coordinatrice della Magistrale in Discipline della Musica e dello Spettacolo, ribadisce quale sia l’orizzonte: “continuiamo a lavorare tanto sul territorio”.

Un’esigenza che nasce “dalla volontà di portare gli studenti fuori dalle aule, per ragionare e conoscere”. Come accaduto negli stessi giorni delle Masterclass per il Maggio dei Monumenti – 29esima edizione dal titolo ‘Napoli in vetta’ – che ha visto la Federico II e l’Accademia partecipare alla celebrazione del regista Antonio Capuano voluta dal Comune di Napoli. Dal 17 maggio all’1 giugno, infatti, l’intera filmografia è stata proiettata in tutta la città, seguendo un preciso itinerario di sale situate nei quartieri raccontati dal regista. Da Bagnoli al Vomero, passando per il centro storico, di quelle pellicole resta sempre “lo sguardo straniato, laterale, che esce dalle rappresentazioni stereotipate di Napoli e induce a riflettere. Ci piaceva l’idea che fossero soprattutto i giovani a conoscerlo”. Ad organizzare questa retrospettiva sull’autore partenopeo sono stati Armando Andria, Alessia Brandoni, Fabrizio Croce e proprio Masecchia.
Claudio Tranchino

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