Su e giù per il Cilento, nel territorio del Parco nazionale, sulle tracce degli istrici. È l’esperienza che ha vissuto Marzia Romano, ventiseienne napoletana, durante la tesi di Laurea Magistrale in Scienze Naturali che ha discusso il 27 marzo ed è stata premiata con 110 e lode. “La preparazione della tesi – racconta – è durata circa un anno, durante il quale ho trascorso diversi periodi nel Parco nazionale, con il gruppo di ricerca del prof. Domenico Fulgione.
Gli obiettivi che mi prefiggevo erano di provare scientificamente la presenza dell’istrice in quel territorio, di ipotizzare una stima della popolazione e studiarne le caratteristiche”. Il suo è stato un lavoro quasi da investigatore perché gli istrici sono animali elusivi, rifuggono dal contatto con l’uomo e si spostano prevalentemente durante la notte. “Abbiamo svolto le ricerche in zone collinari di macchia mediterranea e nelle zone montane perché la specie colonizza quote sempre più alte in conseguenza dei mutamenti climatici. Spesso siamo andati sulle rive dei fiumi, corridoi ecologici per l’istrice, che utilizza i corsi d’acqua per spostarsi tra habitat differenti”.
Prosegue: “Per fortuna questi animali lasciano tracce del proprio passaggio perché perdono naturalmente i peli, quegli aculei che conferiscono loro l’aspetto caratteristico ed inconfondibile. Laddove presenti, abbiamo poi raccolto le feci. Per il resto ci siamo affidati alle fototrappole, particolarmente utili per avere informazioni sul transito notturno degli animali, che hanno ripreso le immagini non solo di singoli esemplari, ma anche di nuclei familiari di istrici”. La seconda parte del lavoro di tesi di Romano si è svolta in laboratorio, tra provette e vetrini: “Ho esaminato il DNA dei reperti che erano stati raccolti per provare anche a stabilire i percorsi degli animali e per ricavare altre informazioni utili alla mia ricerca e alla mia tesi di laurea”.
Fino a poco più di 10 anni fa l’istrice in Campania era considerata una specie minacciata di estinzione. Si stimava infatti che fossero presenti meno di un migliaio di esemplari. “Oggi la popolazione è risalita – sottolinea la neolaureata – e relativamente al Parco del Cilento è distribuita in varie zone del territorio”. Erbivoro, l’istrice si nutre di frutta, foglie e radici e non disdegna gli ortaggi ed i prodotti della terra coltivati dall’uomo. “I suoi unici predatori naturali potenziali sono nel parco del Cilento i lupi e le volpi, che però non lo considerano una prima scelta nella loro dieta perché gli aculei sono un ottimo strumento di difesa e dissuasione. Possono ferire in maniera molto seria un predatore”.
La specie patisce ancora episodi di bracconaggio e, soprattutto, è vittima di incidenti lungo le strade carrozzabili che attraversano il territorio dove vive. “Nel corso delle esplorazioni alla ricerca delle tracce dell’istrice – conferma Romano – abbiamo trovato alcuni esemplari uccisi dall’impatto con le automobili”. Conclude con un bilancio della sua esperienza di tesista: “È stata molto bella ed interessante, perché ho applicato sul campo ed in paesaggi di grande bellezza quello che avevo studiato durante il Corso di Laurea. Ho sperimentato cosa significa svolgere la professione di naturalista e mi è piaciuto moltissimo.
Mi sono divertita ed appassionata e per questo non ho patito la fatica. Per un naturalista, d’altronde, l’attività di campo è tutto”. Il futuro dopo la laurea? “Sto cercando un lavoro. L’aspirazione è quella di proseguire nella ricerca e nello studio della biodiversità, ma non mi precludo altre esperienze”.
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Ateneapoli – n. 10 – 2025 – Pagina 12