La matematica e Dante

La matematica e Dante

Evento divulgativo, ospite il prof. Guido Trombetti

Dante, uno dei padri della nostra lingua letteraria, primo fra le Tre Corone, non fu solo poeta. “Dante fu uomo di enorme cultura, capace di spaziare tra i vari campi del sapere, finanche le scienze matematiche”, spiega il prof. Guido Trombetti, Professore Emerito di Analisi matematica della Federico II, ospite del Dipartimento vanvitelliano di Matematica e Fisica per l’incontro “La matematica e Dante”, che si è tenuto lo scorso 16 maggio. Il docente, ex Rettore della Federico II, ex Presidente Crui e vicepresidente della storica Accademia Pontaniana, è anche autore, insieme al prof. Giuseppe Zollo, del libro ‘Suggestioni matematiche della Divina Commedia’.

Una settantina i presenti all’evento, curato dal prof. Antonio Gaudiello e aperto a tutti gli studenti, compresi quelli delle superiori: “Nell’ambito del corso di Analisi matematica sono solito organizzare un seminario a settimana con la collaborazione di ospiti italiani e stranieri. Si tratta di seminari specialistici e destinati agli addetti ai lavori, ma ogni tanto mi piace promuovere anche iniziative come questa, che hanno una funzione divulgativa”. Dante non era un matematico e probabilmente non vantava una conoscenza approfondita dell’argomento.

Tuttavia, sottolinea il prof. Trombetti, egli era perfettamente inserito nel clima culturale del suo tempo e seguiva con gran zelo le discussioni che avevano luogo tra uomini di cultura di tutti gli ambiti. “Nella Divina Commedia è presente una fitta numerologia – spiega – ma questo non ha a che vedere con le scienze matematiche. Ci sono però dei riferimenti matematici che sorprendono per la propria vicinanza ai grandi temi dell’epoca. Uno di questi riguarda la quadratura del cerchio, problema classico della matematica greca la cui impossibilità sarebbe stata provata scientificamente solo nel 1882 e di cui Dante fa menzione nel Paradiso”. Il riferimento del docente è ai versi 133-136 del canto XXXIII, quando il poeta, non potendo descrivere a parole la visione divina cui assiste, l’equipara all’impossibilità del matematico di effettuare la quadratura del cerchio.

“Questo dimostra che Dante – continua Trombetti – pur non potendo affrontare tecnicamente l’argomento, sapeva bene quali fossero i problemi dell’aritmetica coeva e della geometria. Ecco che la matematica diviene per lui una metafora. Nessun dubbio, Dante era un genio assoluto”. Il poeta, che Trombetti definisce “una personalità fortemente attrattiva per qualunque intellettuale”, rimanda altre volte all’aritmetica. Nel Paradiso, Dante “fa riferimento anche alla costruzione assiomatica dei numeri naturali, provata da Peano solo nel 1889 – ribadisce il prof. Gaudiello – Non era un matematico, ma aveva delle intuizioni che lo rendevano un valido uomo di cultura anche quando parlava di questo argomento”.

Invogliare gli studenti, spronarli a tirare fuori le loro inclinazioni, “dimostrando che la scelta di un ambito disciplinare non preclude la vicinanza agli altri perché la cultura non è fatta di compartimenti stagni, ma di bacini da cui sporgono propaggini destinate a toccarsi”, la motivazione dell’incontro per il prof. Gaudiello. E così gli studenti si sono trovati improvvisamente ad assistere a una lezione di, per così dire, matematica umanistica. Una lezione che, come precisa Trombetti, “ha avuto una funzione esclusivamente divulgativa, perché la cultura si deve inquinare con altri ambiti e settori”. È per questo che il docente partecipa spesso a seminari e incontri di questo genere nei licei, “perché i giovani possano respirare il clima di interdisciplinarità che deve caratterizzare i luoghi delegati alla trasmissione del sapere”.
Nicola Di Nardo

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